Museo Diotti, il percorso si arricchisce di grandi opere d'arte: risultato straordinario
L’opera che più spicca è una pregevole ancona lignea cinquecentesca. Il dipinto interno è probabilmente più recente (databile nel ‘600 secondo lo stesso Rosa) ma resta davvero un’opera straordinaria nel suo insieme.

CASALMAGGIORE – Un percorso espositivo mutato, fatto di tanti piccoli e grandi gioielli dell’arte, dal ‘500 al ‘900 che la città di Casalmaggiore può fregiarsi di avere in dote e di nuove donazioni o prestiti che meritavano di essere visti ed apprezzati dal pubblico. Cambia in parte, dopo due mesi di chiusura ed un mese di intenso lavoro del curatore Walter Rosa e del personale comunale, in primis la dottoressa Roberta Ronda, con alcune interessantissime novità che impreziosiscono ancor di più una collezione di opere già di per se ricca di pregevoli pezzi.
La recente mostra dedicata a Giuseppe Diotti ha dato grande risalto e visibilità, a livello nazionale, al museo. Dopo la chiusura della mostra e grazie, come dicevamo ad alcuni lasciti o depositi, è stato necessario ripensare il percorso, proprio per dare visibilità ad opere importanti e per lasciare, nell’esatta ubicazione della mostra del Diotti, alcune opere di notevoli dimensioni che non avrebbero potuto trovare spazio altrove. E’ il caso, ad esempio, dell’Antigone condannato a morte, di Giuseppe Diotti, che la Fondazione Accademia Carrara di Bergamo ha lasciato in deposito per due anni (rinnovabili) alla città. Stessa questione per un’altra monumentale opera del Diotti, la Corte di Ludovico il Moro, che il comune di Lodi ha lasciato al museo Diotti in attesa che possa essere aperto il museo civico a Lodi. ALtro comodato per due opere di proprietà della parrocchia di Santo Stefano (la copia giovanile dell’Ultima Cena con Comunione degli Apostoli del Malosso e il Ritratto dell’abate Mola).
“Uno dei risultati più belli della mostra che si è conclusa da poco – ha sottolineato l’assessore alla cultura Pamela Carena – è stata proprio la credibilità e la fiducia nei confronti del museo che si è accresciuta notevolmente. Questa nuova disponibilità è frutto di tutto il lavoro”. Non sono solo le opere citate prima. Verso la fine della mostra è giunta la bella notizia di un lascito importante. Un nucleo di opere proveniente dalle collezioni della famiglia Bastoni-Fontana ha ulteriormente arricchito il museo. Sono stati donati in particolare un gruppo di ritratti eseguiti da allievi del Diotti (il più importante, un Ritratto di giovane uomo di Giovanni Carnovali, detto il Piccio, e due ritratti di Luigi Quarenghi), un Autoritratto del pittore Anselmo Gorni, e un Ritratto del matematico barnabita Mariano Fontana. Ma l’opera che più spicca per valore e per bellezza e una pregevole ancona lignea cinquecentesca. Il dipinto interno è probabilmente più recente (databile nel ‘600 secondo lo stesso Rosa) ma resta davvero un’opera superba nella sua bellezza, straordinaria nella sua cornice.
Non è finita perché anche la Fondazione onlus Casa di Riposo Leandra di Canneto sull’Oglio ha lasciato in deposito la collezione De Marchi Equisetto, tutte opere del ‘900 tra cui spicca un aeropittura del futurista Tullio Crali. “Quella di oggi – ha spiegato Rosa dopo aver dettagliatamente esposto il nuovo percorso – non è un’inaugurazione vera e propria, ma un’anteprima. Oggi la tendenza dei musei è quella di esporre meno opere, noi siamo andati in senso opposto. Certo, non possiamo esporre tutto ma contiamo, a rotazione di mostrare ancora tante delle opere custodite nei depositi”. La nuova disposizione merita senz’altro una visita, anche per chi il museo lo conosce già. Il museo Diotti è un’importante realtà territoriale, adesso ancor più importante. Ed assolutamente unica.
Nazzareno Condina