Ponte, Orlando Ferroni: "Oggi biopsia al morto: struttura provvisoria, unica soluzione"
"La gente però non la illudi più. Sono tante le persone che mi contattano, che mi fermano per strada, che mi incitano sul web ad andare avanti. Li ringrazio: io vado avanti, non mi fermo. Stasera sarò a Colorno"

CASALMAGGIORE – I tecnici della Provincia erano impegnati stamattina nelle verifiche residuali alla struttura, per la parte in alveo. Verifiche peraltro già previste.
“Stanno facendo la biopsia al ponte. Ho l’impressione che più che esperti ingegneri ci troviamo di fronte ad esperti infermieri. A forza di biopsie lo smantelleranno”. Sarcastico, e già di mattina, il consigliere Orlando Ferroni che sull’idea del ponte provvisorio va avanti come un treno. Naturalmente un frecciarossa, non uno di quelli che percorrono abitualmente la Parma Brescia. Quelli al limite potrebbero essere paragonati solo alla lentezza degli altri enti che ancora stanno pensando al da farsi. Alla macchina burocratica.
Duro sulla soluzione che si prospetta: “Il ponte bendato? Una maniera per far lavorare le province, tenerle in vita, non certo una soluzione logica e funzionale. E l’illusione per la gente che tutto tornerà come prima in breve tempo. Però furbescamente le province mettono le mani avanti. Danno dei tempi per la riapertura del ponte vecchio e dicono che intanto quel che non hanno sistemato si deperirà comunque, non lasciando alcuna certezza sul dopo. La politica va avanti così: rappezza oggi senza pensare al domani”.
Testa dura l’Orlando: “La gente però non la illudi più. Sono tante le persone che mi contattano, che mi fermano per strada, che mi incitano sul web ad andare avanti. Li ringrazio: io vado avanti, non mi fermo. Stasera sarò a Colorno. Non so neppure se mi lasceranno parlare ma io ci vado comunque nonostante mio fratello me lo abbia sconsigliato, e se me lo lasceranno fare spiegherò anche lì la soluzione del ponte alternativo. Sei mesi di cantiere, e una struttura di categoria A2 in grado di sopportare anche il passaggio dei camion e poi in contemporanea la costruzione del nuovo, che potrà durare quanto durerà, senza creare contraccolpi. Altre soluzioni logiche in giro io non ne vedo”.
Che fare dunque? Imbiancare il sepolcro che sepolcro resta, rassegnarsi ai tempi biblici di un nuovo (dai 5 ai 10 anni secondo le previsioni prima della riapertura) o credere nel miracolo? Orlando Ferroni ha scelto la terza via: “La politica farebbe bene a fare una scelta sensata, guardando avanti. Ma ho il timore che continueranno con la pazza idea del bendaggio. Non c’è speranza. Senza una struttura sulla quale possano passare anche i camion, il territorio è destinato a morire”.
Nazzareno Condina