Cronaca

Delitto Gobbi,
nessun coinvolgimento
per la ditta Luma

Nella foto, l’auto in cui venne ritrovato il cadavere di Giorgio Gobbi

VIADANA – Sono state aperte due inchieste per l’omicidio di Giorgio Gobbi, 43enne originario di Rivarolo Mantovano e residente a Cicognolo che venne trovato cadavere nel bagagliaio di una Range Rover nel parcheggio del centro commerciale CentroTorri di Parma, il 5 dicembre del 2014. Tre gli uomini che verranno rinviati a giudizio dalla Procura di Mantova per omicidio volontario e occultamento di cadavere: il cognato di Gobbi, il 48enne Luciano Bonazzoli, che aveva confessato l’omicidio per una questione di debiti non legata alla Luma Srl – come erroneamente riportato il 25 settembre 2015 e poi rettificato su segnalazione del legale dell’azienda, l’avvocato Cesare Barzoni, in quanto la ditta non si trovava all’epoca e non si trova ora in alcuna posizione debitoria nei confronti di Gobbi o di chiunque altro coinvolto nella vicenda -; Roberto Infante, 50enne artigiano edile e conosciuto organizzatore di eventi, resosi complice di Bonazzoli; un 47enne imprenditore di Porto Mantovano, ritenuto responsabile di aver fatto sparire nel canale Diversivo a Soave il fucile da caccia con cui è stato freddato Gobbi.

Gli investigatori stanno seguendo anche una seconda pista, legata ai soldi e ad ambienti mafiosi. Per questo motivo è stato aperto un fascicolo dalla Dda di Brescia. Nello specifico, l’omicidio potrebbe rappresentare una sorta di regolamento di conti, connesso alla ‘ndrangheta e alla cosca di Nicolino Grande Aracri.

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