Cronaca

Fiera, latte, suini e... libertà. La Coldiretti fa quadrato.

“Qualcuno ci suggerisce di smetterla. Ma la libertà di pensare, di dire quel che si pensa, di dissentire quando necessario, di prendere decisioni 'non politicamente corrette', di decidere se partecipare o meno agli eventi, non ce la toglierà nessuno”

CREMONA – Coldiretti non arretra. Anzi. Rispedisce al mittente le accuse di fare il male del territorio non marciando con le altre categorie e sulla Fiera, sul latte, sui problemi agricoli, persino sulla libertà di dissenso è pronta a nuove battaglie. In prima fila c’è Paolo Voltini, presidente Coldiretti, del Consorzio Agrario e del Consorzio del Pomodoro.
Paolo Voltini, presidente provinciale della Coltivatori Diretti, lo fa in prima persona con un corsivo di apertura del numero di ottobre de “Il Coltivatore cremonese” dal titolo eloquente “Siamo liberi…anche se qui non è permesso dissentire” e dall’apertura del giornale, sempre a firma di Voltini, dove con “Coraggio: non accettiamo ricatti” si analizza la pesante situazione agricola provinciale nel campo delle produzioni, del latte, dei suini dove i Coldiretti sono gli unici a battersi per un prezzo più equo e un mercato più giusto.
Nel corsivo Voltini attacca il “sistema Cremona” che vieta la possibilità di dissentire dal potere costituito. “Qualcuno ci suggerisce di smetterla, di rientrare nei ranghi, che non possiamo essere sempre soli , che la pagheremo prima o poi – scrive Voltini – Ma la libertà di pensare, di dire quel che si pensa, di dissentire quando necessario, di prendere decisioni ‘non politicamente corrette’, di votare ad esempio il bilancio della Fiera non come fanno tutti gli altri, di decidere se partecipare o meno agli eventi, non ce la toglierà nessuno”. E sulla Fiera aggiunge: “Neppure chi pensa di intimorirci, di farcela pagare per qualche no che abbiamo detto, di attaccarci all’unisono, di incolparci delle difficoltà altrui. Che qualcuno ci dica che a Cremona la qualifica di socio in un Ente obbliga a rispondere sempre sì al padrone! E se non lo fai sei condannato, sei un traditore che vuole male al territorio!”  Sempre secondo Voltini, Coldiretti è una anomalia del territorio, un’anomalia grave perchè si permette di dissentire dal potere. “Ma noi continueremo ad essere liberi – aggiunge – indipendentemente da cosa dice il potere costituito”.
E sulle questioni agricole il secondo articolo ripete il concetto della libertà e del coraggio. Voltini rivendica il ruolo della Coldiretti sulle battaglie vinte come ad esempio l’etichettatura del latte fresco, dei formaggi, la cancellazione dell’Imu agricola, dell’Irpef e altro.
“Anche qui ci vuole coraggio e non è possibile abbassare lo sguardo quando abbiamo a che fare con quella parte del potere economico che considera gli agricoltori “soggetti” da spremere, “soggetti” a cui dire “il tuo latte te lo pago così, punto e basta”. Quella parte del mondo economico è fatta da gente che non ha avuto timori a lasciare sulla strada gli allevatori lo scorso anno. Gente che non ha avuto scrupoli a pagare agli agricoltori prezzi sotto i costi di produzione, gente che vende con marchi italiani latte, formaggio, carne suina, salami che non hanno nulla dei nostri territori.
Gente così. E chi li rappresenta che dice, oltre a condannare il comportamento di chi, come noi, dissente a Cremona su bilanci e partecipazioni alle Fiere? I comportamenti di questi industriali (grazie a Dio non tutti) fanno bene al nostro territorio? Eppure nessuno su queste cose dice niente! Per dimostrare di voler bene al territorio, basta annunciare feste e festival (cose buone, per carità)  come quelle del salame prevista l’anno prossimo, senza interrogarsi e dire pubblicamente con quali maiali si fanno i salami che portano il nome della nostra città? Un po’ di coerenza non guasterebbe.
Veniamo a noi. E’ già tempo di trattativa sul prezzo del latte. I motori si sono messi in moto con largo anticipo. Le condizioni sono cambiate e non sono cambiate perché le stelle si sono messe a girare dalla parte opposta. Sono cambiate per molte cose che abbiamo messo in campo solo noi. Sì, solo noi della Coldiretti, anche se parte della stampa locale non lo racconta, alla faccia del bene del territorio e della verità. Cito la più importante. Mi riferisco all’approvazione dell’obbligo della indicazione in etichetta dell’origine del latte e dei formaggi. Ricordiamocelo che questo è un successo di Coldiretti che oltre dieci anni fa raccolse oltre un milione di firme, che presentò al Parlamento, che approvò la legge. Da lì bisogna partire per arrivare al maggio scorso quando il Premier Renzi presentò in anteprima a diecimila agricoltori della Coldiretti lombarda, riuniti in assemblea a Milano, il decreto sulla etichettatura. Ora è anche arrivato il via libera di Bruxelles e tra qualche mese chi comprerà la mozzarella potrà sapere se c’è dentro il latte dei nostri allevatori o le cagliate del nord Europa.  Solo noi (mi riferisco al mondo cremonese, perché altrove anche altre rappresentanze hanno appoggiato queste battaglia), sì solo noi, abbiamo voluto ardentemente questa cosa. Fra quelli che a Cremona ci criticano, non abbiamo visto nessuno, al Brennero al nostro fianco, a denunciare l’arrivo in Italia di tanto latte trasformato poi in formaggio finto italiano.
Le condizioni sono cambiate, il prezzo del latte è cambiato, nonostante la nota multinazionale francese detentrice di tanti famosi marchi italiani continui a pagare prezzi infimi.
Noi, e qui mi rivolgo ai nostri allevatori, non dobbiamo buttare via questa opportunità. Non accettate ricatti  (in particolare dalla famosa multinazionale). Lo sappiamo che stanno venendo da voi con la minaccia di farvi pagare la “sanzione” per il latte che avete prodotto in più rispetto a quello che loro hanno stabilito (!) se non accettate di firmare un contratto che vi impegna a consegnare loro il latte anche per l’anno prossimo, sulla base della media del prezzo che si paga nell’Europa a 28 (oggi fermo a 26,5 centesimi).
Non accettate questo ricatto. Ricordatevi il valore della libertà. E poi ricordatevi che non siete soli. Date a Coldiretti la delega a rappresentarvi, a sottoscrivere accordi collettivi, così aumenta finalmente il potere contrattuale agricolo.
Oggi ciò è possibile in virtù di una norma che abbiamo scritto e che – grazie alla nostra reputazione, alla faccia di quel che dicono quelli del “vecchio potere cremonese” – abbiamo fatto approvare in Parlamento. Dice sostanzialmente che le Organizzazioni come Coldiretti sono autorizzate a sottoscrivere accordi quadro sul prezzo del latte.
E allora non cediamo ai ricatti e firmiamo la delega. Così si cambia. E se non ora che abbiamo queste opportunità, quando?
Siccome a Cremona qualcuno oscura quel che facciamo e diciamo  (che segno di debolezza!) ricordo che il 29 settembre il Premier Renzi è venuto per la terza volta in un anno ad una grande assemblea di Coldiretti con diecimila persone presenti a Firenze (c’eravamo anche noi) e ha detto che dal 2017 gli agricoltori non pagheranno più l’Irpef. Dimenticavo: lo stesso capo del Governo proprio un anno prima, in un’altra grande assemblea di Coldiretti in Expo con trentamila persone, annunciò l’abolizione di Imu e Irap per gli agricoltori!
Ci sarà un motivo perché queste cose Renzi viene a dirle solo alle assemblee di Coldiretti? Certo che c’è ed è semplice: va a dirle a chi queste cose le ha chieste!
Ritorno sull’Irpef agricola che scompare nel 2017 per ricordare quel che il Capo del Governo ha detto per giustificare questa decisione. In sostanza il motivo è questo: “aboliamo l’Irpef perché riconosciamo il ruolo che nel Paese voi svolgete e voi della Coldiretti ce lo avete dimostrato”. Ci sarebbe da dire tanto, ma questo basta, per stabilire chi vuole bene al Paese.

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