Cultura

Ha chiuso Onde Radio, una mostra da non dimenticare a Palazzo del Bue

L'unica pecca di tutto questo straordinario evento stato il guasto improvviso negli ultimi giorni del sistema locale di wireless, a conferma di come la tecnologia attuale possa ancora far rimpiangere ciò che più di mezzo secolo fa gli uomini erano in grado di realizzare con tanto ingegno.

RIVAROLO MANTOVANO – Trecento persone hanno visitato la Mostra “Onde sonore” allestita presso il Palazzo del Bue a Rivarolo chiusa domenica a mezzogiorno a due mesi di distanza dalla inaugurazione. Chi non ha potuto vederla, si è davvero perso qualcosa di molto interessante perché non si trattava della solita vetrina di radio antiche come si poteva immaginare.

Il titolo d’altra parte lo spiegava bene. Un racconto visivo delle onde radio diffuse nell’etere partendo da Guglielmo Marconi sino ad arrivare ai giorni nostri con i programmi digitali e i cellulari che altro non sono che i sistemi inventati cinquanta e più anni fa pur, senza i mezzi tecnologici di oggi. Ivan Schirolli e Sauro Poli, rispettivamente il braccio e la mente come si autodefiniscono, muniti di santa pazienza sono andati alla ricerca di pezzi rarissimi e difficilmente visibili in una unica mostra mettendoli a disposizione del pubblico aggiungendovi la loro passione e la competenza per spiegare le funzioni di ogni pezzo. Radio Galena ad uso militare, apparecchi ad onde medie e corte prima della Fm, e poi nel ’54 l’avvento dei primi televisori assomiglianti a cassoni di legno con manopole sino alle radio pirata poi diventate private.

Pezzi curiosi tra cui la radio rurale osteggiata dal Fascismo sino ad arrivare a curiosi oggetti da designer come la radio abat-jour uscita dagli stabilimenti Europhon di Bozzolo o l’apparecchio a cubo della Brionvega che però la mostra non è riuscita ad ottenere da un privato collezionista, troppo geloso dei propri oggetti. Tra i reperti visibili anche i libretti di abbonamento alla Rai, a dimostrazione di come la tassa radiotelevisiva fosse già allora pretesa dall’ente di Stato. Alla mostra è stata abbinata anche la proiezione in anteprima di un filmato di circa 100 minuti realizzato dal regista Massimo Ivan Falsetta ed intitolato Onde Road: l’unica pecca di tutto questo straordinario evento stato il guasto improvviso negli ultimi giorni del sistema locale di wireless, a conferma di come la tecnologia attuale possa ancora far rimpiangere ciò che più di mezzo secolo fa gli uomini erano in grado di realizzare con tanto ingegno e scarsi mezzi elettronici.

Ros Pis

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