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Malagola a Bozzolo Futura: "Quanto livore, candidarsi a 30 anni è una colpa?"

"Ciò che ancor più mi duole - spiega Malagola - è vedere come colui il quale avrebbe dovuto farsi carico di condurre la propria squadra e il proprio programma scelga invece di nascondersi dietro ai propri candidati. E’ illogico, infatti, che non si ritenga opportuno palesarlo a tutti in un confronto pubblico".

BOZZOLO – Non si fa attendere la replica di Sara Malagola dopo il no al confronto pubblico con Giuseppe Torchio arrivato dalla lista “Bozzolo Futura”. “Ho recentemente visionato la lettera che i candidati della lista competitrice mi hanno inviato per rispondere, in vece del loro candidato, alla mia richiesta di confronto.

Una lettera nella quale si accusa me di non esser mai stata disponibile al dialogo. In che veste avrei potuto confrontarmi in un consiglio comunale non avendone mai fatto parte? A quale “spasmodica lotta” avrei preso parte non essendo mai stata interpellata da alcuna figura né istituzionale, né politica in merito alle vicende intercorse in ambito amministrativo? Il livore che traspare da quelle parole mi fa assai dubitare che tutti i componenti di quella lista siano i veri firmatari della lettera: non penso, infatti, che chi si rivolge a me nelle ipotetiche vesti di madre, di sorella o di amica, possa poi con tanta rabbia scatenarsi contro la mia famiglia”.

Malagola poi precisa: “La mia candidatura è nata da una richiesta dei cittadini alla quale in un secondo momento hanno scelto di aderire al progetto le segreterie provinciali di diversi partiti, non dalle elucubrazioni mentali di presunti saggi. Da quel giorno subisco quasi quotidianamente attacchi personali: dapprima per la mia età, poi per la mia professione, da ultima la mia famiglia. Dei restanti non voglio nemmeno far menzione. Come se avere 30 anni e metterli a disposizione della propria comunità fosse un reato, come se avere 30 anni e non avere ancora un figlio fosse un marchio d’infamia, come se avere 30 anni e avere un lavoro fosse una sciagura e non il frutto di tanto sacrificio, come se aver vissuto 30 anni con due genitori che hanno insegnato alle loro figlie il senso del dovere e l’importanza di impegnarsi per gli altri fosse una disgrazia. Provo un certo dispiacere nel vedere che il confronto democratico si sia spinto al punto di screditare il mio lavoro, mia madre e perfino le persone che ci sostengono. Temo sia l’assenza di contenuti amministrativi ad aver portato taluni su questa strada”.

“Ciò che ancor più mi duole – spiega Malagola – è vedere come colui il quale avrebbe dovuto farsi carico di condurre la propria squadra e il proprio programma scelga invece di nascondersi dietro ai propri candidati. E’ illogico, infatti, che si additi a me una ipotetica incapacità amministrativa nei bar di paese e non si ritenga opportuno palesarlo a tutti, nell’interesse della collettività, in un confronto pubblico. Denigrare, invece, chi mette sé stesso, il proprio tempo, il proprio denaro guadagnato lavorando con contratti a termine, è molto più semplice. Considerare una donna e un giovane un pericolo invece che una risorsa è la ragione per la quale questo paese vegeta in stato comatoso inconsapevole della propria fine. Io non mi arrendo a chi ci vuole fuori dai piedi, non mi lascio intimorire dalle chiacchiere da bar di nessuno e rivendico il diritto e il dovere di provare a cambiare la rotta che ci sta portando al baratro”.

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