Politica

Zenith, il confronto
in sei punti davanti
a 200 persone

Un confronto con clessidra e una risposta di pubblico inizialmente fredda (100 persone appena) e poi leggermente migliorata con il passare dei minuti (200 persone, il picco massimo). Con questi due cardini si è svolto ieri sera al cinema teatro Zenith di Casalmaggiore il confronto tra i sette candidati di Casalmaggiore a Camera, Senato e Regione. Presenti, all’ingresso e in sala, i “grillini”, che hanno distribuito materiale informativo, senza boicottare l’evento al quale avevano scelto di non partecipare non senza polemiche.

La prima promessa dei candidati, non elettorale, su invito di Marco Bazzani, giornalista moderatore, è stata quella di ritrovarsi per una pizzata post-elettorale a breve. Bazzani ha poi esposto le regole: “Tre minuti a testa per l’introduzione e poi sei domande a carattere generale con due minuti per ogni candidato. Se si risparmiano secondi, si potranno utilizzare per le risposte successive, come un tesoretto. Ad ogni giro di domande comincerà un candidato diverso e poi si andrà in successione. Dato che i rappresentanti di Centro e di Sinistra sono da soli, daremo a loro qualche secondo in più per la par-condicio”.

Poi la presentazione dei candidati. Michela Scaramuzza, candidata per Fli alla Camera, ha ammesso di essere emozionata. “E’ la prima volta che parlo in pubblico. Mi sono candidata perché credo che la politica abbia bisogno di fare servizio e non di votare sul fatto che Ruby sia o meno nipotina di Mubarak. Destra e sinistra non esistono più, sono etichette superate. Esiste chi fa e chi non fa, chi fa bene e chi fa male. Noi siamo per una politica di costruzione con la legalità alla base di tutto”.

Paola Bandini, candidata per il Patto Civico Ambrosoli alla Regione, si è poi così espressa: “Il Listone ha appoggiato la mia candidatura per fare sentire la voce di un territorio isolato. Io voglio essere interlocutrice del locale. Siamo una zona lontana da Milano e poco numerosa, ma non siamo gli ultimi e per dare un segnale abbiamo costituito il comitato elettorale proprio a Casalmaggiore. Vogliamo puntare sull’agricoltura come economia del futuro e partecipando in prima persona, indichiamo la strada: dare credito ai cittadini, non solo ai politici che non sanno cosa fare”.

Giacinto Boldrini fa il bis: candidato per il Partito Pensionati (che appoggia Maroni e il Pdl) a Regione e Senato, da senatore uscente. “Credo mi conosciate tutti: se sarò rieletto dovrò terminare i compiti lasciati in sospeso nei miei mesi a Roma. L’agricoltura va al primo posto, dopo che un settore di eccellenza come l’agro-alimentare è stato messo tra parentesi da una politica poco sensibile. Il casalasco ne trarrebbe indubbio giovamento”.

Pierluigi Pasotto, in lizza per Rivoluzione Civile Ingroia al Senato, ha ricordato la sua trafila lavorativa (oggi lavora da Marcegaglia). “Noi siamo antitetici a Berlusconi, a Monti, a vari programmi. Abbiamo tre questioni di sistema, che ci stanno a cuore: la questione morale, che viene prima di tutto, la questione sociale e la questione dell’Europa, per capire in che rapporti siamo con loro. Nel mio pantheon metto Pertini e Berlinguer: proprio quest’ultimo nel 1981 indicò il problema morale della politica. Una questione più che mai attuale. Siamo qui per approfondire i rapporti pubblico-privato e per far capire che un territorio a vocazione agricola non necessariamente ha bisogno di grandi opere, anzi deve fare una scelta. Siamo alternativa, non alternanza”.

Spazio poi a Filippo Bongiovanni, in corsa per la Camera per la Lega Nord. “E’ la mia seconda candidatura, ma stavolta ho qualche chance in più. L’Italia non è stata salvata dal Governo Monti, ma da Mario Draghi con la Bce. Non so se sapete che è stato approvato in Parlamento il Fiscal Compact, con il voto contrario della Lega, misura per la quale entro 20 anni il rapporto debito pubblico/Pil deve scendere dall’attuale 126% al 60%. E’ dura e per questo tocca mettere l’economia al primo posto. Siamo consapevoli che la partita più grossa si gioca in Lombardia: trattenere il 75% di tasse sul territorio regionale significa avere, da subito, 16 miliardi di euro a disposizione in più. Se riparte il Nord, riparte l’Italia: noi siamo gli unici a indicare soluzioni pratiche”.

Massimo Mazzoli, new entry rispetto al primo programma ufficioso, si candida per il Centro Democratico di Tabacci (a sostegno di Bersani premier) alla Camera. “Ho aderito convinto alla proposta dopo anni di passione civile e volontariato. Il Centro Democratico pensa a una soluzione economica, ma prima ancora civile, morale ed etica. Siamo fuori dal bipolarismo muscolare di questi anni, che ha privilegiato lobby e politiche a corto respiro. Ora serve un ampio respiro per uscire dai nostri problemi strutturali. Monti è stato bravo sul debito, meno sui deboli. Noi siamo una gamba di centro che appoggia il centro-sinistra e siamo convinti che non ci siano diritti senza doveri, in primis per noi cittadini”.

Ha chiuso il giro di presentazioni Giuseppina Mussetola, candidata alla Regione per Maroni Presidente. “Vivo e lavoro a Casalmaggiore e ho avuto modo di avvicinare molti. Stasera posso parlare anche ad altri: la prima reazione, diffusa, dopo scandali e problemi, è l’astensionismo, ma non bisogna mai reagire d’impulso. I grandi cambiamenti si fanno infatti nella cabina elettorale: vogliamo far ripartire l’economia per agganciarci alle grandi correnti. Maroni in tal senso ha un alto profilo istituzionale ed è la persona giusta, essendo interprete di valori politici e morali. Teniamo le risorse laddove sono prodotte, chiedendo allo Stato di non essere esattore e basta”.

Poi sono iniziate le domande, sei in tutto, che noi proponiamo in sei sezioni distinte, per facilitare il compito al lettore e per dovere di completezza.

Giovanni Gardani

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