Coldiretti, Paolo Voltini: "Con origine in etichetta, i cittadini finalmente liberi di scegliere"
“Nonostante questo – evidenzia Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona e del Consorzio Agrario di Cremona – ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro arrivano dall’estero ogni anno, senza che questo venga reso noto ai consumatori in etichetta. Un danno economico ingente".
CREMONA – L’etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta risponde alle richieste di 8 italiani su 10 che la ritengono necessaria per smascherare l’inganno del prodotto straniero spacciato per italiano in una situazione in cui un pacco di penne e spaghetti su tre contiene prodotto straniero senza che si sappia. È quanto afferma il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in occasione dell’annuncio fatto dal premier Matteo Renzi dell’invio a Bruxelles del decreto per l’introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta il Paese di coltivazione del grano per la produzione della pasta. Un provvedimento, anticipato agli agricoltori della Coldiretti, che festeggia il sesto compleanno dall’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco avvenuta il 17 novembre 2010.
Si tratta – sottolinea Moncalvo – di una necessità per fermare le speculazioni che nell’ultimo anno in piena campagna hanno provocato il crollo del prezzo del grano duro destinato alla pasta che viene pagato in Italia anche 18 centesimi al chilo con un calo netto del 38 per cento rispetto allo scorso anno, su valori ben al di sotto dei costi di produzione e un “crack” da 700 milioni di euro per il granaio Italia. In pericolo – precisa Moncalvo – non ci sono solo la produzione di grano e la vita di oltre trecentomila aziende agricole che lo coltivano ma anche un territorio di 2 milioni di ettari a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione Made in Italy.
L’Italia – ricorda la Coldiretti – è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta con 4,9 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano il 42% della produzione nazionale, seguite dalle Marche.
“Nonostante questo – evidenzia Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona e del Consorzio Agrario di Cremona – ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro arrivano dall’estero ogni anno, senza che questo venga reso noto ai consumatori in etichetta. Un danno economico ingente per i produttori e un inganno nei confronti dei consumatori, che in grandissima maggioranza chiedono l’origine obbligatoria in etichetta, per essere pienamente informati e veramente liberi di scegliere”.
“Con il Consorzio Agrario di Cremona stiamo investendo molto sullo sviluppo di questa coltura anche nel territorio cremonese, attraverso accordi di filiera e contratti di coltivazione – prosegue Voltini –. La trasparenza che verrà garantita dall’origine in etichetta sono certo aiuterà a sviluppare ulteriormente questi nostri investimenti, a vantaggio delle imprese agricole e dei consumatori”.
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