Cronaca

Ponte alternativo Ferroni, la Janson Bridging sta definendo gli ultimi dettagli del bypass

"Il costo è dimezzato rispetto alla prima ipotesi di un'infrastruttura che partiva dal porto ed attraversava tutta l'area golenale" spiega lo stesso Ferroni. un chilometro o poco più rispetto ai 2 chilometri della prima ipotesi.

CASALMAGGIORE – Potrebbe arrivare prima il progetto di massima commissionato da Orlando Ferroni alla Janson Bridging che i resoconti dei tecnici della provincia di Parma sulle condizioni del Ponte Po. Partiamo da quello che può essere considerato un paradosso per aggiornare sullo stato di avanzamento del progetto della ditta olandese su un ponte alternativo che potrebbe essere una delle soluzioni alla chiusura della vecchia struttura che univa casalasco e parmense.

La novità principale è che con ogni probabilità il progetto preso in considerazione sarà quello del ponte parallelo che bypasserebbe la ‘parte malata’. “Il costo è dimezzato rispetto alla prima ipotesi di un’infrastruttura che partiva dal porto ed attraversava tutta l’area golenale” spiega lo stesso Ferroni. Un chilometro o poco più rispetto ai 2 chilometri della prima ipotesi. “Gli ingegneri stanno lavorando principalmente su questa ipotesi che oltre che essere economicamente più vantaggiosa richiederebbe meno tempo per essere messa in funzione”. L’altra novità è che la ditta olandese, specializzata in ponti, non avrebbe manifestato particolari problemi per la realizzazione di un progetto, che resterà, almeno per qualche altro giorno, top secret. “Hanno realizzato infrastrutture in aree ben più complesse della nostra in giro per il mondo”.

“Il vero problema – spiega Orlando Ferroni – è che qui tutti parlano ma nessuno sta facendo realmente qualcosa. E le ipotesi che vengono prospettate sono ridicole. Un ponte di due chilometri parzialmente riaperto a senso alternato con le auto che vanno a zig zag. Ma sanno cosa significa? Con una rotonda in prossimità dell’accesso cremonese come lo regolano il traffico alternato? Rischiamo il caos totale, con code di auto che si incasinano alla rotonda e file fino a Sabbioneta. Ho voluto chiarire comunque che se altri sono fermi, la macchina che ho messo in moto non si è mai fermata, e presto sarò in grado di presentare un progetto con i relativi costi. Poi, ripeto, sarà la politica a fare quel che vorrà fare. Ma intanto non ci saranno più scuse e non si perderà altro tempo”. Magari a piangersi addosso.

Il dado è tratto per l’Orlando. Gli ingegneri sono al lavoro per dare una prospettiva almeno a livello progettuale per una strada alternativa, servono ancora alcuni consulti e la messa a punto dei dettagli. Poi almeno un progetto ci sarà. Al netto della burocrazia che servirà poi per avviare una macchina piuttosto complessa, fatta di tempi tecnici, di bandi ed eventuali ricorsi. Orlando Ferroni chiarisce che ci sono procedure d’urgenza che permetterebbero di accorciare anche i tempi della macchina burocratica e per questo motivo avrebbe mosso i propri contatti romani.

La gente è stanca di attendere qualcosa che al momento non c’è. Una speranza insomma, per il popolo dei pendolari vessati da una viabilità alternativa che accresce tempi e spese (quella stradale) ed è al livello di terzo mondo (quella ferroviaria). Non sarà facile da realizzare, ma almeno sarà una piccola speranza di fronte al vuoto, ad oltre un mese dalla chiusura, delle attuali soluzioni messe in campo.

Nazzareno Condina

 

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