Ambiente

Gussola, una ciclabile al posto di un filare di piante? Si accende la discussione

Abbattere potrebbe essere problema ancor più serio che lasciarle lì, dove sono. Il paese si divide tra chi vorrebbe mantenerle e chi è disposto a sacrificarle per una ciclabile e per le strutture

GUSSOLA – Che la colpa sia sempre delle piante, che ci sia sempre e comunque una qualche malattia da affibiare loro o un qualche danno specifico che da loro dipenda è dato assodato, per qualunque amministrazione. La vocazione dei taglialegna é diffusa sull’asta del Po, anche in quei comuni in cui verde ed ambiente sono l’unica oggettiva ricchezza da tutelare. Sono sempre le piante a pagare il prezzo dell’incuria o di nuovi progetti: non protestano e non parlano, non si possono organizzare in comitati, non organizzano petizioni e non possono difendersi. Sono per lo più un orpello, una rottura di zebedei per chi dovrebbe prendersene cura, elemento a cui si può rinunciare.

Fa discutere in questi giorni a Gussola l’ipotesi di sventrare via Madonnina, cambiandone per sempre la fisionomia, per la realizzazione di una pista ciclabile che dovrebbe unire il centro all’argine maestro. A sollevare il problema Franca Filipazzi: “Pensare – scrive – che abbiamo passato anni ad insegnare ai bambini che bisogna rispettare e salvare gli alberi. Adesso invece gli insegneremo che sono dannosi perché le loro radici danneggiano le muraglie e le loro foglie sporcano. Pare che le piante stiamo creando danni alle recinzioni dei frontisti. In un caso è ben visibile, altre non saprei. A mio modesto parere, l’abbattimento deve essere l’estrema ratio. Si possono provare altre soluzioni. Il discorso si intersecherebbe poi con la ciclovia Vento. Le piante verrebbero abbattute anche per far posto a quella. Possibile che non si trovi un percorso alternativo? La ciclabile in via Madonnina, notoriamente interessata da scarso traffico, ha generato in paese non poche perplessità”.

Tra chi difende la volontà di eliminare il filare (uno dei due) che crea una splendida galleria nella strada, alcuni dei proprietari delle case limitrofe che lamentano i danni che le radici rischiano di fare alle muraglie delle abitazioni. Un problema la cui soluzione – come spiega Vittoriano Fava, esperto del settore edile – potrebbe essere ancor più grave dell’ipotesi di abbattimento: “Alcune considerazioni prettamente tecniche, inerenti al fatto che le piante possano creare danni agli edifici. Ultimamente come studio, stiamo seguendo molti casi in cui il cliente, che ha piante di alto fusto vicino a casa, ha notato crepe nuove sui muri, ed in particolare in questo anno molto secco il problema è diventato più evidente. Le crepe delle strutture dovute ai movimenti delle fondazioni possono essere causate dagli alberi troppo vicini agli edifici che possono peggiorare la situazione assorbendo umidità dal terreno e provocando cosi il cedimento delle fondazioni a causa dell’abbassamento del terreno sottostante”.

“Gli alberi adulti vicini agli edifici – prosegue Fava – possono assorbire tanta acqua dal terreno da provocarne il collasso e il conseguente abbassamento delle fondazioni. Le piante hanno i cicli annuali, e durante il ciclo vegetativo le radici degli alberi vanno alla ricerca di umidità asciugando il terreno sottostante alla casa e abbassandolo creando danni alle fondazioni, se poi, in questo periodo secco, tale umidità non viene riprodotta a causa delle scarse piogge, l’abbassamento rimarrà costante”.

Che fare dunque? Abbattere? Sembrerebbe di no. “Con questo – conclude Fava – non voglio assolutamente dire che il taglio della pianta sia la soluzione alle crepe negli edifici, anche perché, per ridurre la probabilità di danni futuri alle case, sarebbe salutare eseguire la potatura dei rami e delle radici. Ed infine, in seguito all’abbattimento di alberi adulti il terreno potrebbe assorbire più acqua e gonfiarsi al punto tale da spostare le fondazioni dell’edificio, difatti il terreno circostante, divenuto stabile col trascorrere degli anni, si può gonfiare a mano a mano che assorbe I’umidità precedentemente utilizzata dall’apparato radicale degli alberi. Tale sollevamento del terreno può deformare le fondazioni”.

Il taglio delle piante dunque non è la soluzione, ma potrebbe essere causa di ulteriori problemi. Il terreno si deforma a causa del grado di umidità, dell’acqua assorbita. Le radici svolgono un compito fondamentale, quello di assorbire l’umidità in eccesso. Che succederebbe se questo effetto non ci fosse più?

Tra chi difende le piante i difensori di un’armonia che rende via Madonnina una delle vie, molto probabilmente la via, più belle di Gussola. Paese che, tra chiese abbandonate a se stesse (San Benedetto di Borgolieto), ricerche storiche su reperti mai iniziate (stessa zona) e aree abbandonate (ex fornace) non gode propriamente di ottima salute e di grande interesse.

Tra le ragioni dei residenti, quelle di nuovi progetti e quelle dei cittadini che vorrebbero preservare un area la cui bellezza ‘scenografica’ ha pochi eguali anche nei comuni limitrofi si fanno (idealmente) scommesse. Naturalmente la quota legata al taglio considerando quanto scritto in precedenza e la sensibilità pubblica nei confronti delle aree verdi e del verde pubblico, resta bassa. Bassa quota, alta possibilità di realizzazione.

Ci sarà sempre – il passato lo ha insegnato – un motivo per tagliar piante. Sempre uno in più rispetto a quello della tutela di un patromonio pubblico che è sì fatto di monumenti, ma è fatto anche di alberi, di aree verdi che sono sempre le prime a pagare il prezzo del ‘progresso’. “Abbattere anche un solo albero sano è una sconfitta per tutti” chiosa Franca Filipazzi, disposta a battersi per la loro tutela.

Nazzareno Condina

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...