Cronaca

Cane avvelenato da topicida. Si salverà, ma è allarme nell'area residenziale

Il proprietario del cane lo sta facendo curare, è andata bene: "E non è la prima volta - racconta l'uomo, che preferisce mantenere il più assoluto anonimato - adesso è sotto cura. Lo stiamo curando per farlo riprendere". La casa vicina ha avuto lo stesso tipo di problema

CASALMAGGIORE – Veleno per topi, di quello azzurro, che i cani mangiano per poi star male. E non è la prima volta, a quanto pare. Ad essere preso di mira il quartiere che sorge al di là della ex statale, subito dopo la rotonda delle scuole Medie. Un quartiere residenziale dove gli animali da compagnia sono parecchi. Almeno due i casi segnalati, di cui uno andato a segno. Il proprietario del cane lo sta facendo curare, è andata bene: “E non è la prima volta – racconta l’uomo, che preferisce mantenere il più assoluto anonimato – adesso è sotto cura. Lo stiamo curando per farlo riprendere”. La casa vicina ha avuto lo stesso tipo di problema una quindicina di giorni fa, ma lì la proprietaria dell’amico a quattro zampe ha trovato la busta vuota. Non si sa se fossero i residui del veleno della casa vicina o un tentativo di avvelenamento anche del suo. L’invito è quello comunque di prestare attenzione per i proprietari di cani della zona. L’avvelenamento resta un reato penale. L’art. 544-bis CP dice che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi”, mentre nel caso di maltrattamenti di animali, l’art. 544-ter CP dice che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche ecologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se (…) deriva la morte dell’animale”.

Nazzareno Condina

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