Viadana, Frijio durissimo
con Penazzi: “Si corregga
o lo querelo io”
Nuova risposta di Giovanni Frijio a Giorgio Penazzi, dopo le accuse reciproche scaturite dal comunicato del candidato al Senato per Sel in prima battuta. “Sono responsabile di ciò che dico io” precisa Frijio “non di ciò che vuol capire il sindaco”.
“Il sindaco di Viadana” spiega “tenta di trasformare il mio invito a tenere alta la guardia sulla legalità, in una inesistente accusa al comune: la mia è una semplice riflessione politica basata su fatti, notizie e commenti interni alla sua maggioranza e molteplici articoli di giornali sulla stampa locale, che manifestavano a giorni alterni la crisi di maggioranza e la diffusa percezione di illegalità in diversi comuni. Invece di occuparsi dei temi contenuti nei miei articoli, con i quali bisognerà confrontarsi se si vuole il bene della comunità viadanese, personalizza la questione con toni offensivi e minacciando querele”.
La querelle si sposta poi su una questione “geografica”, per così dire. “Con l’affermazione sulla mia provenienza territoriale, dove secondo lui, “la democrazia trova difficile interpretazione”, estende l’offesa alla Calabria e a tutti i territori del sud. Visto come stanno le cose a Viadana ritengo che il dottor Penazzi non possa dare lezioni di democrazia. Personalmente non mi vergogno per nulla delle mie origini calabresi, orgoglioso di radici culturali, di un territorio e popolo con una storia di antica civiltà che non ha nulla da invidiare a nessuno. Voglio ricordare però che io ho vissuto per più di trenta anni in Germania, dove non mi sono mai sentito tanto straniero, nessun sindaco tedesco si è mai permesso di fare affermazioni simili alle sue, sulle diversità etniche”.
“Ho ricoperto ruoli nelle istituzioni italiane di emanazione consolare e tedesche” continua Frijio “per 15 anni sono stato presidente del consiglio comunale degli stranieri, impegnato per più di trenta anni per il primo diritto di cittadinanza, quello del voto attivo e passivo degli stranieri a livello comunale nei comuni di residenza dei paesi della comunità europea. L’anno successivo al raggiungimento di questo obiettivo, sono rientrato in Italia, e dopo alcuni anni che vivevo a Viadana, mi è crollato il mondo addosso nel sentirmi dire dal partito nel quale avevo militato per 36 anni (Pci, Pds, Ds) che non sarei stato candidato alle elezioni comunali. Di questo si tratta e non di richiesta di poltrona di assessorato. A dimostrazione di ciò c’è una lettera spedita all’epoca dei fatti, alla segretaria dei Ds, letta poi in una riunione di direttivo, comunicando la mia auto-sospensione dal direttivo e dal partito, esprimendo la mia delusione e rammarico per essere stato escluso dalla lista dei candidati. Quindi l’affermazione del sindaco è falsa come è falsa l’affermazione, secondo la quale io ero iscritto al Pd, partito al quale non sono mai stato iscritto”.
Toni durissimi. “La sua minaccia di querela” precisa Frijio “su presunte false affermazioni è priva di fondamento, semmai potrei essere io a querelare il sindaco per false affermazioni sul mio conto. Per cui lo prego di voler correggere tramite stampa le inesattezze. Il verticismo dei Ds voleva togliermi quel diritto di cittadinanza che per 36 anni non avevo potuto esercitare. Considerando anche le circostanze, ho ritenuto opportuno candidarmi fra l’altro in un partito che sosteneva Pavesi sindaco, con Ds, Rifondazione e Idv, alleanza che in quegli anni faceva comodo oltre che a livello nazionale, anche in tutte le regioni, province e comuni. La mia non è stata neanche una libera scelta, ma la reazione ad una azione che limitava i miei diritti di cittadinanza. Quindi un cambiamento forzato, un episodio che non può scalfire i miei 36 più 6 anni di appartenenza alla sinistra. Tutti i partiti hanno più volte cambiato nome, d’altronde Fromm affermava che “solo gli imbecilli non cambiano mai”. Sinistra ecologia e libertà non è un partito estremista e l’abbiamo dimostrato, è un partito con un retroterra politico culturale di sinistra, democratico, laico non laicista, ecologista, con sani principi di libertà e senso di responsabilità”.
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