Cronaca

Tre giorni dopo…
“Violenza inaudita, e
tuttora non so perché”

Nella foto l’uomo aggredito assieme al connazionale “traduttore”

VIADANA – A distanza di tre giorni dall’aggressione subita ancora non conosce il motivo per cui è stato picchiato così violentemente, Jonathan Kwaku Amoabeng, il ghanese aggredito domenica pomeriggio in una cascina di Brescello a pochi chilometri da Viadana, paese dove abita in largo De Gasperi. Affermare che è stato picchiato per una pecora non è nemmeno esatto in quanto lui con i pastori, poi arrestati per violenza privata, non aveva mai parlato.

Con l’ausilio di un connazionale che fa da traduttore – il 32enne di etnia Ashanti non parla italiano e si esprime nella sua lingua madre – racconta ancora i fatti che lo hanno suo malgrado visto protagonista. “Non conoscevo quelle persone non essendomi mai recato in quella corte dove so che va tanta gente per approvvigionarsi di carne da consumare per le feste di Natale. Accompagnavo un amico di Reggio Emilia intenzionato ad acquistare una capra. Non ho nemmeno assistito alla trattativa che penso fosse già conclusa. Mi trovavo fuori dalla corte quando uno dei proprietari si è avvicinato strattonandomi la giacca. Gli ho detto di stare attento in quanto non mi sentivo bene”. L’africano che lavora a Sabbioneta da Ghinzelli era stato  investito da un auto a Cogozzo e per questo si trova ancora in convalescenza sino a metà gennaio.

“Quel tipo all’improvviso mi ha sferrato degli schiaffi in faccia. Allora ho fatto per chiamare i Carabinieri ma lui mi ha strappato il cellulare gettandolo a terra, continuando a strattonarmi e gridare cose che non capivo”. A quel punto Jonathan ha raccolto il telefono scappando verso l’argine dove è stato raggiunto ancora dal suo aggressore con una macchina dove c’erano altri tre uomini. “Un italiano che passava mi ha visto e mi ha aiutato a fare il 112, dando poi ai Carabinieri l’esatta località dove ci trovavamo. Ma i quattro mi hanno circondato mentre uno di loro con un ferro di acciaio ha cominciato a picchiarmi in testa, sul dorso e sulle gambe”. L’uomo, prima delle botte, sempre secondo la versione del ghanese, avrebbe anche tentato di investirlo con l’auto. “Sono riuscito ad evitare di essere travolto gettandomi a terra”. Subito dopo uno dei quattro avrebbe continuato a picchiarlo mentre qualcun altro gli portava via nuovamente il cellulare.

Quando la situazione stava diventando davvero drammatica sono arrivati altri ghanesi e soprattutto i Carabinieri con l’ambulanza che ha  soccorso il 32enne tutto dolorante e col volto trasformato in una maschera di sangue portandolo all’Ospedale di Guastalla. Dopo gli esami clinici i Carabinieri sono andati a prelevarlo portandolo in caserma affinchè riconoscesse i suoi aggressori, tutti e quattro nel frattempo arrestati. A sentire la sua versione viene il dubbio che gli agressori lo abbiano scambiato per un’altra persona. Adesso Jonathan Amoabeng cerca di superare non solo i traumi fisici ma anche quelli piscologici restando a letto con la testa fasciata e le pillole per lenire il dolore. Martedì è stato all’Oglio Po e questa mattina è atteso presso l’ospedale vecchio di Viadana per nuovi controlli e visite dato che continua a sentire mal di testa e dolori alla schiena.

Rosario Pisani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

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