Politica

Busi in Consiglio,
la difesa di Vacchelli:
“Trovati tanti debiti”

Nella fotogallery alcuni momenti del consiglio comunale di martedì sera

CASALMAGGIORE – Il punto all’ordine del giorno che ha maggiormente impegnato il consiglio comunale di martedì sera, con circa tre ore di discussione, ha visto protagonista il presidente della Fondazione Conte Carlo Busi, Franco Vacchelli, che ha relazionato circa la gestione del nuovo Cda. Un intervento sollecitato dalle minoranze e avvenuto dopo settimane di agitazioni che hanno visto coinvolti anche i sindacati di riferimento.

FONDAZIONE BUSI: LA RELAZIONE DI VACCHELLI – Anticipato dal ricordo di Carlo Arduini, ex consigliere del Busi e volontario del Piedibus recentemente scomparso, Vacchelli ha passato in rassegna vari punti della gestione avviata dal nuovo Cda. Quelli che maggiormente hanno interessato i diversi dipendenti della Fondazione presenti in sala adunanze hanno riguardato, prima di tutto, lo slittamento del pagamento degli stipendi, che con l’anno nuovo passerà al 10 del mese successivo (il primo cambio avverrà a febbraio). “Lo spostamento – ha spiegato Vacchelli – trova giustificazione nel fatto che l’Asl paga dopo il 27 di ogni mese. Ciò comporta la richiesta di un fido bancario per erogare gli stipendi. Il costo di questo fido è di 4mila euro all’anno. Perché regalare questi soldi alla banca?”: si è chiesto il presidente della Fondazione. “Il bailamme scatenato ad arte sa di un avvertimento dei sindacati, un avviso che tutto deve passare attraverso la concertazione, ma in un’orchestra dove si deve suonare solo il loro strumento”: così Vacchelli. “Vero che questi 4mila euro sono solo una goccia rispetto al nostro rendiconto”.

Il presidente ha poi elencato gli interventi del Cda sul bilancio della Fondazione: “Abbiamo ridotto il costo della reperibilità dei medici, diminuito il compenso della dietista, del farmacista, rinegoziato il mutuo bancario che costa 44mila euro ogni sei mesi. Abbiamo risolto l’annosa contesa nei confronti della Santa Federici” che ora pagherà circa 9mila euro annui di affitto. Tra le altre voci, il risparmio lo si è trovato anche con l’abolizione dei pacchi natalizi ai dipendenti. “Ricordo che il Busi ha le rette più basse dell’intera provincia”: ha sottolineato Vacchelli, che ha poi rivelato, su richiesta del consigliere Orlando Ferroni, la valutazione fatta dall’Asl sui servizi erogati alla Casa di Riposo di via Formis al momento dell’insediamento del nuovo Cda: “Occupavamo l’ultimo posto in provincia, con una percentuale di valutazione intorno al 50%. Oggi siamo al 93%”.

Sul rapporto coi sindacati, Vacchelli non è stato morbido: “Questo Cda non intende delegare quanto gli compete da statuto. Non possono essere adottate soluzioni da chi non conosce a fondo i problemi. Come mai per almeno un ventennio i sindacati non si sono mai fatti sentire? Nel 1996 la Fondazione ha partecipato con 221 milioni all’acquisizione della cascina di Villanova, solo sei anni dopo definita un fatiscente rudere che da ultima perizia avrebbe valore di circa 90mila euro. Nel 2012 sono stati venduti terreni e attivato un mutuo di 860mila euro per comprare casa Fontana, il cui costo era di 575mila euro. Dov’erano i sindacati all’epoca di queste operazioni?”. Vacchelli ha quindi elencato una serie di mancate entrate, contenziosi, rischi legati all’incuria di locali e interi edifici. Circa 113mila euro era il costo annuo del direttore amministrativo, figura non più coperta per volere del Cda. Per quanto concerne le spese, “abbiamo istituito il reparto solventi, trasferito il centro diurno integrato in struttura, acquistato nove sollevatori a binario del valore di 1600 euro l’uno, comprato un tosaerba da 2500 euro, messo a rendita un terreno agricolo, stipulato un contratto di locazione del medico di guardia, fatto corsi di aggiornamento ai dipendenti, risolto il grande problema della cucina. Rinegoziando i mutui abbiamo poi risparmiato oltre duecentomila euro”.

Tutte cifre poi mostrate dal vice presidente del Busi, Angela Bigi. “Il mio stipendio? 3407 euro all’anno in busta”: ha detto Vacchelli, che ha poi focalizzato l’attenzione sul confronto con la precedente gestione. “Nel 2011, 2012 e 2013 si sono verificate chiusure di esercizio in perdita. A fine giugno 2015 eravamo in attivo di oltre 80mila euro”. Nell’agenda futura, molti interventi alcuni dei quali definiti dallo stesso presidente dei sogni. Il più concreto, riguarda la residenzialità leggera. Da rivalutare, secondo il Cda, saranno poi i contratti di assunzione, con il richiamo ai sindacati “ad ammainare le bandiere di guerra”. Da risolvere il problema del direttore sanitario: “Dobbiamo assumere una figura scegliendo da un albo di persone qualificate e con esperienza di almeno cinque anni”. Altre iniziative futuribili: “Installare un impianto di video sorveglianza. Migliorare il sistema per il controllo delle uscite degli ospiti. Consentire l’accesso ad animali di compagnia in struttura. Mantenere aperto il bar”. La vicepresidente Bigi ha poi evidenziato come lo stato patrimoniale superi i 30milioni di euro di immobilizzazioni, “mentre il nostro esercizio è iniziato con al passivo debiti nei confronti dei fornitori per oltre 100mila euro. Sono stati rivisti i contratti di consulenza, di lavastoviglie e pulizie. Incasseremo 9500 euro annui dalla Santa Federici. Siamo passati da 159 a 164 dipendenti. L’obiettivo che ci siamo dati? Chiudere almeno in pareggio”.

FONDAZIONE BUSI: IL DIBATTITO – Il primo ad intervenire una volta aperto il dibattito è stato Ferroni: “Sono emozionato per quanto fatto dal nuovo Cda e al contempo scandalizzato dall’operato di chi c’era prima. Chi ha il coraggio di dire che il Cda ha lavorato contro i dipendenti é un ipocrita”. Da Cnc, Mirca Papetti ha commentato come “vi sia un vizio di forma generale”: “La gestione andrebbe affidata a persone altamente qualificate”. Alla domanda, “Cosa vi aspettavate al momento dell’insediamento?”, Vacchelli ha risposto: “Non ho ambizione politica, ho solo voglia di fare qualcosa per la comunità. Quando sono stato eletto mi è stato riconosciuto di essere super partes”. Il capogruppo del Listone, Maurizio Toscani, ha specificato come a Casalmaggiore “gli enti di secondo livello abbiano storicamente una gestione sganciata dai partiti politici”. L’esponente di minoranza ha poi sottolineato con rammarico “l’attacco frontale di Vacchelli ai sindacati”. Toscani si è poi soffermato sul personale, il cui costo copre il 76% del totale: “Il patrimonio del Busi sono gli ospiti e i dipendenti che fanno funzionare la struttura. Il risparmio a tutti i costi può diventare dannoso per la serenità di chi lavora”.

Dal centrosinistra Pasotto ha ricordato che anche Cnc ha votato Vacchelli, ma che “il Cda non rispetta la volontà popolare. Noi rappresentiamo il 50% dei cittadini e non abbiamo membri nel Cda che possano garantire una funzione di controllo”. “Attenzione poi ad attaccare sempre i sindacati – ha detto Pasotto -, dietro di loro ci sono comunque persone che rappresentano i lavoratori. Ci preoccupa la mancata rivalutazione dei contratti e l’idea di operare la spending review su medici, dietisti e lavoratori è controproducente se si vuole mantenere alto il livello qualitativo”. Sulla valutazione del patrimonio immobiliare, i toni si sono accesi circa la perizia della cascina di Villanova, che si vorrebbe recuperare per farne un centro per persone disagiate compreso di pet therapy. Anche l’immobile che ospitava il circolo Turati, in piazza Garibaldi è finito sotto la lente d’ingrandimento. “Abbiamo scoperto casualmente che c’era un diritto di prelazione dell’Agenzia delle Entrate, scaduto l’estate scorsa”: così Bigi. Nel medesimo stabile, la Cgil pagava un affitto di circa 9mila euro annui: da venerdì la sede si trasferirà in via Porzio e per la Fondazione vi sarà un’entrata in meno.

Un’uscita di Vacchelli ha provocato l’intervento di Toscani: “Dice che solo dieci persone tra i 165 dipendenti sarebbero insoddisfatte. Come fa a saperlo? Ha parlato con ognuna di loro?”, ha chiesto il consigliere del Listone. “No, si tratta di un’indagine conoscitiva”, ha tagliato corto Vacchelli, mentre qualche mugugno si alzava tra le fila del pubblico dove erano presenti diversi lavoratori della casa di riposo casalese. Dopo alcuni interventi dei consiglieri di maggioranza che hanno applaudito l’operato del nuovo Cda, la chiosa è spettata al sindaco Filippo Bongiovanni, che ha ringraziato il consesso per la discussione (“ha permesso di approfondire vari aspetti della gestione della Fondazione”) ed il Cda ed il presidente Vacchelli per “la massima trasparenza” con cui hanno presentato la relazione. “Il settore delle Rsa è molto difficoltoso, il 76% delle spese va nei costi al personale. E’ un ambito molto legiferato, che deve rispettare molti standard. Ecco perché se non ci fossero i lavoratori non si raggiungerebbero certe valutazioni. I dipendenti sono sotto pressione, fanno turni sfiancanti. Con i sindacati é stato detto tanto, penso sia corretto che torni il dialogo”.

Simone Arrighi

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