Politica

Viadana in standby:
Prefettura e Ministero
prendono tempo

Nella foto, il comune di Viadana

VIADANA – Si complica la situazione politica viadanese, con il sindaco Giorgio Penazzi ancora in standby. Nella giornata di lunedì era attesa la decisione da parte della prefettura di Mantova in merito all’eventuale commissariamento del comune di Viadana: verdetto rimandato. Quello che manca, come spiegano i vertici dell’Istituzione mantovana è la risposta da parte del Ministero degli Interni sull’ipotesi di poter ritornare a convocare di nuovo il consiglio comunale per ripresentare il bilancio consuntivo, bocciato nella nota riunione del 30 aprile scorso. Questo perchè i termini per la presentazione di tale documento economico scadono il 30 giugno  prossimo. Un caso simile pare si sia già verificato in un comune della Toscana e quindi l’incertezza decisionale del Prefetto sembra dettata da un precedente che potrebbe fare scuola. Ben diversa sarebbe stata la situazione se il sindaco si fosse dimesso: non essendoci a Viadana questo tipo di condizione, l’amministrazione comunale rimane in carica nella prospettiva di riproporre, come si diceva, una possibile ulteriore convocazione del consiglio. I cui esiti però sono facilmente prevedibili considerando che Paolo Zanazzi (capogruppo consigliare del Pd) e compagni non sembrano assolutamente intenzionati a fare marcia indietro rispetto a quanto votato mercoledì scorso. Frattanto c’è da riferire un episodio curioso che dimostra, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, di quante manovre, discussioni e tattiche siano in corso a livello locale per cercare di sbloccare la situazione assolutamente complessa.

Lunedì sotto la casa del sindaco Giorgio Penazzi ci sarebbe stato un incontro singolare tra il primo cittadino, il suo predecessore Giovanni Pavesi ed un noto professionista locale. Il terzetto avrebbe avuto una lunga discussione dai toni a tratti sostenuti orientata a convincere il sindaco a riconvocare l’assemblea con lo scopo principale di guadagnare tempo. Con due obiettivi fondamentali nel caso il bilancio venisse definitivamente affossato. Il primo, quello di consentire una scelta adeguata da parte della Prefettura nell’invio del commissario a Viadana per gestire l’ordinaria amministrazione per un anno sino alle nuove elezioni comunali. Il secondo, per dare il tempo ai vertici del Pd di prendere decisioni drastiche nei confronti dei cinque responsabili della bocciatura del bilancio che verrebbero definitamente radiati dal partito. Una decisione pesantissima che segue quella recente del commissariamento dei due circoli Pd di Cogozzo – Cicognara e Viadana, a cui i ‘dissidenti’ non si sono adeguati presentando un ricorso che è ancora in attesa di esame.

Rosario Pisani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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