Cronaca

Spaccata al Barracuda:
malviventi fuggono con
un bottino di 3000 euro

Nella fotogallery, le conseguenze della spaccata e l’azione dei malviventi

CASALMAGGIORE – Nuovo episodio di furto in un bar con l’utilizzo di un’auto come ariete. E’ accaduto la notte tra martedì 25 e mercoledì 26 febbraio in centro a Casalmaggiore, vittima il Bar Barracuda posto all’angolo tra via Cavour e via Martelli.

Alcuni malviventi hanno utilizzato un’autovettura per sfondare una vetrata che si trova in via Martelli, nonostante per farlo fosse necessario passare tra due pilastri e il vetro fosse protetto da una grata. Il fatto è accaduto attorno all’1 di notte, con il locale chiuso. Il boato ha svegliato parecchi cittadini, e l’allarme è scattato immediatamente. Addirittura uno dei baristi, che abita sopra il locale, ha assistito alla scena affacciandosi alla finestra. Rapida l’azione dei ladri: uno è rimasto sull’auto, due, col volto travisato e con indosso una tuta bianca, hanno fatto irruzione nel bar, ripresi dalle telecamere di videosorveglianza.

Non c’erano soldi in cassa, ma i ladri si sono diretti immediatamente verso una macchinetta cambiamonete, staccandola dalla parete dov’era attaccata all’alimentazione elettrica e caricandola sull’autovettura prima di darsi alla fuga. Si presume che l’apparecchio sottratto contenesse circa 3000 euro, ma il danno si fa ingente pensando alla spaccata. I Carabinieri sono intervenuti immediatamente, appena sentito l’allarme, ma ovviamente i malviventi, sapendo che la Caserma è vicina al luogo dell’azione, hanno agito in tutta fretta riuscendo a far perdere, almeno per il momento, le proprie tracce. Sul posto ci sono pezzi di carrozzeria lasciati a seguito del violento urto. Potranno servire per le indagini. Gli esercenti cinesi del bar presenteranno formale denuncia presso il Comando dei Carabinieri nel pomeriggio.

Da segnalare che nemmeno tre mesi fa un episodio simile avvenne ai danni del vicino Caffé Royal, sempre in via Cavour. Gli autori in quel caso, due nordafricani con precedenti specifici, furono arrestati e processati per direttissima, quindi condannati a 8 mesi ciascuno di detenzione con sospensione condizionale; di fatto subito in libertà.

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