Politica

Mozione ferrovia, si accende la discussione in consiglio comunale

“Quando parli con muro - ha spiegato il primo cittadino nel suo lungo intervento introduttivo - è difficile avere risposte. Però dobbiamo fare ragionamenti complessivi"

CASALMAGGIORE – Mesi di comunicazioni, tramite i canali istituzionali, senza troppe risposte sulle questioni importanti (anzi, praticamente quasi nessuna). Tutte lettere, tante, lette dal primo cittadino ai consiglieri con una cronistoria puntuale di tutte le azioni istituzionali intraprese per dar seguito alle richieste dei pendolari. RFI, Trenord, proteste anche vibrate utilizzando i canali ufficiali a cui non è seguito nulla, o quasi.

Nessuna disponibilità né a farsi carico ‘motu proprio’ della riapertura dei bagni (“Non esistono, in base anche a quanto detto da ATS per l’urgenza”) né di una causa civile in cui l’unica certezza sono le spese contro RFI o Trenord (“Che se va bene restituirebbero al massimo il 30% del costo degli abbonamenti ai pendolari”), disponibilità a nuovi rilevamenti sul numero dei pendolari (“Anche se in qualunque modo raccogliamo i dati, se non li raccoglie direttamente RFI a loro non può fregare di meno di quel che raccogliamo noi”).

Il cammino istituzionale, la strada scelta, è lunga. La battaglia contro la burocrazia è ardua. Quasi impossibile se l’interlocutore è spesso sordo. E l’amministrazione non è disponibile ad anticipare soldi del bilancio comunale per coprire spese che non sono spese dell’amministrazione, per anticipare soldi e mettere a disposizione personale sostituendosi allo stato a cui, della questione, frega nulla.

“Quando parli con muro – ha spiegato il primo cittadino nel suo lungo intervento introduttivo in cui ha letto buona parte della corrispondenza (la non corrispondenza, sarebbe meglio dire, vista la mancanza spesso di risposte, ndr) è difficile avere risposte. Però dobbiamo fare ragionamenti complessivi. Perché il comune di Casalmaggiore deve distrarre risorse dal proprio bilancio che servono per fare tante altre cose per sostituirsi allo Stato quando su 100 euro di tasse che paghiamo 85 vanno allo Stato, 10 alla Regione e 5 agli enti locali. Dobbiamo intervenire anche lì? Sono risorse economiche che distraiamo per fare cose che dovrebbe fare chi ritiene di non doverle più fare”.

Un diverso approccio ai problemi e alla loro risoluzione tra amministrazione e minoranza, con il comune che è deciso a proseguire con missive e comunque in maniera istituzionale. “Dobbiamo trovare il modo, e io lo faccio tramite i canali istituzionali, a fare interessare RFI alla situazione. A me sta bene fare le varie azioni che il mio ruolo istituzionale mi consente, i comitati possono continuare a fare casini però non capisco visto che il rapporto è stato abbastanza franco non capisco il significato di questa mozione”.

Il primo ad intervenire è stato il consigliere Orlando Ferroni: “Ho ascoltato attentamente il sindaco e se io fossi stato nei suoi panni sarei già stato arrestato. Perché la pazienza che ha avuto nello scrivere quelle lettere e nel cercare quello che non ha mai ricevuto, io già al primo rifiuto mi sarei arrampicato sui muri, garantito. Però capisco che la via che lui cerca è quella istituzionale ed è l’unica via per effettivamente ottenere qualcosa. Ma a questo punto e dopo quello che ho sentito la speranza di ottenere qualcosa rasenta lo zero. E quindi dentro di me mi son chiesto a questo punto cosa faresti. Farei che a questo punto, come per il ponte, si prende in mano la situazione e si gestisce la biglietteria, si gestisce il bagno, anche a costo di spese per il comune, perché è verissimo quello che ha detto il sindaco che non è giusto con tutto quello che paghiamo di tasse e con tutto quello che dobbiamo fare dobbiamo pensare anche ad un bagno che non è nostro, a una biglietteria, a un parcheggio o a quello che sia. Però a questo punto il territorio ha bisogno di qualcosa ed io prenderei le due vie, al momento ci penso io e insisterò sulla via istituzionale e anche di un risarcimento. E anche dal punto di vista sanitario è possibile che se io nella mia attività non ho un bagno mi chiudono domani. Possibile che non ci sia un modo per costringere questa gente ad avere un bagno pubblico, che ci sia un servizio pubblico, dove ci sono centinaia di persone che aspettano un tremo. Siamo nel 21 secolo, è inammissibile. E allora io a questo punto prendo in mano la situazione e dico dammi quel cesso, lo gestisco io e vado avanti e ti stresso, anzi vado lì e ti strozzo. A questo punto non resta che andare per vie fisiche. Quando uno non risponde, è assente o fa orecchie da mercante io vado là e dico io esisto, il mio territorio ha bisogno di un bagno e voi dovete darmi una risposta. Dovremo prenderci carico noi della situazione, è l’unica via. Basta guardare le aree terremotate sono ancora lì nelle condizioni in cui sono, figuratevi se qualcuno pensa al bagno della stazione. Non ci penserà nessuno se non lo facciamo noi”.

Poi è stato il turno di Calogero Tascarella (CNC): “Per noi non è un argomento nuovo. Lei ha dato una risposta sindaco, dicendo perché il comune deve farsi carico di spese per le pulizie che non gli competono? Lei agli atti nella sua posta ha una lettera che le è arrivata attorno al 12 dicembre. E’ di un medico, una dottoressa. Alla stazione di Casalmaggiore e voleva proprio manifestarle le precarie condizioni igienico sanitarie in cui versano i locali. E racconta un po’ la sua storia, lei si trovava in stazione, il giorno della nevicata, doveva prendere il treno, diceva che lo aveva preso tante volte da studentessa universitaria, ma adesso le scrive da medico. Quelle condizioni che l’ATS non ritiene gravi, lei come medico lo sostiene eccome. Perché se lei va a rileggerla, visto che non ha dato risposta, dice che ha dovuto aspettare due ore visto che il primo treno non è passato ed ha dovuto aspettarne un altro, visto che la gente era lì, seduta pazientemente, ad aspettare e dice che la temperatura non si presentava idonea ad ospitare gli utenti per la lunga attesa proprio per le condizioni climatiche. Dice un altra cosa. Non c’erano le condizioni igienico sanitarie e non c’era neppure un bagno per chi era lì in attesa e magari in tensione proprio per i ritardi. E’ un medico che parla. Questo medico conosce molto bene le esigenze fisiologiche delle persone. Io non le faccio delle accuse. Io dico che come comune noi dobbiamo tutelare anche la nostra immagine. Cosa facciamo?”.

A quel punto una sorta di discussione lo ha visto contrapposto al sindaco. Tascarella gli spiegava che il sindaco doveva fare qualcosa, il sindaco controbatteva di non essere competente. Il sindaco a quella lettera non aveva risposto neppure. A quel punto il sindaco ha perso il suo tradizionale aplomb britannico: “Questa è una polemica montata ad arte, il fatto che quella lettera indirizzata a me l’abbia in mano è la dimostrazione. Una polemica montata ad arte. Con quella lettera, se è uno dei motivi della presentazione della mozione, questa mozione perde ancor più di senso”.

Quindi il turno di Pierluigi Pasotto: “E’ vero che a noi non compete, però ATS stessa, al fine di prevenire un’eventuale problematica la invita ad intervenire. ATS si rivolge a lei e le chiede di rivolgersi a chi di dovere”. Poi Pasotto ha letto una lettera di Trenord in cui la stessa evidenziava che per quanto di propria competenza era intervenuta potenziando i treni: “Omettendo però i ritardi cronici e le soppressioni, e questa è un’interruzione di pubblico servizio, o quasi”. Trenord riconosceva, tra le cause del pessimo servizio, oltre al binario unico, la scarsa manutenzione. Evidenziando anche che per ogni soppressione viene predisposto un servizio sostitutivo di autobus: “Cosa non vera, le risulta sindaco? Trenord dice di metterci tutto l’impegno possibile per offrire il miglior servizio. Questa a me sembra un’enorme presa in giro. E alle prese in giro delle volte si può rispondere in maniera istituzionale ed altre volte meno. ATS la invita ad invitare chi di dovere a rispettare una norma igienico sanitaria. Io ce la vedo l’urgenza. Lei ha fatto ordinanze sui fossi, su Casalbellotto e il fatto che una struttura potesse ospitare dei profughi. Era una cosa contingibile ed urgente? Ma di cosa stiamo parlando? Lei è un’autorità in campo. Di che dobbiamo discutere qua dentro, non dobbiamo farlo per tutelare cittadini che ci hanno dato una delega? Lei può fare quel che ne ha voglia, ma scrivere le lettere non basta. Il problema è che lei non ha mai voluto scomodare Regione Lombardia, è questo il problema. Ha paura di parlarne”.

A quel punto è scoppiato il putiferio. Tra accuse di campagne elettorali più o meno in atto, il sindaco in un momento di nervosismo ha ripetuto più volte che la colpa di tutto è di Regione Lombardia. “Lei non è un burocrate, è un sindaco! Per l’ordinaria amministrazione basta un tecnico comunale. Venga messo agli atti, non c’è urgenza, i cittadini si arrangino!”.

Poi è stato il turno di Alessandro Rosa (Listone) che ha posto alcune domande cercando di ristabilire la calma in una sala surriscaldata olremisura: “La valutazione circa i caratteri e la sussistenza della contingibilità ed urgenza a chi compete, ad ATS o al sindaco? Il parere di ATS è vincolante?”. Bongiovanni ha detto che non è vincolante. Rosa si è detto poi daccordo con Ferroni. “L’articolo 11 dello statuto comunale dice che il comune concorre a provvedere alla salute pubblica”. Rosa ha anche sostenuto la bontà del fare intervenire la Polfer e del sostenere seppur un’impervia via legale.

Ferroni ha poi ripreso la parola: “Lo Stato non esiste, e quando lo Stato non esiste dobbiamo intervenire. Abbiamo chiesto lo stato di emergenza e non ce lo danno, però l’emergenza esiste. Io penso che un cittadino che ha un disagio gli forniamo dei servizi noi gli diamo tantissimo. Noi possiamo dare conforto a gente che è lì e non siamo in grado di dare loro nessuna sicurezza. Non siamo in grado di dargli un caffé, un ambiente caldo e un cesso e un parcheggio, e una biglietteria”.

Poi il turno di Francesco Ruberti, per la maggioranza: “A parte tutto il frangente politico che a me non interessa, il discorso dei bagni in se non è sbagliato, ma proviamo a fare un percorso corretto. Il comune dovrebbe commissionare una ditta per andare a pulire ad agire in un immobile di un altro. Il comune quando fa un contratto è responsabile per la sicurezza. Come si può fare per andare a casa di un altro e prendersi la responsabilità di quello che c’è la? Sta in piedi col decreto 81?”. A quel punto Ferroni è uscito imbestialito. “Stando a quello che conosco io chiedo se è possibile una roba del genere. Valutiamo bene la cosa”.

Pamela Carena: “Ho esperienza sia personale che familiare. Mia sorella ha fatto un viaggio con lo zaino chiuso tra le porte. Se noi possiamo fare e possiamo muovere in questo senso perché non lo si è fatto prima? Anche le amministrazioni precedenti avrebbero dovuto agire”.

Pasotto ha risposto a Francesco Ruberti: “I bagni? Si fa come si fa per il parcheggio, peraltro è la stessa RFI ad uaspicare una soluzione come quella preventivata. Cosa facciamo stiamo inerti? Le cose se si possono fare si fanno”. Rosa ha sottolineato che non è una crociata contro l’amministrazione. Massimo Mori ha parlato della difficoltà di fare intervenire la Polfer.

Il sindaco ha infine ricordato che si sta cercando di far tenere aperto il parcheggio dell’ex area dello scalo merci in accordo con RFI per prevenire la chiusura e il caos. Per i bagni il sindaco ha comunque promesso un tentativo di percorrere una strada istituzionale. “Miro ad un’altra cosa, aprire e chiudere ma magari farla gestire a RFI”. Il sindaco ha promesso di riscrivere all’ATS. Alla fine l’atmosfera si è un po’ rasserenata. La mozione è stata respinta. A votare sì la minoranza, no la maggioranza, astenuto Ferroni.

Nazzareno Condina

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