Cultura

Cristina, ritorno a Torricella dopo avere girato il mondo: "Qui un laboratorio d'arte"

L'artista ha da pochi giorni acquistato una casa in paese. Ma suo marito, che non ha radici italiane, è d’accordo? «Lui è ancora più entusiasta di me. Anche lui come me ha girato il mondo, ma questo posto è speciale. Ho viaggiato dappertutto e ora mi fermo qui e potrò visitare per bene l’Italia».

Nella foto Cristina con la cagnolina Mia

TORRICELLA DEL PIZZO – «Scussi, parlo poco italiano». Ma lo imparerà presto. Cristina Mazzotti è una sorta di emigrata di ritorno ad ampio raggio. Suo padre nacque in Italia, a Torricella del Pizzo, lei invece è nata in Svizzera, ma presto si trasferirà a Torricella per scelta. Un ampio cerchio che si chiude.

Ma non ne parliamo solo per questo. Cristina è una scultrice che ha esposto le sue opere in ogni parte del mondo. Assieme ad altre 41 artiste di ogni provenienza, fa parte del gruppo Gam Y, una sorta di piattaforma artistica internazionale. Facile pensare al gamete per indicare l’appartenenza di sesso (anche se il cromosoma femminile è l’y… mah), ma in inglese gamy significa audace, coraggioso. E coraggioso è il tentativo di queste 42 donne (nessuna è italiana) di farsi largo nel mondo dell’arte con un network che unisce le varie forme d’espressione artistica.

Ma ci torneremo poi. Ora conosciamo Cristina Mazzotti, cui chiediamo che ci faccia in Italia. «Mio nonno visse qui, mio padre ci nacque ma durante la guerra emigrò in Svizzera». Lei dove vive? «Tra Basilea e Zurigo, ho sempre vissuto lì, ma ho visitato un paio di volte Torricella, e quando sono venuta ho avuto subito il desiderio di trasferirmi per trascorrere qui una parte della mia vita. Ho molto amato questo luogo, non l’ho mai dimenticato, e la gente che ci vive è molto aperta, ci si aiuta l’un l’altro, quindi con mio marito abbiamo deciso: tra un anno lui sarà in pensione e verremo qui a vivere».

E infatti hanno da pochi giorni acquistato una casa in paese. Ma suo marito, che non ha radici italiane, è d’accordo? «Lui è ancora più entusiasta di me. Anche lui come me ha girato il mondo, ma questo posto è speciale. Abbiamo visitato tanti posti, il suo lavoro di chimico ci ha portato a vivere anche alcuni anni a Shanghai, luogo molto interessante in cui ho potuto imparare il cinese. Ho viaggiato dappertutto, conosco tante cose nel mondo e ora mi fermo qui e potrò visitare per bene l’Italia».

Ma veniamo all’attività artistica. «Ho lavorato in campo farmaceutico – afferma Cristina Mazzotti – come alchimista ed erborista, poi 20 anni fa ho iniziato a dedicarmi alla scultura». Ed ha appreso l’arte del “Raku”, un’antica tecnica giapponese che parte dalla lavorazione dell’argilla, per ottenere, ad elevate temperature (fino a 1000 gradi) una composizione cui unisce carta e legno in proporzioni variabili. Lo shock termico provoca crepe e colorazioni particolari.

«Ho sempre amato lavorare unendo manualità e idee, non amo copiare e questi lavori non possono essere uno uguale all’altro. Non posso copiare neanche le mie opere, il risultato dipende pure dalle condizioni atmosferiche. Ho lavorato anche il ferro, il problema è che ho tante idee e poco tempo a disposizione». Anche a Torricella continuerà l’attività: «Voglio trovare un’altra casa per trasformarla in laboratorio per la cottura dell’argilla e insegnare la tecnica raku ai giovani. Oggi in Svizzera tengo tre corsi per adulti e altrettanti per ragazzi. Qui lo farò dopo aver imparato bene la lingua italiana, che sto studiando sia in Svizzera che qui in Italia».

E veniamo al gruppo Gam Y: «Siamo 42 donne di ogni parte del mondo che organizzano mostre insieme secondo un concetto moderno di esposizione. I visitatori possono immergersi nell’arte a 360° con la scultura che si unisce alla pittura, alla musica, alla lettura e tanto altro. Negli ultimi 12 anni ho esposto in tutto il mondo, solo nell’ultimo anno in Svizzera, in Germania, in Belgio e in Cina. Nel gruppo c’è un’artista che oggi vive a Roma, e a tirare le fila è Dodo Hartmann, una pittrice e scrittrice. Ho già contattato il gruppo affinché una prossima mostra sia qui a Torricella».

La base è quella dell’agriturismo Torretta, che ospita già due musei e che già oggi espone in una sala alcune delle opere di Cristina. «Lascio qui alcuni pezzi da mostrare, si tratta in gran parte di opere da interno: per questo nella mia casa svizzera ho creato un padiglione per ospitarle. Una volta l’anno ho l’abitudine di fare una mostra a casa mia riservata solo agli amici, e ho il vezzo di inserire in ogni esposizione un vaso con fiori, molto impegnativo perché tutto realizzato col metodo raku».

Le radici famigliari sono dure da recidere, e il destino ci ha messo del suo: «Appena arrivata in paese ho chiesto in giro se ci fossero case in vendita. Mi hanno segnalato quella che poi ho comprato, scoprendo che l’avevo già visitata in quanto apparteneva a una persona che tanto tempo fa lavorò in Svizzera con mio padre». E ora possiamo dire che il cerchio si è davvero chiuso.

Vanni Raineri

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