Trenord, il 20331 a cinque carrozze: si grida al miracolo sulla Brescia Parma
Si era sempre sostenuto che la linea non avrebbe potuto reggere più di tre vagoni, e stamattina erano addirittura cinque quelli che sono arrivati in stazione a Parma. "Finalmente ho potuto sedermi" ha scritto qualcuno su facebook

CASALMAGGIORE – C’è chi grida al miracolo, ed in un certo qual modo così deve essere apparso ai viaggiatori il treno (il 20331, direzione Parma) che questa mattina, col solito cronico ritardo di dieci minuti, è approdato in quel che rimane della stazione di Casalmaggiore per portare i pendolari al lavoro.
Si era sempre sostenuto che la linea non avrebbe potuto reggere più di tre vagoni, e stamattina erano addirittura cinque quelli che sono arrivati in stazione a Parma. “Finalmente ho potuto sedermi” ha scritto qualcuno su facebook. In compenso del secondo treno, a due giorni dalla sperimentazione, non se ne è vita traccia.
Qualcuno ha pure provato a prenderlo, restando poi con un pugno di mosche in mano. “Il treno che trenord doveva aggiungere in direzione Parma 10 minuti dopo a quello delle 7:15 – ci scrive una pendolare – dovevano farlo per una settimana ma già oggi non passerà perchè hanno aggiunto delle carrozze a quello prima senza avvisare nessuno della cancellazione di quello successivo. Io oggi arriverò in ritardo al lavoro e come me altra gente. Nessuno comunica niente. Il solito schifo”.
La segnalazione è stata inoltrata a Trenord. Giusto per capire se la sperimentazione ha subito una virata dopo la lamentela che un treno più tardi delle 7.30 serviva a ben poco o se il fatto che sia stato soppresso era solo per oggi.
I cinque vagoni intanto hanno fatto tirare più di un sospiro di sollievo agli utenti che ogni mattina lottano per accaparrarsi un posto almeno nella toilette in mancanza d’altro. Cinque vagoni non sono un sogno relegato all’impossibile, come si era creduto sino ad oggi, ma può essere realtà visto che tutti i passeggeri sono giunti a destinazione senza problema alcuno.
Nazzareno Condina (foto: Alberto Capelli)