Via Baldesio, rivoluzione slow: i lavori avanzano assieme a qualche polemica
A criticare anche alcuni residenti che in passato appoggiarono Slow Town e zona 30, durante la sua sperimentazione. Al di là della ragione e del torto, resta la sensazione di una rivoluzione che, come tale, difficilmente già convincere tutti.
CASALMAGGIORE – I lavori avanzano in via Baldesio, dovrebbero terminare entro la fine di aprile per quel che concerne il tratto che dalla rotondina di via Italia va verso la Cassa Rurale, ossia a metà della strada, e in effetti qualche modifica legata a zona 30 e alla cosiddetta Slow Town inizia a intravedersi. I marciapiedi diventano più grandi e saranno perfezionati ben 14 passaggi pedonali sicuri dedicati, tra gli altri, non solo agli utenti deboli della strada, ma anche ai non vedenti.
Con i lavori, però, avanza anche la polemica. E lo fa, come spesso accade, via social, coinvolgendo alcuni residenti della strada: i lavori, indubbiamente, come tutte le rivoluzioni, portano qualche grattacapo, in primis la mancanza di quei parcheggi davanti a casa tanto comodi. Sì, perché l’ampliamento dei marciapiede, in queste settimane, porta ovviamente alla scomparsa momentanea di posti auto. Giancarlo Simoni, che è stato tra i primi a volere questa rivoluzione slow, precisa che in realtà, alla fine dei lavori, i parcheggi non saranno meno, perché quattro già da tempo sono stati ricavati davanti a Palazzo Melzi, andando a compensare quelli venuti meno all’incrocio con via Romani per la sistemazione della rotonda. I parcheggi, durante i lavori, sono invece a disposizione spesso, la sera, in via Giordano Bruno, giusto dietro via Baldesio. Via Romani, altra novità da registrare, cambierà senso di marcia in quel tratto, con i mezzi che saranno in ingresso, e non più in uscita, su via Baldesio.
Altre critiche: soldi pubblici utilizzati per una sola via, riqualificazione di una strada forse funzionale per limitare la velocità dei mezzi ma incapace di tenere conto del valore storico della via e della sua estetica. Insomma posizioni diverse e un contrasto destinato probabilmente a durare e scaldare gli animi. A criticare sono pure alcuni residenti che in passato appoggiarono Slow Town e zona 30, durante la sua sperimentazione, firmando gli appositi quaderni. Al di là della ragione e del torto, vi è la sensazione di una rivoluzione che, come tale, difficilmente potrà convincere tutti. Resta da capire se l’effetto finale, a lavori conclusi (almeno su questo lotto), calmerà gli animi e rassicurerà i critici. Va anche detto che il progetto oggi seguito e perfezionato non è lo stesso stilato dall’architetto Matteo Dondè, pur ispirandosi agli stessi valori di maggiore sicurezza per l’utenza debole della strada. Restano la speranza da un lato, e il malumore dall’altro: la rivoluzione slow porterà consiglio?
Nel mentre Giancarlo Simoni ha voluto esprimere il proprio pensiero a riguardo in uno scritto, che qui pubblichiamo integralmente (nelle foto successive alcuni dei disegni chiave del progetto di riqualificazione di via Baldesio):
“Una città sicura e a misura di Bambini, Anziani e Disabili. Tra la Piazza Garibaldi e la rotondina di via Italia saranno ricavati quattordici passaggi pedonali, di cui tre rialzati, tutti con percorso tattile a terra per non vedenti. Il completo abbattimento delle barriere architettoniche per chi si muove in carrozzella e un facile e sicuro movimento per le mamme che trasportano i bambini piccoli grazie all’allargamento dei marciapiedi.
Quando i lavori saranno conclusi entro aprile la zona30 sarà effettiva, perchè gli automobilisti saranno costretti a rispettare i limiti di velocità grazie alle corsie più strette, alle scicane e agli attraversamenti rialzati, che renderanno la zona di fatto a precedenza pedonale. Le auto continueranno a passare e a parcheggiare, ma a velocità moderata. Questo comporterà anche un abbattimento del rumore, dell’inquinamento dell’aria e una migliore conservazione del porfido negli anni. In particolare saranno messi in sicurezza tre punti fondamentali, l’imbocco di via Baldesio da piazza Garibaldi con l’allargamento dei marciapiedi sui due angoli, l’incrocio di via Baldesio con via Del Lino e il vicolo Chiozzi con quattro isole pedonali delimitate da paletti e passaggi pedonali corti, e la rotondina di via Italia dove mancavano completamente i marciapiedi e l’accesso sicuro al parco.
Il progetto Casalmaggiore 2.0 ricordiamo è co-finanziato dalla Fondazione Cariplo, che nel 2016 lo ha ritenuto uno dei migliori presentati nella provincia di Cremona. Progetto che prevede anche la sistemazione del parco ed un processo di partecipazione della comunità grazie a due facilitatori. Il progetto stradale preliminare affidato all’Architetto Matteo Dondè nel 2014 è stato rivisitato in alcune sue parti dall’Arch.Fiorella Diana del Comune per adeguarsi al nuovo PUT, che prevede l’inversione del senso di marcia nell’ultimo tratto di via Romani.
Un progetto di grande qualità che potrà essere esteso nel tempo all’intero centro storico di Casalmaggiore per migliorare la qualità della vita dei residenti, incentivare il commercio delle Botteghe di prossimità e così tentare di avvicinarsi alle esperienze virtuose dei Paesi del Trentino Alto Adige e del Nord Europa che già da vent’anni hanno rigenerato i loro centri. Per farlo occorrerà incaricare tecnici specializzati in moderazione della velocità e rigenerazione urbana, ciò permetterà al Comune di partecipare e aggiudicarsi gli innumerevoli bandi che ogni anno escono sul tema mobilità pedonale, ciclabile, percorsi sicuri casa/scuola e casa/lavoro come hanno fatto nell’ultimo anno i Comuni vicini di Cremona, Vescovato e Gussola.
Tra qualche mese una parte importante di Casalmaggiore cambierà volto e potrà rappresentare un esempio virtuoso per risolvere l’annoso problema della velocità delle auto in centro che in alcune vie, come vie Baldesio, raggiungono picchi di 80/100 km all’ora. Una velocità incompatibile con strade residenziali/commerciali. A 80 all’ora lo spazio di arresto è di ben 65 metri, ciò renderebbe fatale qualsiasi incidente con i pedoni, occorre quindi fare prevenzione prima che accada l’irreparabile visti i continui ribaltamenti di auto di questi ultimi anni”.
Giovanni Gardani