Cronaca

Steno, il giorno dopo
il ricordo dei lavoratori
Giovedì il funerale

Nella foto l’ingegner Ferrari e il manifesto funebre del comune di Casalmaggiore per Marcegaglia

Lo stabilimento di Casalmaggiore martedì, giorno della morte di Steno Marcegaglia, era regolarmente funzionante anche se si avvertiva un clima di silenzio e tristezza avvicinandosi ai capannoni. Una fermata sarà effettuata giovedì pomeriggio, quando una delegazione di dipendenti si recherà a Gazoldo degli Ippoliti, nella sede dell’azienda al cui interno verrà celebrato il rito funebre, essendo troppo piccola la chiesa del paese per contenere le tantissime testimonianza d’affetto, che certamente non mancheranno.

La notizia della morte del “grande capo”, deceduto per le complicazioni derivanti dalla frattura di un femore, ha lasciato tutti senza fiato. Il cavaliere aveva un rapporto speciale con i dipendenti di Casalmaggiore, di ciascuno dei quali ricordava i nomi. Peraltro nessun lavoratore, dato curioso a conferma dell’affiatamento e dei buoni rapporti esistenti, aveva mai proclamato un’ora di sciopero. Tocca all’ingegnere Roberto Ferrari, direttore dello stabilimento, farsi portavoce dell’intera maestranza per esprimere il senso di vuoto che una simile perdita ha provocato. “Sapevamo che il cavalier Steno era caduto (venerdì sera all’interno dello stabilimento di Gazoldo al termine di una cena, ndr) ma nessuno immaginava che potesse aggravarsi in quel modo. Era stato ricoverato a Mantova per intervenire sul femore fratturato, poi è stato trasferito a Milano nella stessa clinica dove già si trovava ricoverata la moglie Palmira. Purtroppo complicanze insorte hanno portato a questo drammatico esito che sconvolge tutti. Steno era una grande figura di riferimento per tutti noi e per le migliaia di dipendenti sparsi in tutto il mondo”.

In particolare a Casalmaggiore Marcegaglia arrivò portando una ventata di novità a inizio anni ’80 e una grande opportunità, poiché sino ad allora l’economia locale si basava solamente sull’agricoltura e su poche sporadiche iniziative artigianali di modesto rilievo.

L’avvento del gruppo industriale siderurgico portò una ventata di innovazione tecnologica ma sopratutto una svolta nel tessuto sociale casalasco grazie all’assunzione di centinaia di operai che aumentavano gradualmente insieme all’espansione della azienda. Proprio recentemente si è assistito ad un raddoppio di estensione con l’aggiunta di altri 150mila metri quadrati di stabilimento coperto, con l’innovazione dell’approvvigionamento energetico diretto grazie ad una copertura fotovoltaica di primissimo ordine.

Marcegaglia è stato ricordato con un manifesto funebre anche dall’amministrazione comunale di Casalmaggiore e anche il giorno dopo la sua scomparsa è un susseguirsi di ricordo, anche tra gli operai della sua azienda. Nessuno ha infatti mai visto nell’imprenditore la figura austera e staccata dell’uomo ricco e potente che guarda gli altri dall’alto al basso. Steno, dicono tutti, non si portava guardie del corpo appresso o vigilantes, anzi era facile avvicinarlo e stringergli la mano. Ed anche questo era un emblema della sua disponibilità e semplicità. Il cavaliere del lavoro amava  dialogare e questo era un’altra delle sue riconosciute qualità.

Parlava con gli operai, parlava con gli studenti a cui raccontava sempre la storia della sua vita partendo dai momenti della gavetta sino ai successi con l’apertura di fabbriche in tutto il mondo. E parlava con preti e Vescovi quando lo onoravano di fargli visita nello stabilimento di Casalmaggiore all’interno del quale organizzava sempre la Messa di Natale. In quelle occasioni Steno consegnava a ciascuno dei suoi dipendenti il panettone assicurandosi che venisse portato anche alle famiglie di ciascuno di loro. Un altro esempio di grande umanità si ricorda il giorno dei funerali di un dipendente morto in fabbrica. Non solo presenziò alle esequie ma volle personalmente aiutare la vedova dell’uomo, offrendosi di dare un a mano in attesa del risarcimento assicurativo.

Rosario Pisani

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