Politica

Imu e Tasi, ecco comuni
che riceveranno
rimborsi dallo Stato

Ci sono anche 16 comuni della provincia di Cremona nell’elenco dei 3500 beneficiari del nuovo fondo Imu-Tasi 2015. Il capoluogo fa la parte del leone con oltre un milione di euro. Assenti invece gli altri centri con alta popolazione, a partire da Crema e Casalmaggiore. Rispetto ai fondi erogati nel 2014 cambiano le risorse complessive (erano 625 milioni, oggi scesi a 530) e anche le regole. Il fondo Tasi 2014 era rivolto ai comuni che fra il 2012 e il 2013 avevano alzato le aliquote dell’Imu sull’abitazione principale e dunque non avrebbero potuto pareggiare i conti alla luce dei tetti posti al nuovo tributo. Quest’anno si sono aggiunte le compensazioni a favore degli enti che si sono visti un forte taglio delle risorse in cambio del nuovo gettito da Imu agricola, circostanza che ovviamente non riguarda la nostra provincia.

Dei 530 milioni, quasi 60 servono proprio per limitare i danni dell’Imu agricola, quindi di fatto dai 625 milioni del 2014 si è scesi a poco più di 470 milioni. Consideriamo che i 350 comuni in elenco sono quelli con le aliquote generalmente più alte sulla prima casa, che quindi possono recuperare parte dell’imposta. Ad ognuno di questi comuni lo Stato ritorna il 75,6% dell’assegno incassato l’anno scorso. Chi in pratica si è limitato ad applicare l’aliquota standard non riceve alcuna somma.

Quanto all’Imu agricola, lo Stato restituisce circa un quinto dell’imposta complessivamente raccolta (260 milioni di euro), anche se su questo tema occorre attendere il verdetto del Tar del Lazio. La pubblicazione delle cifre da parte del ministero dell’Interno si spiega con la necessità di fornire i dati ai comuni prima che questi chiudano il bilancio, anche se l’erogazione effettiva avverrà solo dopo la pubblicazione del decreto ministeriale sulla Gazzetta Ufficiale.

Ma veniamo ai 16 comuni cremonesi che hanno beneficiato delle risorse. Incasseranno in totale un milione 607mila euro, gran parte dei quali andranno come scritto al capoluogo. Questo infatti l’ordine (decrescente) dei 16 comuni: Cremona (1.125.203 euro), Soncino (148.596 euro), Pandino (81.205 euro), Sesto ed Uniti (45.626 euro), Casale Cremasco Vidolasco (37.368 euro), Gerre de’ Caprioli (30.726 euro), Sergnano (28.909 euro), Martignana di Po (28.076 euro), Solarolo Rainerio (22.702 euro), Fiesco (16.769 euro), Offanengo (16.316 euro), Pescarolo ed Uniti (13.197 euro), Castelverde (6.220 euro), Pozzaglio ed Uniti (1.753 euro), Pianengo (1.585 euro), Voltido (1.509 euro).

Comuni del Cremonese, del Cremasco e del Casalasco, appunto quelli dove la tassa sulla prima casa era più alta. Facendo il raffronto col numero di abitanti, la media più alta per cittadino è quella di Cremona, ma spiccano anche Soncino e Sesto Cremonese. Ma per quanto concerne il comprensorio Oglio Po, non possiamo scordare i dati che riguardano Sabbioneta (3.820,57 euro) e San Martino dall’Argine (2.490,91), pur con cifre relativamente basse.

Quanto ai comuni nazionali, il dato che balza immediatamente all’occhio è quello relativo a Milano, che da sola incasserà il 13% della somma totale (comprensiva anche dell’Imu agricola). A Milano andranno infatti 67,6 milioni di euro. Seguono, nell’ordine, Napoli (28,1 milioni), Torino (27,8 milioni), Genova (20,8 milioni), Roma (18,6 milioni), Catania (9,3 milioni), Palermo (9,2 milioni), Brescia e Parma (8,3 milioni), Perugia (6,9 milioni), Bologna e Foggia (5,4 milioni), Messina (4,9 milioni), Reggio Emilia (3,9 milioni), Ravenna (3,8 milioni), Alessandria e Ancona (3,6 milioni), Siena (3,3 milioni), Viareggio (3,1 milioni), Modena (3 milioni), Caserta e Firenze (2,4 milioni), Agrigento (2,3 milioni), Benevento e Cosenza (2,2 milioni), Verona (2,1 milioni).  Faenza, Pomezia e Potenza sfiorano i 2 milioni di euro, seguono gli altri comuni. Ovvio che le città più grandi siano le maggiormente beneficiate dal riparto, ma ci sono grandi città che non riceveranno un euro; questo perché si sono mantenute sempre fedeli all’aliquota standard.

Vanni Raineri

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