Nicola Busi: "Il mio giro nella bellissima Italia, ma sulle infrastrutture c'è molto da fare"
Top e flop di questo tuo tour per l’Italia? "Il meglio è la bellezza assoluta del nostro Paese, specie in quei piccoli negozietti, ancora come vent’anni fa, presenti in particolare al Sud. Il peggio invece sono le infrastrutture".

COMMESSAGGIO – “Sì, ho avuto proprio una bella botta di… fortuna”. Il termine qui viene edulcorato per motivi stilistico-tipografici, ma l’uscita colorita di Nicola Busi renderebbe forse meglio l’idea della sua esplosività non solo sui pedali. Il ragazzo classe 1990 ha concluso il suo Giro d’Italia. Da Commessaggio a Commessaggio, costeggiando – letteralmente – tutto il Belpaese. “Lo rifarei domani, è stata un’esperienza da promuovere a pieni voti”.
Trentasette giorni, 3200 chilometri, tutto secondo i programmi, o quasi. “L’unico vero dispiacere è stato non riuscire a percorrere in bicicletta il tratto da Viareggio a Parma: dovevo passare sulla Cisa con il meteo che prometteva tempesta e neve. In quel caso il buon senso ha prevalso sul cuore: sì, mi è dispiaciuto molto e per questo sono convinto che quest’estate quei 100 km mancanti li rifarò, anche perché col passo della Cisa non sono poi così banali o scontati. Per questa volta, e per arrivare in tempo, me li sono fatti in treno, ma è stata l’unica mancanza di un percorso per il resto rispettato a pieno, senza contrattempi”.
Top e flop di questo tuo tour per l’Italia? “Il meglio è la bellezza assoluta del nostro Paese: bello tutto, sia chiaro, anche se il fascino maggiore su di me l’hanno esercitato quei piccoli negozietti, ancora come vent’anni fa, presenti in particolare al Sud, sulla costa della Calabria o della Basilicata o della Campania. Il peggio invece sono le infrastrutture: non siamo ancora un paese per cicloturisti. E’ vero che la mia è stata una “gita” estrema, ma più volte ho rischiato di essere colpito da un’auto e in particolare in due tratti non ho trovato alternative “dolci”. A Taranto sono passato da una superstrada a quattro corsie perché non vi erano altre strade; a Orbetello, in risalita, ho invece affrontato una statale, sempre a quattro corsie. Parliamo di vie percorse da mezzi che possono arrivare ai 110 km all’ora, se rispettano i limiti. Un’alternativa credibile per le biciclette sarebbe gradita”.
L’arrivo è stato di domenica, in una piazza che attendeva solo te. “L’arrivo nel giorno festivo era studiato: quando sono giunto a Napoli, risalendo dunque la costa tirrenica, ho fatto due calcoli, ho studiato le distanze e ho fatto in modo di giungere proprio di domenica a casa mia. Il resto è stato tutta una sorpresa: i ciclisti di Commessaggio che mi hanno accompagnato nell’ultimo tratto, autorità, amici e famigliari che mi hanno aspettato in piazza con una bella festa e poi l’aperitivo preparato appositamente dalla Natalina del Bar Centrale. Una celebrazione “alla buona”, senza pomposità, proprio come piace a me”.
Ripercorrendo questi 37 giorni (di cui un paio di riposo, come avviene anche per Giro d’Italia o Tour de France), qual è il primo aspetto che ti torna in mente? “Io in bicicletta correvo solo la mattina, per evitare il buio dal tardo pomeriggio e per accomodarmi con calma per la notte. E poi ho fatto pure il turista, visitando i vari paesini o città in cui mi fermavo in particolare il pomeriggio. Non a caso un giorno di riposo intero l’ho fissato a Napoli, che ovviamente meritava un po’ di tempo in più. In tutto questo mi ha colpito la disponibilità della gente e la loro ospitalità: io fissavo i pernottamenti ogni 2-3 giorni, ma nessuno mi ha mai detto di no. Anzi, in qualche caso c’è chi mi ha ospitato in modo assolutamente gratuito. Una bellissima risposta a chi mi diceva che gli italiani, in qualche caso, sono molto diffidenti: io non ho trovato ostacoli”.
Adesso cosa farà Nicola? “Mi riposerò un po’. Guardando il tg di questi giorni, mi viene da pensare che sarebbe bastata una settimana di ritardo e, con tutta questa neve che blocca l’Italia, non sarei più arrivato, quindi mi è andata davvero bene. Per quanto riguarda l’attività agonistica, continuerò ad andare in bicicletta e a fare qualche gara ogni tanto. E poi, ribadisco, in estate riprenderò quel tratto del puzzle che mi manca, da Viareggio a Parma”.
Per chiudere i giochi, anche se i conti tornano già. Ed è bellissimo pure così.
Nel dettaglio ecco le tappe di Nicola Busi:
Partenza: 20 gennaio
Arrivo: 25 febbraio
1 Commessaggio-Bologna 113 km
2 Bologna-Cesena 89 km
3 Cesena-Senigallia 115 km
4 Senigallia-San Benedetto D.T. 141 km
5 San Benedetto D.T.-Silvi Marina 53 km
6 Silvi Marina-Termoli 107 km
7 Termoli-Peschici 112 km
8 Peschici-Barletta 132 km
9 Barletta-Ostuni 147 km
10 Ostuni-Lecce 74 km
11 Lecce-Leuca 77 km
12 Leuca-Porto Cesareo 87 km
13 Porto Cesareo-Taranto 64 km
14 Taranto-Policoro 88 km
15 Policoro-Schiavonea 78 km
16 Schiavone-Crotone 102 km
17 Crotone-Soverato 86 km
18 Soverato-Locri 68 km
19 Locri-Reggio Calabria 97 km
20 Reggio Calabria-Caria 103 km
21 Caria-Pizzo 41 km
22 Pizzo-Paola 87 km
23 Paola-Praia a Mare 75 km
24 Praia a Mare-Agropoli 155 km
26 Agropoli-Salerno 46 km
27 Salerno-Sorrento 57 km
28 Sorrento-Napoli 74 km
30 Napoli-Sabaudia 142 km
31 Sabaudia-Fiumicino 98 km
32 Fiumicino-Orbetello 146 km
33 Orbetello-Piombino 122 km
34 Piombino-Viareggio 123 km
35 Viareggio-Parma (in treno)
36 Parma-Poviglio 21 km
37 Poviglio-Commessaggio 31 km
Giovanni Gardani