Politica

Due ore per il Gal
“Non spacchiamo
territorio Oglio Po”

CASALMAGGIORE – Un minuto di silenzio per le vittime degli attentati terroristici di Parigi, e prima ancora dell’aereo con turisti russi precipitati nella zona del Sinai, e poi due ore di discussione sul futuro del Gal Oglio Po. La mozione presentata dal gruppo di minoranza consiliare del Listone ha catalizzato la prima parte del consiglio di venerdì sera.

Prima però il presidente Marco Micolo ha chiesto di osservare un minuto di raccoglimento per ricordare chi è morto “in una guerra di civiltà dichiarata da parte di chi intende cancellare oltre 2000 anni di pensiero umano, che fanno di noi quello che siamo oggi, uomini diversi e con idee a volte lontane, ma con la stessa libertà di autodeterminarsi. Nessuno di questo nostro Paese, che più di altri ha contribuito alla formazione del pensiero occidentale, deve esimersi dal condannare”.

Spazio poi alla mozione sul Gal, non discussa la prima volta il 17 ottobre scorso e letta da Maurizio Toscani, consigliere del Listone, che ha ricordato i tanti investimenti del Gruppo di Azione Locale per Casalmaggiore, inteso come ente comune ma anche come territorio comunale. Proprio sulle cifre si è assistito ad una prima battaglia, molto accesa, anche se va detto che il dibattito si è poi sfilacciato con esempi che spesso hanno anche esulato dal tema cardine. Toscani sosteneva, appoggiato in seconda battuta dal consigliere Calogero Tascarella di Casalmaggiore la Nostra Casa, che il Gal avesse assegnato in 13 anni a Casalmaggiore oltre 1 milione di euro di finanziamenti, il sindaco Filippo Bongiovanni invece citando il bilancio comunale ha risposto che dal 2004 al 2008 il comune ha ricevuto 237.582,25 euro, mentre dal 2009 al 2014 risultano 107mila euro per fotovoltaico e aree mercatali.

Toscani ha in particolare criticato il sindaco per non avere mai portato la questione in consiglio se non a fatto compiuto. “Nessun comune ha portato questo punto in consiglio – ha risposto il sindaco – perché nel Gal entrano i legali rappresentanti dei vari enti, e per Casalmaggiore questi è proprio il primo cittadino. L’idea è quella di unire le forze con il Gal esistente dell’Oltrepo Mantovano, che consta 47mila abitanti. Noi siamo 105mila come Gal Oglio Po. Unendoci superiamo di poco quota 150mila abitanti e possiamo chiedere una deroga. Lo stesso Gal dell’Oltrepo proprio giovedì s’è detto disposto a collaborare con l’Università di Bologna, che intendiamo così coinvolgere nel nuovo Gal Terre del Po”.

“Il vero problema – ha rimarcato il sindaco – è che il Gal Oglio Po fa finta di nulla: non ha recepito le critiche e non ha saputo interpretare l’allontanamento di alcuni comuni. Noi stiamo cercando di fare una cosa nuova e di razionalizzare. Mettere insieme le forze è il futuro e la stessa Regione Lombardia auspica che i Gal da 16 diventino 9-10 al massimo. In questo modo seguiamo le linee guida e soprattutto rispettiamo la legge, che impone che i capofila e i partenariati siano nuovi. Il Gal Oglio Po resta in vita fino al 2020, da statuto, e può fare quello che vuole: sia a livello turistico che a livello economico, ma non scordiamo che il Piano di Sviluppo Rurale riguarda soprattutto l’agricoltura ed è la base per il settennato 2014-2020 illustrato dall’Unione Europea”.

Altre frizioni hanno riguardato la spesa di gestione per il personale e la struttura. Secondo il sindaco superiori a 300mila euro annue quando però la cifra a disposizione per l’intero settennato è di 550mila euro (il 10% dei 5.5 milioni di euro ricevuti), secondo le minoranze molto meno. “A fronte di una quota associativa annuale, il Gal ha dato tanti soldi – ha risposto Toscani – . Dunque se non ha lavorato male, perché dobbiamo rifiutare la struttura tecnica già collaudata? Il problema è che così facendo si spacca il territorio. Peraltro il professor Pieretti dell’Università di Bologna dimostra di non conoscere il territorio: con la nuova fusione andiamo a unirci con Quistello, che non ha nulla a che vedere con la nostra storia. Ed è stato proposto il brand Cecilia Gallerani, quando già esiste il brand Op: parliamo di due territori dominati storicamente dagli Sforza e dai Gonzaga, dunque è inconcepibile un brand di quel tipo. Ed è solo un esempio”.

Toscani ha anche evidenziato che la maggioranza di comuni e partner privati si espressa a favore del Gal Oglio Po e della struttura tecnica presente, insistendo sulle difficoltà di un territorio frantumato. “Rischiamo di avere finanziamenti per una ciclabile che arriva a Martignana e poi lì si ferma perché Martignana fa parte di un altro Gal” ha spiegato il consigliere. Dall’altra minoranza anche Tascarella ha accusato il sindaco di non avere mai parlato di questa iniziativa. “Il costo del personale del Gal non è così alto: parliamo di due dipendenti a 71mila euro e due professionisti per la stessa cifra (il riferimento è appunto al solo personale e non alla struttura, ndr). Inoltre la legge di Regione Lombardia sul nuovo bando è una forzatura, che potrebbe scontrarsi e avere problemi con l’Unione Europea. Prenda atto che con questa decisione lei cancella un pezzo di storia di Casalmaggiore, che per 13 anni ha funzionato all’interno del Gal”.

L’accusa è poi passata sul piano politico: “Casalmaggiore e Viadana, dove governa la Lega Nord, si sono staccati”, ma Bongiovanni ha risposto citando l’esempio di San Giovanni in Croce e Rivarolo Mantovano, dopo di che il vicesindaco Vanni Leoni, che fa parte del consiglio di amministrazione del Gal Oglio Po come amministratore della Provincia di Cremona (dal 2013) e che contribuì a fondarlo nel 2002, quando era sindaco di Gussola, con un intervento accorato ha spiegato che “territorio è una parola abusata e che è ora di cambiare rotta, senza guardare ai capricci dei partiti o dei politici, da una parte e dall’altra. Abbiamo rotto il Casalasco con pressioni cremonesi che non centrano nulla, ora proviamo a fare qualcosa di nuovo. Non possiamo parlare di territorio se ci spaventiamo ad andare con Quistello, tenendo conto che l’elemento in comune c’è e si chiama fiume Po. Casalmaggiore si vuole invece mettere in gioco e vuole fare da leader di un territorio più vasto: allarghiamo gli orizzonti, perché altrimenti vedremo nel Gal solo una mucca da mungere e non certo un modo allargato, e dunque più facilmente finanziabile, di gestire i fondi europei con intelligenza. Se parliamo di Area Vasta, allora dobbiamo capire questo: un’Area Vasta vera, ad esempio, è quella dei trasporti, che ha sede a Mantova ma poi va fino a Spino d’Adda. Non dobbiamo avere paura del paesino che si trova a 30 km da qui”.

Sulla figura di Torchio, “presidente da 13 anni”, come è stato sottolineato, Toscani ha detto di non appassionarsi particolarmente (“mi riferisco alla struttura tecnica, che va mantenuta perché conosce già i meccanismi del territorio”), mentre Bongiovanni ha dichiarato di non avere nulla contro lo stesso Torchio “col quale anzi abbiamo fatto anche bei progetti insieme”. “Io avevo proposto – ha rimarcato Bongiovanni – di tenere uniti i due soggetti e i due Gal, Torchio ha detto che andava bene ma poi ha messo ai voti un’altra cosa, facendo finta di nulla”. Mirca Papetti ha poi chiesto, mostrando una cartina, cosa sarebbe capitato ai territorio di mezzo tra Gal Oglio Po e Gal Oltrepo, le cosiddette “macchie bianche”. “Cercheremo un coinvolgimento – ha spiegato Leoni – ma sottolineo che quelle non sono Aree Leader e dunque sarebbero comunque rimaste scoperte nell’ottica del Gal”. “Il territorio deve restare unito: progettare su una geografia omogenea e non frammentata è meglio, senza rivincite ancestrali e personalistiche” ha insistito Papetti.

Bongiovanni ha voluto rimarcare che il Gal ha anche perso parecchi finanziamenti, negli ultimi due anni il bilancio del Gal per il comune di Casalmaggiore è in negativo di 36mila euro, ad esempio, per un progetto sulla cartellonistica del 2012, dove Casalmaggiore era capofila di 13 amministrazioni. “Alcuni comuni non hanno fatto il loro dovere, quando si trattava di rendicontare il Gal ha indetto una riunione con un ritardo di 20 giorni sulla scadenza” ha rimarcato il sindaco, volendo sottolineare anche gli errori del Gruppo Azione Locale. Bongiovanni ha rimarcato di “non voler spaccare il territorio, ma di allargarlo: accusate me, ma dimenticate, ad esempio, che sui Distretti dell’Attrattività io volevo andare con Sabbioneta e dall’altra parte hanno preferito andare coi mantovani fino ad Asola. Dov’è la territorialità in quella scelta? E sulla Sanità, che dire?” con riferimento alla scelta del Partito Democratico Mantovano di non appoggiare una prima bozza di progetto, creando così la scissione Cremona-Mantova mentre si stava lavorando ad un Asst che vedesse l’unione dell’Oglio Po.

Pierluigi Pasotto ha preso la parola verso la fine della discussione, spiegando che “forse il problema del sindaco è di non condividere con gli stessi membri della sua maggioranza queste cose, dunque questa mozione, anche se non passerà, è comunque positiva: l’unico modo che abbiamo per difendere un territorio marginalizzato come il nostro è restare coesi. Questa è una scelta politica che viene da fuori Casalmaggiore”. Orlando Ferroni ha invece appoggiato la scelta di Bongiovanni “perché cercare competenze nuove è giusto, dobbiamo uscire e andare verso un territorio più ampio. Quando spinsi l’allora sindaco Silla a creare l’Ufficio Bandi, il rinnovamento portò poi parecchi fondi: abbiamo preso più soldi dall’Ufficio Bandi che dal Gal”. In chiosa il consigliere Pierfrancesco Ruberti ha spiegato a Pasotto che “il sindaco condivide anche con noi, non siamo degli Yesman”, mentre Fabio Boldrini, mediante un quesito, ha di fatto rimarcato che tramite l’Ufficio Bandi sono giunti 900mila euro di fondi solo per il 2014. La mozione è stata respinta con i voti contrari della maggioranza e, visto che ormai erano scadute le due ore di discussione dedicate al punto 2 all’ordine del giorno, da regolamento la mozione sulla Casa al Mare presentata da Casalmaggiore la Nostra Casa è slittata alla prossima seduta.

Giovanni Gardani

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