Ponte e ferrovia, Orlando Ferroni: "E' iniziata la processione elettorale"
"Nonostante tutto credo non sarà semplice: alla politica le scelte più razionali in genere non piacciono. Riprova ne è che qui, a parte il parlare dell'ipotesi dei cerotti, senza che nessuno si muova, tutto è fermo"

CASALMAGGIORE – “E’ iniziata la processione elettorale. Agostino Alloni va in stazione evitando il ponte, che è più tema di competenza nazionale, per cui dipende di più dalla sinistra. Ora mi aspetto che sul ponte ci torni l’assessore regionale Alessandro Sorte, visto che su quello può sempre tirarsi fuori dalle proprie responsabilità mentre sulle ferrovie è un po’ più difficile. Ho idea che sino alle elezioni ne vedremo delle belle”.
A lanciare la sarcastica provocazione il consigliere comunale Orlando Ferroni, impegnato a rilanciare la proposta alternativa del ponte provvisorio, dopo aver trovato – grazie ad un importante studio legale milanese che si occupa di fondi europei e a Silvia Ciotti, esperta in contributi europei, la possibilità di finanziare il ponte alternativo (e pure, in caso, il nuovo) tramite i fondi BEI (Banca Europea degli Investimenti).
“Ho già parlato con Michela Canova, il sindaco di Colorno ed oggi parlerò con Filippo Bongiovanni sindaco di Casalmaggiore. Non ho abbandonato l’idea di perseguire l’unica soluzione razionale al momento possibile. Quella di un ponte alternativo che consenta al contempo di lavorare sul nuovo lasciandolo nell’esatta posizione di quello vecchio da smantellare. C’è già uno studio di fattibilità pronto, e basterebbe quello per provare ad arrivare a quei soldi: il 50% a fondo perduto e il residuo spalmabile su più anni. Nonostante tutto credo non sarà semplice: alla politica le scelte più razionali in genere non piacciono. Riprova ne è che qui, a parte il parlare dell’ipotesi dei cerotti, senza che nessuno si muova, tutto è fermo”.
“Si pensa ad una soluzione che non garantisce niente a nessuno, che potrebbe far riaprire la struttura nel 2019 per farla magari richiudere nel 2020. Se così fosse, se si decidesse cioé per l’incerottamento ben sapendo che non può garantire nulla, e dopo aver investito su questa soluzione cinque milioni d’euro, il giorno dell’eventuale chiusura sarò il primo a rivolgermi alla procura. Perché sono le stesse carte a parlare di soluzione non sicura nei tempi, che potrebbe andare incontro, in caso di nuovi danni evidenziati, ad un’altra chiusura. A quel punto si sarebbero buttati via soldi pubblici, per niente, consapevoli che almeno un’altra soluzione c’è. E qualcuno nel caso sarà chiamato a risponderne, senza dubbio”.
Nazzareno Condina