Bonifiche, l’assessore
Fava: “Urgono interventi
per Navarolo”

Nella foto, Gianni Fava ed il Consorzio di bonifica Navarolo
“Se questa parte di territorio, negli ultimi decenni, non ha mai subito allagamenti in casi di piena, lo si deve al grande lavoro svolto dal Consorzio di bonifica Navarolo, all’efficienza di strutture che ormai hanno, però, quasi un secolo di vita e hanno bisogno di ammodernamenti e migliorie per restare al passo con le esigenze dei tempi. Beni e strutture la cui gestione non è solo di interesse del mondo agricolo, perché svolgono una vera e propria funzione di difesa idraulica del territorio”.
Si è espresso così l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, venerdì in visita ai due impianti idrovori di San Matteo delle Chiaviche, frazione di Viadana, e di Roncole, in località Bocca Alta, nel comune di Gazzuolo – in provincia di Mantova -, che fanno capo al Consorzio di bonifica Navarolo. “Il reticolo idrico superficiale di una delle parti più produttive del pianeta, come sono il basso Mantovano e il Cremonese – ha spiegato l’assessore – è opera di grande ingegneria che però ha bisogno di essere sostenuta e mantenuta”. “Chiederò nei prossimi giorni alla collega Viviana Beccalossi che ha competenze in materia di gestione delle bonifiche – ha detto Fava – di venire a visitare il consorzio di bonifica Navarolo per rendersi conto direttamente della grande qualità del lavoro svolto da questa struttura e del fatto però che serviranno interventi significativi per ripristinare il reticolo e programmare al meglio la gestione di un bene che non è solo di interesse del mondo agricolo, ma che al contempo svolge una vera funzione di difesa idraulica del territorio”.
“Parliamo di impianti storici perché entrambi i manufatti risalgono agli anni 30 – ha ricordato Fava – e perché da allora rappresentano di fatto un museo funzionante di archeologia industriale, riconosciuto peraltro dalla Giunta regionale lombarda nello scorso luglio per la specificità dell’Ecomuseo delle acque; al contempo costituiscono ancora oggi a oltre 80 anni dalla loro realizzazione un esempio unico per capacità e funzionalità”. “Si tratta della più grande opera di regimentazione idraulica di questa parte di territorio che di fatto ha grandi potenzialità in termini di utilizzo e al contempo provvede al buon funzionamento delle attività agricole di quest’area”.