Cultura

Mia e Mine Vaganti, la violenza sulle donne e il femminicidio in scena a Teatro Comunale

E proprio con la risata sabato sera si è ben riflettuto sui luoghi comuni, sulle discriminazioni, sulle consuetudini inveterate tipiche di una cultura maschilista, che vuole ancora le donne costrette nei soliti ruoli.

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CASALMAGGIORE – Le donne di MIA e le donne della compagnia teatrale MINE VAGANTI si conoscono tramite il circolo ARCI di Banganzola ed è subito empatia, è subito impegno condiviso, è subito teatro; così, lo scorso sabato 4 Marzo, con l’ausilio della magia emanata dal legno del palcoscenico e dal velluto rosso carminio di sipario, palchetti e platea, nove splendide donne hanno regalato ad un pubblico numeroso, emozionato e partecipe una pièce di alto contenuto e di grande livello artistico: “Se mi ammazzi non vale”  Sotto la regia di Claudia Nizzoli, in scena la stessa Claudia, Beatrice Berti, Elena Melegari, Federica Rosati, Lucia Branda, Roberta Zurlini  della compagnia Mine Vaganti e Annise Grandi, Silvia Bernardelli e Greta Savazzi dell’associazione MIA, anch’esse con esperienze di teatro. Lo spettacolo è una denuncia della violenza di genere e del femminicidio che continuano ad essere troppo frequenti e troppo poco considerati soprattutto nella loro fase premonitrice, quando cioè ci sono tutti gli elementi per intravvedere un tragico epilogo. In un immaginario paradiso in cui si trovano donne morte per mano di uomini che le hanno “troppo amate”, i loro racconti, la loro testimonianza e la loro voce diventano veicolo di speranza verso una evoluzione e una risoluzione : chi può ancora salvarsi deve vincere la paura e la vergogna e deve denunciare. In questo magico contenitore le vittime ritrovano la voglia di ballare, di ridere, di amare e di lottare, anche insieme agli uomini, per sconfiggere questa forma patologica di non-amore e ritrovare il senso unico che è dell’ essere complementari e dello stare insieme: amore, complicità e rispetto.

Una testimonianza dal pubblico parla così della serata: “Si possono raccontare la violenza sulle donne e il femminicidio, due argomenti duri e penosamente attuali, anche attraverso l’ironia e la leggerezza? Sì, si può e lo hanno ben dimostrato la regista e le attrici di “Se mi ammazzi non vale”, uno spettacolo davvero insolito per il pubblico che, davanti a tali temi, si aspetterebbe un registro teatrale dai toni drammatici e di denuncia; invece no, in scena i racconti delle donne uccise e della loro tragica fine sono sempre accompagnati da momenti delicati, ironici e leggeri, a tratti gustosamente comici; a fare da sfondo la musica di Tiziano Reverberi e la voce di Cristina Fontanelli live che lega armoniosamente il tutto. Ovvio che non si può e non si deve ridere di questa piaga sociale di cui molte donne continuano ad essere vittime, tuttavia il teatro permette di usare l’arma dell’ironia e della comicità per fare riflettere. E’ il principio della commedia, della satira, che già i greci conoscevano, primo fra tutti Aristofane: se vuoi sconfiggere il tiranno, mettilo alla berlina, ridi e fai ridere di lui“.

E proprio con la risata sabato sera si è ben riflettuto sui luoghi comuni, sulle discriminazioni, sulle consuetudini inveterate tipiche di una cultura maschilista, che vuole ancora le donne costrette nei soliti ruoli. Un successo, una soddisfazione e grande emozione, uno spettacolo ben riuscito ed equilibrato che auguriamo possa essere visto ancora in altri teatri.

Giovanna Anversa

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