Cultura

Trieste e Legge Basaglia:
40 anni di riforma
visti da Franco Rotelli

Nella foto Franco Rotelli e uno scorcio di Trieste, città chiave della Riforma della Psichiatria in Italia

CASALMAGGIORE – Un casalese illustre, che ha lasciato il segno nel campo della psichiatria, divenendo anche il più fidato collaboratore di Franco Basaglia, il medico che più di tutti ha rivoluzionato l’Italia per quanto concerne la cura psichiatrica, spendendosi per la chiusura dei vecchi “manicomi” con la nota Riforma che segnò uno stravolgimento assoluto nel panorama medico. Parliamo di Franco Rotelli, che a 73 anni ha pubblicato il libro sui 40 anni di esperienza triestina di riforma e di lotta, della psichiatria e dei suoi luoghi deputati.

Il volume è stato presentato lo scorso 7 luglio a Milano presso la Casa della Carità di Crescenzago ed è già in vendita anche a Casalmaggiore presso la libreria “Il Seme”. Proprio a Casalmaggiore il volume sarà presentato a settembre, alla presenza dello stesso Rotelli, di Piero Del Giudice, Pietro Tenca, Guido Sanfilippo e Massimo Araldi.  “L’istituzione inventata. Almanacco. Trieste 1971-2010”, questo il titolo del volume edito da Alphabeta Edizioni di Bolzano, viene così recensito da Piero Del Giudice, casalese doc, che ha partecipato al dibattito di Milano il 7 luglio assieme a Virginio Colmegna: “Franco Rotelli ci racconta in quasi 400 pagine la riforma e l’estinzione dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Trieste, la trasformazione in legge dello Stato (1978, n.180) delle prassi dilagate di soppressione dei manicomi e liberazione degli internati. E ci racconta il lavoro che succede alla liberazione, i processi di riscatto e cura dei cosiddetti ‘alienati’, la necessaria modificazione dei nuclei familiari e del teatro sociale e di psicologia di massa, immobile da secoli attorno alla diversità-follia. E ci racconta anche la regressione, nel tempo della crisi”.

Non mancano i riferimenti di Rotelli, succeduto come noto a Basaglia nel coordinamento e direzione dei servizi di salute mentale a Trieste, le sue esperienze nei manicomi-lager di Leros, in Grecia, del Brasile, di Cuba, della Repubblica Domenicana, oltre che naturalmente d’Italia. Un percorso passato, per dirla con Del Giudice, “dallo scontro con i media e la cultura mediana, dal dispiegamento dell’esperienza centrale di Trieste in altre città italiane e nel mondo”. “Un procedere di felicità e drammatico. Raccontato attraverso gli altri e le proprie riflessioni, da un protagonista della riforma, inappagato riformatore consapevole che siamo solo all’inizio e che i tempi che viviamo sono quelli di una dichiarata regressione” come conclude Del Giudice nella sua recensione.

Giovanni Gardani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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