Cultura

Gorni Kramer rivive
al Museo del Bijou:
le voci dell’inaugurazione

“La mia donna si chiama desiderio” è la mostra che Casalmaggiore, al Museo del Bijou, dedica a Gorni Kramer. “E’ giusto così” ha spiegato la curatrice del museo Letizia Frigerio “perché Casalmaggiore deve testimoniare il proprio affetto per un grande artista che è nato a pochi chilometri da noi”.

La mostra, come anticipato, sarà composta da materiale raccolto dalla kermesse filatelica su Kramer da poco terminata a Rivarolo Mantovano (con francobolli e locandine di spettacoli dell’artista originali dell’epoca) raccolte da Carlo Rosa, arrivato apposta da Belluno per tracciare un commosso ricordo di Kramer: “Tutti, in quel periodo, cantavamo le sue canzoni. Anzi, dirò di più: tutta la musica leggera è ancora imperniata su Kramer”.

Ma la mostra vivrà anche di abiti anni ’50, l’epoca del musicista originario della Bassa: non mancheranno cioè gli stessi abiti che hanno sfilato alla fine dell’inaugurazione di domenica mattina con l’accompagnamento, in sala Zaffanella dove l’esposizione si tiene, delle musiche di Kramer reinterpretate da Vittorio Rizzi, bibliotecario e musicologo, al pianoforte. Un piccolo assaggio partito da “Domenica è sempre domenica”, probabilmente la canzone più famosa del repertorio di Kramer.

Prima anche altri artefici della kermesse hanno preso la parola. Paolo Zani, presidente dell’associazione Amici del Museo del Bijou, ha espresso parole di elogio per l’associazionismo, che è una delle poche armi rimaste per rendere possibili questi eventi, mentre Anna Maria Rossi ha spiegato che gli abiti che sfileranno sono stati prestati dalle due figlie di Gorni Kramer, Laura e Teresa: “Questi sono abiti che parlano” ha detto, aggiungendo una componente magica alla già accattivante iniziativa.

L’evento è stato organizzato anche dal comune di Casalmaggiore (il sindaco Claudio Silla ha fatto un parallelo tra la mostra sul paesaggio inaugurata sabato Museo Diotti e sulla mostra di un figlio di quel paesaggio e di quella terra) e dalla Fondazione Sanguanini di Rivarolo Mantovano (con Clemente Sala che ha ringraziato Casalmaggiore per avere permesso di continuare a celebrare l’illustre concittadino). Anche l’atelier Oratorio San Sebastiano di Rivarolo Mantovano e l’associazione Terre Casalasche hanno partecipato all’organizzazione della mostra, che sarà attiva per tutto il periodo della Fiera di San Carlo, costituendone un momento clou fino al 17 novembre.

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