Rivarolo: inaugura sabato a Palazzo del Bue la mostra Solo Bagaglio A Mano
La collezione di valigie d’epoca di Adriano Ogliosi, che saranno esposte, offre l’occasione per parlare di emigrazione italiana all’estero, quella storica dei secoli XIX-XX, senza rinunciare a riflettere sui flussi migratori recenti, che hanno visto l’Italia mutarsi da “Terra di emigranti” a “Paese di prima accoglienza”

RIVAROLO MANTOVANO _ L’appuntamento per tutti gli appassionati, è a Rivarolo Mantovano, dove sabato 20 maggio alle 11 a Palazzo del BUE in via Marconi 44, sarà inaugurata la mostra: S.B.A.M. (Solo Bagaglio A Mano).
La collezione di valigie d’epoca di Adriano Ogliosi, che saranno esposte, offre l’occasione per parlare di emigrazione italiana all’estero, quella storica dei secoli XIX-XX, senza rinunciare a riflettere sui flussi migratori recenti, che hanno visto l’Italia mutarsi da “Terra di emigranti” a “Paese di prima accoglienza” per migliaia di persone provenienti dal Sud e dall’Est del mondo.
In quest’ambito la Valigia può essere condiderata l’emblema di ogni migrazione di massa “che origini da una società prevalentemente rurale e si rivolga verso una società urbana e industriale”.
“Solo Bagaglio A Mano: quando i nostri nonni partivano con la valigia” col suo acronimo SBAM evoca già nel titolo le intenzioni della mostra che si articola per “stanze tematiche dedicate” (la Partenza, il Viaggio, l’Arrivo, la nuova Vita), nelle quali “la Valigia di cartone” diventa il pretesto e l’occasione per raccontare aspetti sottaciuti, perché poco lusinghieri, della nostra recente storia sociale. Il tema diventa quanto mai attuale se si considera che, dopo la battuta di arresto degli anni ’80 e ‘90 del Novecento, i flussi migratori nostrani sono ripresi: nel solo 2015 sono stati quasi centomila gli Italiani che hanno lasciato il Belpaese, tra i quali 27mila diplomati e 24mila laureati, con un “trend” in aumento.
La “Valigia di cartone”, più di ogni altro oggetto, è associata nell’immaginario collettivo all’Emigrante e al fenomeno dell’emigrazione, che in Italia ha assunto le proporzioni di un vero e proprio esodo tra la fine dell’Ottocento e gli anni ‘70 del Novecento, quando oltre 27 milioni di persone lasciarono il Belpaese verso altre terre.
Nella Valigia era stipato “un mondo”: dagli indumenti essenziali ai ricordi di famiglia ai piccoli accessori personali alla lettera del compaesano o del parente che prometteva una vita migliore verso la quale approdare.
Col suo contenuto la Valigia, commenta il sindaco Massimiliano Galli, diventa di testimone che racconta, in modo silente ma evidente, “come eravamo” in un periodo di grandi mutamenti per la società italiana, quale è stato il secolo che abbiamo alle spalle ed è anche il filo conduttore della mostra che ospita oltre 150 pezzi d’epoca, dai bauli in legno alle valigie di fibra o cartone.
Video e foto d’epoca completano la mostra, sostanziata dagli oggetti d’uso comune messi a disposizione da Mauro Poli che ha fornito anche le copertine originali della “Domenica del Corriere” e della “Tribuna illustrata”.
Nei due mesi e mezzo di apertura, la mostra sarà affiancata da incontri, dibattiti ed eventi organizzati in Fondazione Sanguanini col concorso delle Associazioni locali, dalla Pro Loco ad Anteas all’Associazione storico culturale “Borgo San Rocco”, dalle Parrocchie di Santa Maria Annunciata e Santa Giulia alle Organizzazioni che si occupano della gestione dei flussi migratori contemporanei.
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