Arvedi: bilancio che guarda al futuro. Il 2015 si chiude con fatturato da 2,077 mld
Il Gruppo ha poi confermato il trend di crescita degli anni precedenti, segnando un +22,0% nei volumi di produzione (4 milioni di tonnellate) e un +18,9% in quelli di vendita, a dimostrazione della capacità competitiva raggiunta grazie agli sforzi realizzati in campo tecnologico.
CREMONA – L’Assemblea degli azionisti di Finarvedi Spa, riunitasi sotto la Presidenza del Cav. Giovanni Arvedi, ha approvato il bilancio di esercizio e i dati consolidati del Gruppo al 31 dicembre 2015. Nonostante il persistere della crisi economica, il difficile momento del settore siderurgico contraddistinto da un debole mercato domestico e dalle difficoltà derivanti dal dumping dei concorrenti cinesi e di altri Paesi extra UE, il Gruppo Arvedi è riuscito anche nell’esercizio 2015 a conseguire risultati positivi, registrando in particolare una buona redditività di esercizio.
In sintesi, al 31 dicembre scorso il Gruppo ha registrato un fatturato pari a 2.077 milioni di Euro, in linea con i dati del 2014 (2.090 milioni di Euro), anno caratterizzato da un livello medio più elevato dei prezzi di mercato, ottenendo un Utile netto d’esercizio di 11,8 milioni di Euro – dopo aver contabilizzato 93 milioni di ammortamenti. Il Margine Operativo Lordo è risultato pari a 222 milioni di Euro. Per quanto riguarda la situazione finanziaria, il 2015 registra un aumento dell’indebitamento a 745,8 milioni dai 628,4 dell’anno precedente. I due dati non sono però comparabili, in quanto nel 2015 Acciaieria Arvedi ha dovuto ricostituire il capitale circolante dal livello minimo del 2014 a causa del fermo produttivo dovuto a un incendio verificatosi nell’ultima parte dell’anno. L’aumento della posizione finanziaria netta del Gruppo è altresì motivata dagli investimenti realizzati per completare il piano industriale avviato negli scorsi anni, finanziato in parte dalla BEI nel quadro del cosiddetto piano Junker. Infine, ha inciso sul debito finanziario l’avvio dell’attività industriale di Siderugica Triestina, non presente nel 2014. Successivamente alla chiusura dell’esercizio, nel mese di maggio 2016 la capital structure è stata adeguatamente rinforzata grazie alla finalizzazione di un finanziamento a medio termine di 240 milioni di Euro (di cui 60 milioni di nuova finanza) erogato dalle principali banche di relazione con relativa riduzione dell’indebitamento a breve termine.
Il Gruppo ha poi confermato il trend di crescita degli anni precedenti, segnando un +22,0% nei volumi di produzione (4 milioni di tonnellate) e un +18,9% in quelli di vendita, a dimostrazione della capacità competitiva raggiunta grazie agli sforzi realizzati in campo tecnologico, ovvero gli investimenti che hanno consentito di ottimizzare i processi produttivi e di operare con costi di produzione efficienti. Il Gruppo ha consolidato la politica commerciale volta all’export indirizzando circa il 51% del proprio fatturato verso i mercati europei (in particolare verso Germania) ed extra-europei.
Gli investimenti complessivi del Gruppo nel corso dell’esercizio 2015 ammontano a 153,5 milioni di euro, di cui 47 milioni hanno riguardato l’Acciaieria Arvedi S.p.A. I suddetti risultati possono essere considerati senz’altro positivi stante la situazione del mercato europeo e in particolare di quello italiano che nel 2015 è rimasto comunque uno dei più deboli, a livello di condizioni di vendita, tra i mercati mondiali a causa delle condizioni eccezionali che persistono ormai da alcuni anni.
“La decisione di intraprendere un percorso di investimenti così importante – dichiara Giovanni Arvedi – è stata di fondamentale importanza per il nostro presente ma soprattutto per il nostro futuro. Ci ha permesso infatti di ridurre considerevolmente i costi fissi e quelli variabili per unità prodotta e di migliorare il mix di vendita, consentendoci, anche in questo periodo di dura competizione, di rimanere concorrenziali e di produrre a piena capacità produttiva. Basti considerare che nel periodo storico più critico per il settore siderurgico, cioè dalla fine del 2008 alla fine del 2015, mentre in tutta Europa si chiudevano impianti e si riducevano i volumi di produzione a causa dei minori consumi, il Gruppo ha avuto una performance industriale e commerciale particolarmente positiva, triplicando i volumi di produzione e di vendita da 1,5 a oltre 4 milioni di tonnellate, mantenendo una redditività media prossima al 9% di EBITDA ”.
“Le performance ottenute sono dunque il frutto di un grande lavoro svolto nelle condizioni forse tra le più difficili degli ultimi anni, con un mercato domestico ancora stagnante e indebolito ulteriormente dalla concorrenza sleale di alcuni competitor extra europei che in diversi casi usufruiscono di sovvenzioni statali e vendono a sottocosto prodotti di qualità molto bassa. Ora ci aspettiamo un 2016 di ripresa più decisa – prosegue il presidente Arvedi – Il 1° semestre si è concluso con risultati in linea con quelli del precedente esercizio in termini di redditività ma nel 2° semestre di quest’anno, complice un probabile miglioramento dei prezzi da una parte e dall’altro l’effetto positivo derivante da una più che auspicabile risoluzione del problema dumping, ci aspettiamo una spinta verso una crescita più consistente. Di fondamentale importanza per noi ci sarà poi Trieste dove siamo in fase di completamento del Piano industriale e presto faremo partire il nuovo impianto di laminazione a freddo che verticalizzerà la produzione dell’acciaieria di Cremona. Produrremo acciai speciali, ad alto valore aggiunto, che contribuiranno a migliorare ulteriormente le nostre performance”.
“Terminata questa importante fase di investimenti” conclude il cavalier Arvedi “potremo finalmente concentrare, già dal 2017, i nostri sforzi sul deleveraging, e quindi a destinare i flussi di cassa, che proprio grazie agli investimenti fin qui realizzati potremo realizzare, alla decisa riduzione del debito finanziario”.
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