Quando la Preistoria
diventa interattiva: ecco
il ‘nuovo’ museo Platina
Nella foto, l’inaugurazione del ‘nuovo’ museo Platina
PIADENA – Dall’antichità Paleolitica di una punta di selce databile 14mila anni fa, allo sguardo proiettato al futuro con l’installazione di schermi touch screen, software di navigazione e copertura wi fi dell’intero spazio espositivo. L’inaugurazione dell’estensione del Museo Archeologico Platina di Piadena, tenutasi sabato pomeriggio di fronte ad un nutrito pubblico, rappresenta un passaggio storico per l’intero Sistema Museale Cremonese.
“Il primo grazie va alla Fondazione Vacchelli”: precisa il vicesindaco di Piadena Gianfranco Cavenaghi, che ha ripercorso le tappe amministrative fondamentali per l’apertura del nuovo spazio espositivo, ubicato nell’ex convento dei Gerolimini, palazzo seicentesco che accoglie anche il municipio piadenese. Gabriella Malanca prima, Bruno Tosatto poi: proprio al compianto primo cittadino è andato il pensiero più profondo, da parte di Cavenaghi e non solo. “Ha fatto di questo museo un dogma. Tosatto ha dato la vita per il bene della comunità”. Alla conferenza di inaugurazione, erano presenti anche l’assessore alla Cultura del comune di Piadena, Annunciata Camisani, l’assessore alla Cultura dell’ente Provincia di Cremona Chiara Capelletti, il consigliere regionale Carlo Malvezzi, il presidente del Gal Oglio Po Giuseppe Torchio – particolarmente commosso nel ricordare la figura di Tosatto -, una rappresentante della Soprintendenza Archeologica della Lombardia Cristina Longhi, il conservatore del museo Marco Baioni e l’architetto Andrea Perin.
“Investire in cultura non è una scelta di retroguardia”: è il plauso di Malvezzi che ha poi ribadito l’importanza dell’unione tra iniziativa pubblica e privati, che sottende anche alla realizzazione del nuovo museo piadenese. “Investire in cultura, oggi, ha del miracoloso”: così Capelletti ha fatto da eco alle parole del consigliere regionale. “Vero che piccolo è bello – ha proseguito l’assessore alla Cultura provinciale -, ma da soli non si va da nessuna parte. Ecco perché è importante la territorialità, il fare sistema. Bisogna prendere esempio dal lavoro di Bruno Tosatto”. E di sistema, di sinergie tra museo e patrimoni di un intero comprensorio, quello Oglio Po, ha parlato Torchio: “Solo quando collegheremo i musei del territorio, creando itinerari e proposte che sappiano valorizzare l’intero comprensorio, allora sì che potremmo considerarci maggiorenni”.
Impedire la dispersione del ricco patrimonio archeologico del piadenese, promuovere l’interesse e lo studio delle antiche civiltà che si svilupparono ed estesero in questi luoghi: su queste basi si fonda la storia ultracinquantennale del museo Platina, che con l’estensione odierna fa un ulteriore passo nel futuro. Un passo riassunto nelle parole del conservatore Baioni: “Non serve solo preservare ciò che deriva dalla storia, dal nostro terreno. Bisogna anche comunicarne l’importanza”. In questo senso il nuovo museo Platina vuole essere “uno spazio espositivo che parla ad un pubblico trasversale, nativi digitali compresi”. Da qui i tour interattivi attraverso una sorta di videogame con tanto di proiettore e schermo touch screen. Da qui, i percorsi per non vedenti, le attività didattiche, il wi fi. Il tutto, senza mettere in secondo piano le migliaia di reperti in mostra e la storia antica di un intero territorio. Il nostro.
Simone Arrighi
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