Cronaca

Casalmaggiore 2.0, 100 mila euro da Fondazione Cariplo per il progetto

Il Percorso di formazione partirà dal lancio di una call per l’attivazione di giovani facilitatori di comunità e dalla formazione su partecipazione e gestione collaborativa dei beni comuni.

CASALMAGGIORE – Si era deciso – per una volta – di volare alto. Con un progetto ‘Casalmaggiore comunità coesa solidale e sostenibile 2.0′ che – come richiedeva lo stesso bando, prevedeva la collaborazione tra pubblico e privato. Ieri sera Fondazione Cariplo ha dato la notizia che il progetto è stato finanziato con 100 mila euro a fondo perduto. Un grande risultato per l’amministrazione cittadina, recentemente premiata da Legambiente per la tangenziale dei bambini, per il comitato Slow Town che sui progetti di rigenerazione urbana lavora da tempo e per la rete dei negozi amici della città dei bambini, 110 attività commerciali, oltre che la rete delle associazioni di volontariato (tra le altre il gruppo Persona Ambiente e il Torrione) che saranno parte in causa del progetto stesso.

Si parlava di volare alto: sensibilizzare la cittadinanza rispetto alle tematiche che riguardano: l’ecologia e il consumo critico, implementare il senso di appartenenza alla comunità e al territorio; diffondere il Bene Comune, come nuovo modello culturale, valorizzare le buone pratiche già esistenti sul territorio e proporne di nuove;  ritessere un tessuto sociale basato sulle relazioni, sulla condivisione dei saperi, sullo scambio tra le generazioni e sulla solidarietà; migliorare la sicurezza stradale per ciclisti, pedoni ed abitanti fronte strada vista la velocità elevata con cui automobilisti e motociclisti percorrono la via; migliorare la qualità dell’aria dovuto al passaggio dei veicoli a velocità ridotta; migliorare il decoro urbano per far tornare una via del centro come un luogo di aggregazione; dare vita ad un nuovo modello di gestione della cosa pubblica con cui rendere i cittadini sempre più protagonisti del territorio e attori del benessere della comunità; contrastare i fenomeni di degrado economico e sociale reintroducendo un mix sociale e funzionale; aumentare la coesione sociale incentivando eventi ed occasioni di incontro per la popolazione residente; promozione di attività socio-culturali; recuperare il patrimonio di conoscenze e competenze legate alle attività locali; aumentare il senso di appartenenza degli abitanti incentivando attività di autopromozione e autogestione degli spazi pubblici; promuovere nuove attività culturali per i giovani e per gli anziani. Sembrava la parabola dei sognatori erranti, è solo l’elenco ambizioso degli obiettivi che ci si prefiggeva di raggiungere col progetto finanziato dalla Fondazione.

Il Percorso di formazione partirà dal lancio di una call per l’attivazione di giovani facilitatori di comunità e dalla formazione su partecipazione e gestione collaborativa dei beni comuni. Dopodiché gli esperti passeranno all’ascolto e all’animazione dei giovani del territorio, dei cittadini, delle attività economiche e delle reti sociali esistenti, alla mappatura partecipata del bene comune individuato, alla costituzione di laboratori per la riqualificazione del bene stesso. Questo percorso permetterà all’Amministrazione Comunale di riproporre, nei prossimi anni, la stessa esperienza in altre zone, utilizzando, a quel punto, competenze acquisite attraverso la presente esperienza. Al termine delle attività partecipate ed alla luce delle indicazioni raccolte sarà redatta una specifica call per la presentazione di idee e progetti di co-progettazione e riqualificazione di altre zone comunali. I progetti presentati saranno poi sottoposti a una votazione online aperta all’intera comunità ed ospitata su una piattaforma. Alla proposta risultata vincente sarà riconosciuto un premio. Per la seconda parte invece saranno messe in campo iniziative volte a diffondere ed incrementare la cultura della partecipazione, estendendo la partecipazione alla società civile e non solo agli addetti ai lavori e promuovendo non solo a livello istituzionale ma soprattutto verso la cittadinanza la partecipazione con l’ausilio di processi e strumenti di carattere innovativo. Si tratta di laboratori, eventi, convegni in cui saranno adottate tutte le tecniche e metodologie per organizzare e gestire il processo partecipativo, per dare agli abitanti modo di collaborare al progetto condiviso di una parte di cittá. Il metodo dell’ascolto degli abitanti, finalizzato alla raccolta di informazioni e di sensibilità del territorio, arricchirà di maggiore qualità il progetto, facendo tesoro della fantasia dei partecipanti, ed amplierà la capacità percettiva dei fabbisogni dei cittadini.

Gli incontri e le interviste condotte dai facilitatori, appositamente formati, nell’area coinvolta dal progetto permetteranno di avviare una prima mappatura dei beni comuni (Parchi, strade, stazioni, ecc…) del territorio su cui potrebbe essere possibile avviare un’esperienza di progettazione condivisa per la loro valorizzazione a beneficio della comunità. Sulla base di quanto emerso da questo lavoro si terranno dei veri e propri laboratori di co-progettazione sui beni comuni individuati o in via di individuazione con la presenza di esperti e di supporto di facilitatori locali che saranno aperti a tutti coloro che vorranno partecipare: testimoni privilegiati saranno i cittadini, le associazioni, le imprese e l’Amministrazione. Questi laboratori saranno il momento centrale del “Processo di partecipazione civica sul territorio di Casalmaggiore”, perché avvieranno i “cantieri di progettazione” che porteranno a pianificare nel dettaglio, e poi a realizzare attraverso altre opportunità di finanziamento, i progetti scelti, nonché il punto di partenza di un percorso che proseguirà. A curare questa parte il gruppo Persona Ambiente. Il Comune si impegna all’organizzazione di eventi basati sui giochi della tradizione popolare. Ogni animazione sarà organizzata in base allo spazio e al tempo a disposizione, il numero e la tipologia dei giochi allestiti varierà a seconda dell’età e del numero dei partecipanti in modo da poter coinvolgere attivamente tutti i presenti. La finalità è la riscoperta del piacere del gioco di gruppo, l’utilizzo delle capacità sensopercettive e la conoscenza di una tradizione ludica che sta scomparendo. Infine, ed in contemporanea si avvierà la prima trance della rigenerazione urbana a partire da quella via che ha già vissuto la fase delle esperienze e della sperimentazione dal basso e per la quale esiste già un progetto preliminare.

Un’esperienza ripetibile, pure per gli anni a venire: “Lo dicevamo già da un po’ – chiosano i referenti di Slow Town – che i progetti di socializzazione, rigenerazione urbana, sviluppo sostenibile sono finanziabili. Questa è la dimostrazione concreta che pure qualche sogno può essere reso possibile. Il nostro grazie va a tutti, indistintamente. Il finanziamento di questo progetto apre strade del tutto nuove per la città perché apre la strada ad altri progetti similari, in tutta la città e le frazioni negli anni a venire, ed anche in tempi stretti. Pensare ad un diverso modo di intendere la città non solo è possibile, ma è pure realizzabile. Siamo in una fase nuova, ci sono bandi interessanti per la mobilità ciclabile, per la sicurezza, per lo sviluppo sostenibile. Basta provarci, e crederci sviluppando progetti che vadano in questa direzione”.

La fase operativa passa ora all’amministrazione. Resta intanto la soddisfazione: Casalmaggiore c’é, grazie anche alla spinta dal basso. La fase 2.0 è appena all’inizio.

Nazzareno Condina

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