Cronaca

Punto Nascite ko. Pasetti cupo: "Lo avevamo previsto, ora chiedete lumi al Governo"

"Ci aspettiamo ora gli stessi promotori delle raccolte firme e i loro politici di riferimento di sinistra aizzarsi strumentalmente con viaggi pastorali presso i sindaci, lettere e proteste, ma sia chiaro a tutti: il governo ha deciso e la Regione può valutare solo i tempi della chiusura che dovrà avvenire entro e non oltre il 2017".

CASALMAGGIORE/VIADANA – A seguito della notizia apparsa sulla chiusura del reparto di maternità dell’Oglio Po di Casalmaggiore prende posizione il segretario della Lega Nord dell’Oglio Po, Cedrik Pasetti: “Come volevasi dimostrare, avevamo previsto che il governo fosse in attesa dell’esito referendario per diffondere la notizia di una decisione già da tempo presa. Ed ecco, come per incanto, che l’ultimo atto assunto dal Ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, di un governo dimissionario è stato chiudere cinque reparti di maternità in Lombardia. Se non fosse una decisione già annunciata sarebbe una vergognosa ripicca per l’esito del referendum”.

“È triste prendere atto – prosegue Pasetti – che all’Oglio Po di Casalmaggiore (401 nati l’anno) per legge dello Stato non nasceranno più bambini perché il governo centrale ritiene che sotto i 500 parti in un anno non ci possano essere i requisiti minimi di sicurezza né l’esperienza necessaria per affrontare situazioni difficili o improvvise. È ancor più triste notare che l’opinione e le richieste di una Regione virtuosa di 10 milioni di abitanti che chiedeva una deroga assumendone i costi sia stata disattesa”.

Continua Pasetti: “Il provvedimento del Ministro appare molto chiaro e disattende quanto affermato dai professionisti del banchetto-raccolta firme o dai solerti esponenti del defunto PD dell’OglioPo: il parere della commissione governativa è vincolante e non consultiva. La decisione è tutta governativa: a seguito di una valutazione fatta sin dal 21 novembre scorso la richiesta di deroga regionale è stata completamente respinta con provvedimento del 9 dicembre che chiede di conoscere la data fine attività delle sale parto. La motivazione è quella che si è sempre immaginato ossia che le distanze e i tempi di percorrenza verso i punti nascita alternativi non aumentano in modo significativo così come il tasso di fidelizzazione verso il presidio è basso a favore di altri punti nascita”.

Conclude Pasetti: “Ci aspettiamo ora gli stessi promotori delle raccolte firme e i loro politici di riferimento di sinistra aizzarsi strumentalmente con viaggi pastorali presso i sindaci, lettere e proteste, contro Regione Lombardia o aprire altre raccolte firme per chiedere un’altra deroga ma sia chiaro a tutti: il governo ha deciso e la Regione può valutare solo i tempi della chiusura che dovrà avvenire entro e non oltre il 2017. All’apertura della campagna elettorale amministrativa di Bozzolo vedremo anche qualche professionista del disfattismo ululare alla luna la chiusura del nosocomio di Bozzolo e ciò per avere visibilità mediatica. Ma questa volta la cittadinanza ha ben capito chi è responsabile della chiusura e chi utilizza la salute pubblica ai propri fini personali e politici”.

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