Vicobellignano, da sindaco a sindaco: Guendalina Gerevini scrive a Filippo Bongiovanni
"C'è una maggioranza ed una minoranza che alla fine si sono occupati di raccogliere le idee di tutti i bambini e alla fine hanno scritto una lettera rivolta al sindaco con la preghiera di acquisire il terreno qui a fianco". GUARDA IL SERVIZIO DEL TG DI CREMONA 1
VICOBELLIGNANO – La firma è quella del sindaco eletto dalle classi quarte della scuola elementare, Guendalina Gerevini, e del gruppo che l’ha appoggiata nelle vere e proprie elezioni. Ad eleggerla gli stessi allievi. Ma c’è anche un’opposizione nel consiglio della scuola, e soprattutto ci sono idee da portare avanti.E’ sicuramente un consiglio diverso da quello dei grandi, meno litigioso e disposto a lavorare unito per il bene comune.
La lettera delle classi quarte è indirizzata direttamente al sindaco Filippo Bongiovanni e gli è stata consegnata ieri, insieme ad alcuni progetti messi su carta. Progetti in cui le spese sono ridotte al minimo grazie al reperimento di ‘manovalanza’ a costo zero: nonni e genitori che si sono detti disponibili.
“Egregio signor sindaco – si legge sulla lettera – siamo gli alunni delle classi quarte e le scriviamo a nome di tutta la scuola primaria di Vicobellignano per farle una richiesta: vorremmo poter usare il terreno che si trova accanto alla nostra scuola per motivi legati allo studio e alle attività di gioco e di sport. Su questa porzione di terra, separata dal nostro giardino solo da una rete, vorremmo costruire una casetta-laboratorio di scienze (con l’aiuto dei nostri genitori) dove realizzare i nostri esperimenti e conservare gli oggetti da osservare e i materiali raccolti.
Inoltre avremmo bisogno di uno spazio migliore per il nostro stagno in modo da studiare gli animali e le piante che verranno a viverci. Vorremmo uno spazio soleggiato dove realizzare un orto più grande che fornirebbe della verdura veramente a km/0… e una zona di alberi da frutto per le nostre merende. Abbiamo super nonni a disposizione dai quali imparare.
Accanto al frutteto vorremmo tenere delle arnie: l’esperto dell’Oasi Le Bine ci darebbe il suo aiuto e noi vorremmo provare ad ottenere il miele. Porti pazienza, le nostre richieste non sono ancora finite! Ci piacerebbe creare una vasca di sabbia per simulare uno scavo archeologico: abbiamo già a disposizione l’aiuto di due archeologi con i quali stiamo lavorando e servirebbe soprattutto alla classe terza, che comincia a studiare la preistoria.
Infine i nostri compagni di quinta hanno effettuato delle misurazioni e disegnato una planimetria del terreno: loro vorrebbero sfruttarlo come palestra ‘a cielo aperto’. Lei sa che la nostra scuola non ha palestra e noi dobbiamo andare a fare ginnastica negli impianti delle varie associazioni sportive. Se avessimo una parte di terreno asciutto sul quale mettere qualche attrezzatura che costi poco, potremmo fare tutti attività motoria in sicurezza e i costi sarebbero minimi.
Le mandiamo i disegni che abbiamo fatto e la invitiamo a venire a scuola anche per spiegare meglio le nostre idee. In attesa di una risposta le inviamo i più cordiali saluti”.
Insieme ai disegni, la giunta della scuola, ha inoltrato al sindaco anche una sorta di piano economico di massima con i prezzi delle attrezzature richieste. “Alle elezioni c’erano tre gruppi differenti – ci ha spiegato Chiara Tosi che ha coordinato tutto il lavoro legato a ‘La città dei bambini’ – e alla fine è stata eletta Guendalina. C’è una maggioranza ed una minoranza che alla fine si sono occupati di raccogliere le idee di tutti i bambini e alla fine hanno scritto una lettera rivolta al sindaco con la preghiera di acquisire il terreno qui a fianco. Ci sono tante iniziative che i bambini hanno proposto e tanti volontari disposti a darci una mano. Il sindaco dovrà rispondere a questa lettera e venire a vedere cosa hanno fatto i bambini”.
Ieri il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni si è intrattenuto per qualche tempo con Chiara Tosi proprio a parlare di quella lettera. Il terreno diventerà comunale tra qualche tempo e non è detto che – per una volta – i sogni non possano avverarsi, almeno qualcuno.
Nazzareno Condina