Cronaca

"Call me by your name? Sdogana la pedofilia": la critica di padre Cassinelli

Un giudizio forte, forse una delle prime voci critiche che si leva dopo una valanga di lodi e apprezzamenti, per un film che ha riportato il cinema italiano nella rosa delle candidature al Miglior Film assoluto, arriva dall'ex superiore della Fontana a Casalmaggiore.

Nella foto una scena del film e padre Cassinelli quando era alla Fontana di Casalmaggiore

COMO – “Quindi il potenziale capolavoro, 4 nomination agli Oscar, parla di amore omosessuale pedofilo… non male per sdoganare la pedofilia, post valido anche se fosse tra un giovane e una bambina”. Il giudizio, decisamente tranchant, è riferito alla pellicola del momento, giocata in casa dalla nostra provincia perché girata tra Crema e Moscazzano, ossia “Call me by your name”, che proprio lunedì sera vivrà una visione speciale alla presenza del regista siciliano, di casa a Crema da diversi anni, Luca Guadagnino. Un giudizio forte, forse una delle prime voci critiche che si leva dopo una valanga di lodi e apprezzamenti, per un film che ha riportato il cinema italiano nella rosa delle candidature al Miglior Film assoluto, e non solo straniero, come non accadeva dal 1999 con “La vita è bella” di Roberto Benigni.

A pronunciarlo è padre Andrea Cassinelli, oggi di stanza a Como nella parrocchia di San Giuseppe, ma fresco ex, per così dire, del Santuario della Fontana, dove è stato padre superiore fino alla scorsa estate. Molto attivo sui social e sempre molto diretto nei suoi commenti, padre Andrea ha voluto dare un giudizio non certo estetico o legato all’analisi del film dal punto di vista tecnico, quanto piuttosto sui contenuti. Un pensiero destinato a fare discutere, indubbiamente, perché la tematica, oltre che attuale, è da sempre delicata e fonte di dibattito e spaccatura.

Hollywood, peraltro, si è dimostrata molto sensibile a questo argomento: lo scorso anno l’Oscar più importante finì a “Moonlight”, che già affrontò di petto l’ambito omosessuale. Nel film di Guadagnino la liaison che si crea è quella tra Elio, 17 anni, e Oliver, 24 anni: dunque una differenza di età non così marcata, ma pur sempre una storia tra un maggiorenne e un minorenne, che in tal senso ha spinto padre Cassinelli a quel post. Destinato, come abbiamo visto, a non passare inosservato…

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