Cronaca

Il GdP di Viadana
chiude col dubbio
di “prassi inusuali”

VIADANA – Il destino dell’ufficio del Giudice di Pace di Viadana, già ampiamente segnato, ora è ufficialmente scritto: dal 30 ottobre, infatti, tutte le pratiche in essere presso l’ufficio dove ha lavorato sino a pochi giorni fa Giovanni Breviglieri, passeranno al Tribunale di Mantova. Dopo Casalmaggiore, che aveva salutato il Giudice di Pace già nell’aprile scorso, il comprensorio Oglio Po perde così completamente questo servizio, anche se va detto che la parte Casalasca, a causa della competenza strettamente provinciale dei casi e delle udienze, non avrebbe comunque potuto fare affidamento su Viadana, che gravita appunto attorno a Mantova.

A rendere ufficiale la decisione è il decreto numero 12 del 2014 da parte del Tribunale di Mantova, che ripercorre le tappe già note dell’ufficio viadanese del Giudice di Pace, dall’estremo tentativo dell’allora giunta Penazzi di mantenere il servizio facendo ricadere i costi sul comune, alla rinuncia definitiva da parte del comune stesso l’8 luglio, con decisione del subentrato commissario prefettizio Isabella Alberti, fino alla comunicazione in merito del Tribunale di Mantova al Ministero di Grazia e Giustizia, in data 1 ottobre, circa il venir meno “in modo definitivo dei presupposti per il mantenimento dell’ufficio, disponendone, di conseguenza, la definitiva chiusura.

Nessuna comunicazione ministeriale, spiega il decreto, è giunta e dal 29 ottobre cessa ogni obbligo di assistenza dei Tribunali: ciò significa che la gestione del Giudice di Pace passa in carico ai comuni che hanno fatto richiesta di mantenimento. Avendo però Viadana rinunciato e non avendo personale formato, ecco che dal 30 ottobre ogni atto passerà dal Giudice di Pace di Viadana a quello di Mantova. Una pietra tombale sulle residue speranze di dare un futuro “in loco” all’ufficio.

Non è tutto: il decreto infatti getta un’ombra (la cui portata va in realtà ancora quantificata) su alcune pratiche del Giudice di Pace viadanese. “Risulta pervenuta segnalazione dell’Ordine degli Avvocati di Mantova” sta scritto infatti nel decreto “su prassi quantomeno inusuali in atto presso quell’ufficio, consistenti nella ricezione degli atti da parte di persone estranee all’amministrazione giudiziaria e a quella comunale”. Il decreto promette di provvedere in separata nota, ma intanto lascia presupporre che alcuni documenti, a giudicare dal punto elencato, siano finiti in mani sbagliate o comunque non tenute a ricevere tali atti. Un capitolo finale che potrebbe dunque avere una scia polemica.

Giovanni Gardani

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