Cronaca

Angeli o demoni
della sabbia? Una piena
di polemiche

Nella foto, i primi sacchi posati dal Navarolo nel punto critico dell’argine di Santa Maria

CASALMAGGIORE – Sono state davvero tante le reazioni all’articolo degli “angeli della sabbia” che salvano la golena, pubblicato sabato 22 novembre. In particolare, rimostranze sono piovute da membri della protezione civile che vi hanno letto critiche al loro operato, o almeno scarsa valorizzazione mentre veniva esaltata un’operazione discutibile, per qualcuno anche delinquenziale. Lo strascico di polemiche è arrivato giovedì sera anche in Consiglio comunale, dove è stato chiesto al sindaco di prendere posizione a difesa dei volontari impegnati, evidentemente ritenuti offesi dall’articolo “incriminato”.

Diciamo subito che il termine di “angeli” si rifà a chi si presenta all’improvviso a dare una mano, si materializza sul posto e senza percepire l’ombra di un euro nemmeno di rimborso spese. Altra cosa è chi presta il suo supporto in modo organizzato come la protezione civile. A questa va il grazie incondizionato di tutti noi, non solo di chi vive in golena ma di tutti quelli che sono protetti dall’argine maestro: ha sempre retto, ma l’attenzione non va abbassata di un grado. Il loro lavoro è stato encomiabile. Da parte nostra abbiamo però descritto una singola operazione, condotta da un gruppo di persone che si sono impegnate a fondo per salvare la propria golena, e alle quali gli organi ufficiali non potevano dare una mano. Costoro non hanno alzato l’argine in una notte di un metro, potevano solo tamponare un breve tratto particolarmente critico, e lo hanno fatto con notevoli sforzi. Il grazie che hanno ricevuto da chi vive in golena è stato sincero, proviamo a pensare di trovarci acqua e fango in casa nostra senza speranza, ormai, di ricevere un’ombra di indennizzo perché la golena appartiene al fiume. Spesso ce la prendiamo giustamente con chi ha costruito, magari abusivamente, in zone a rischio, e poi magari ha approfittato di un condono. Sono casi ben diversi, la nostra gente vive in quelle cascine golenali da oltre un secolo.

Detto questo, il titolo era un po’ provocatorio, e già all’inizio del pezzo è stato specificato che a volte tra eroi e furbi il confine è molto sottile. Abbiamo anche aggiunto che hanno rischiato l’incolumità, e che non si tratta di un esempio da imitare. Di fatto ci siamo limitati a fotografare una situazione, non tanto per dare giudizi, poi ognuno ne tragga la propria conclusione, e se le cose a suo avviso sono andate diversamente lo dica pure.

Sta di fatto che nei giorni successivi all’alluvione si è iniziato a posare picchetti per la misurazione del livello arginale: quello comprensoriale è privato, ma ovviamente il livello lo stabilisce l’Aipo, e tendenzialmente è più basso di 120 cm rispetto al maestro. La sensazione è che la scarsa manutenzione abbia influito, e una prima conferma ci viene proprio dal Consorzio di Bonifica del Navarolo, che ha in gestione da anni il tratto di golena tra Motta e Martignana, mentre solo dal 1° gennaio 2014 anche quello di Agoiolo e Vicobellignano (prima era il Consorzio Santa Maria). Strana davvero questa doppia gestione della stessa golena. In ogni caso, se fino a Martignana problemi gravi non ne sono stati riscontrati, il tratto verso Casalmaggiore ha presentato forti criticità: l’argine è più stretto e presenta parecchie buche. E’ in atto dunque una revisione completa.

Sta di fatto che la posa di quei sacchi sul tratto più critico è stata compiuta mentre la piena si stava esaurendo, ma soprattutto, in quel tratto i primi sacchi li ha posati proprio il Consorzio del Navarolo. I privati, angeli o demoni che siano, sono arrivati dopo a dar manforte, ed hanno compiuto il loro miracolo.

Vanni Raineri

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