Cronaca

"Pot a Viadana, ecco perché crea problemi più che risolverli": il parere del dottor Bartolucci

"La prevista chiusura della riabilitazione generale e geriatrica di Viadana gestita dalla coop. Proges di Parma e l' annunciata trasformazione da parte dell'ASST in POT presuppone che si abbiano idee chiare sulla futura gestione dello stesso, ma da quanto si evince ciò è ben lontano dalla realtà".

VIADANA – E’ il dottor Bruno Bartolucci, per conto di Viadana Democratica, ad attaccare la decisione di istituire un Pot a Viadana soprattutto per le conseguenze che ciò comporta in altri settori della Sanità, come un effetto domino. “La prevista chiusura della riabilitazione generale e geriatrica di Viadana gestita dalla coop. Proges di Parma e l’ annunciata trasformazione da parte dell’ASST in POT presuppone che si abbiano idee chiare sulla futura gestione dello stesso, ma da quanto si evince ciò è ben lontano dalla realtà. Il licenziamento del personale attuale (circa 40 persone), drammatico per molte famiglie, è solo uno dei problemi e forse neppure il più importante”.

“L’ASST dovrà infatti reperire rapidamente – spiega Bartolucci – il personale medico, paramedico, fisioterapico e ausiliario e allo stato attuale, tranne generiche rassicurazioni in merito, non pare che siano anche solo abbozzate, soluzioni funzionali chiare e realistiche. Per quanto riguarda la dislocazione degli ambulatori dei medici di medicina generale (M.M.G.) nel POT, con certezza nulla è stato definito
tranne una generica richiesta di disponibilità in merito. Se pur tale disponibilità vi fosse, non vedo quale collocazione funzionale possa avere il M.M.G nel P.O.T. La stessa cosa vale per il Centro Psico-Sociale (CPS ) e la Guardia Medica, trasferiti nel POT solo come sede, peraltro necessaria. L’assistenza medica di bassa-media intensità, come qualcuno afferma, fornita dai MMG, dalla Guardia Medica e (sic!) dal CPS , ha infatti una sua ben precisa e importante funzione nel panorama generale dell’assistenza territoriale, ma è ben diversa dalla riabilitativa. Se fosse pur anche possibile una qualche loro integrazione funzionale in una rete territoriale di servizi funzionali alla presa in carico dei malati cronici o di cure a bassa-media intensità, come si vuol far credere, questo avrebbe dovuto essere comunque il frutto di una preventiva e precisa programmazione ad hoc”.

“L’ospedale di comunità proposto molti anni fa dai MMG sarebbe potuto essere – conclude Bartolucci – una delle soluzioni, ma allora non è stata neppure presa in considerazione. Anche volendo dar per buona la prospettata soluzione del POT, i tempi strutturali, normativi, funzionali e gestionali necessari per la sua realizzazione saranno comunque biblici e non certo in linea con l’urgenza annunciata per l’anno che verrà. Va ricordato anche ai cittadini che, se non erro, circa sei miliardi sono stati già spesi per la ristrutturazione dell’ex ospedale. Concludo affermando che per l’inerzia, l’inettitudine o le scelte sbagliate dei politici e dei manager della sanità mantovana e regionale, Viadana rischia di perdere la riabilitazione o di vedere comunque fortemente ridimensionata funzionalmente l’attività di una struttura sanitaria essenziale per l’intera comunità”.

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