Cronaca

Listone, degrado combattuto a colpi di pennello. Parco Romani più pulito

Alberto Fazzi: "L'amministrazione ci aveva risposto seccata che ormai il parco è degradato da tempo e che se volevamo fare qualcosa avremmo dovuto farla noi. Li abbiamo presi in parola"

CASALMAGGIORE – Detto e fatto. Un altra piccola porzione della città ripulita dal degrado imperante, dal disinteresse e dall’inciviltà. Questa mattina, per il Listone, è stato il turno del muro che parte dall’accesso al Parco del Romani da via Porzio. Un muro privato che s’affaccia sullo stradello che porta al Liceo. Chiesto il permesso al proprietario della casa e con un autofinanziamento (nessun contributo pubblico per un’opera di pubblica utilità, anche questo è un dato di fatto) han comprato tutto il necessario e si sono messi all’opera.

Non li ha fermati ne il freddo né l’umidità: “E’ pittura al quarzo – ci spiega il referente del Listone Alberto Fazzi – va bene lo stesso”. La genesi di questa operazione (ennesima puntata dopo via Minatori del Belgio, il fossato del cimitero cittadino, l’ospedale Oglio Po, il parco di via Romani una prima volta e questa seconda puntata) la racconta lo stesso Fazzi: “Il tutto è nato a seguito di un incontro con la maggioranza – spiega – in cui avevamo segnalato la necessità di combattere il degrado del parco con azioni concrete e chiedevamo all’amministrazione di fare qualcosa. L’amministrazione ci aveva risposto seccata che ormai il parco è degradato da tempo e che se volevamo fare qualcosa avremmo dovuto farla noi. Li abbiamo presi in parola”.

Il gruppo da allora ha deciso di impegnarsi concretamente, dimostrando anche all’amministrazione che volere è potere e che il degrado avanza laddove non viene combattuto. Autofinanziamento, individuazione delle aree di intervento e lavoro. Loro ci mettono il tempo, il sudore e la buona volontà. “La dimostrazione – spiega Fazzi – che serve poco per intervenire, che quella dei soldi a volte è solo una scusa. Abbiamo in mente altri progetti sul parco di via Romani”. Anche Alessandro Rosa dice la sua: “Il degrado è avanzato negli anni – spiega – e non è sempre stato così. Io abitavo qui, e me ne tornavo a piedi da bambino in un parco che non era in queste condizioni. E se mia mamma si fidava, era perché quest’area era sicura”. Tanti ricordano quel parco con mamme e bambini, nascondini e partite di pallone, giochi per i più piccoli. I nonni sulle panchine, i primi amori. Anni di abbandono completo ne hanno minato la bellezza, sfregiato gli angoli. La parte più vicina a via Porzio è quella a più alta concentrazione arborea, e anche quella più degradata.

I cestini sono stracolmi, e non si tratta di rifiuti di ieri. Scritte a vernice campeggiano un po’ dappertutto. Molte sono di coscrizioni recenti, rimaste impunite. “So’ ragazzi”, mica baluba o venditori d’accendini a cui far la guerra. Qui, in questa città fantasma lasciata troppe volte andare dalla politica c’è ancora chi lotta e chi spera che il domani possa essere diverso, a partire da piccoli gesti. Parole pesanti per un’amministrazione che ha già in mente di sventrare quel parco per aprire una via di collegamento tra via Marconi e via Porzio e di realizzare un parcheggio, eliminando 700 metri quadri di area verde, così come prevede il nuovo Piano Urbano del Traffico. La gente che passa li guarda un po’ stupita, cercando di capire che succede, poi dopo averlo capito, li ringrazia. Quattro le persone che si fermano in un quarto d’ora. Il loro grazie è la moneta che li ripaga. Ad ogni persona che si ferma Alberto spiega l’operazione. “La gente ci scambia per dipendenti del comune. Noi non siamo quello”. Già, i ragazzi del Listone lo fanno per passione e senso civico. Il lavoro (o la mancanza di interventi) è un’altra cosa. “Questa primavera – svela Fazzi – penseremo alla muraglia che c’é dall’altra parte, quella di casa Sartori. Abbiamo già parlato con lui, che è daccordo. Il progetto è quello di ripulire la muraglia e interpellare alcuni writers per far loro realizzare un murales che ricordi le gesta dei due olimpionici del remo”. Piccole cose, piccoli lavori, piccoli progetti. Che accendono un sorriso e una speranza. Che questa città, grazie a ragazzi come loro, possa davvero ambire ad avere un futuro migliore.

Nazzareno Condina

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