Politica

S.O.S. Italia. Per favore, fate presto!

Il teatrino è sempre lo stesso. Purtroppo. L’Italia affonda, sfumano anche i soldi della cassa integrazione per colpa del governo, e lorsignori che fanno? Chiacchierano. Il balletto dei partiti è senza vergogna.

Facile, ad esempio, per Grillo (ritiratosi dalla corsa al Colle) tornare alla sua specialità: il lancio di anatemi, come faceva il Savonarola contro Lorenzo il Magnifico. Facile per Renzi (che ha già impallinato i candidati di Bersani, Finocchiaro e Marini) tuonare contro lo stallo. Facile per il Cavaliere riempire le piazze, attaccare il Pd (“col 29% vogliono tutte le cariche”), sbertucciare  i magistrati “divisi in correnti”, punzecchiare i grillini “banda di dilettanti allo sbaraglio”, ricordare le stangate in vista (Tares, saldo Imu) che a fine anno “confischeranno” la tredicesima. Parole che fischiano nel vento, stordiscono, ma non risolvono i problemi del Paese.

Pure lo scontro Bersani-Renzi non promette nulla di buono. Il sindaco di Firenze continua a ripetere che “bisogna fare presto”, Bersani gli restituisce gli schiaffi e sogna una intesa col Pdl per evitare le urne e il Rottamatore; ma ci sono resistenze ed una si chiama Fabrizio Barca che sposta l’asse a sinistra ed annuncia sberle su Twitter. In fibrillazione c’è pure la Lega: calci e pugni fra bossiani e maroniani dopo l’espulsione di 35 ribelli veneti rei di aver protestato a Pontida.

A completare il quadretto  – allarmante, imbarazzante, equivoco – ci si è messo persino Rigor Montis che lascia come capopartito ma non molla. Resta, ahinoi. Ci ha preso gusto. Non lascia la Politica ma un tantino il partito sì. Ha confessato al Corrierone, senza rossori, senza alcun imbarazzo: “Non sono mai stato il presidente di Scelta Civica”. Era solo, ha detto, un “facilitatore”. E come la mettiamo col suo flop elettorale? Appena l’8,3% alla Camera (10,5% con la coalizione), appena il 9,1% al Senato (insieme a Udc e Fli). Pierfurby Casini lo ha ammesso: “L’alleanza con Monti è stata una scelta sbagliata”. Anche qui si parla di scissione.

Bin Loden invece resiste. E’ andato da Fazio a ripeterlo: ”Non mollo, il partito cresca da solo”. I fido e pio Riccardi per poco non sviene. Il ministro della Cooperazione nonché fondatore della comunità di Sant’Egidio, ringalluzzito da tanta promessa, ha sollevato gli occhi al cielo e come un Fede qualunque ha risposto: ”La saggezza di Monti è preziosa. Lui è il nostro garante in un mare difficile”.

Intanto il Parlamento è paralizzato, le leggi urgenti restano nei cassetti, l’economia va a rotoli. Monti ha  svuotato la cassa e poi sveltamente ha accusato sindacati e imprese: “L’Italia è al palo anche per colpa loro”. Lui di colpe non ne ha mai. La colpa è sempre degli altri.

Dall’inizio dell’anno sono in cassa ben più di 500mila lavoratori, a marzo la situazione è esplosa con quasi 100 milione di ore di Cig. Ma il peggio deve ancora arrivare ha detto la Camusso chiamando all’unità i sindacati per riunificare le tante disperazioni.

La crisi che stiamo vivendo è peggiore di quella del ’29. Siamo diventati la pecora nera dell’Ue. La disoccupazione continua a crescere, molte aziende chiudono i battenti, diminuiscono i consumi per non parlare del Pil. I cittadini sono sfiduciati e rassegnati.  E che tristezza vederli  aggrappati alla sottana della Merkel che è bravissima a tutelare gli interessi della Germania a scapito nostro. Ha detto Squinzi: “Serve un governo stabile, abbiamo già perso un punto di Pil. Non deludeteci: se chiudono le imprese, muore il Paese”.

E poi: “Io non voglio vivere in un Paese così”. E voi?

Enrico Pirondini

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