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"La storia della Bassa siamo noi": l'artista Sbolzani e gli studenti del Romani protagonisti

L’installazione a San Francesco consiste in alcuni grandi cubi che, sistemati in un determinato percorso e in una piazza ideale con tanto di lampioni e panchine, offrono l’idea di un gioco temporale di rimandi, con scritte e messaggi anche dei ragazzi. GUARDA IL SERVIZIO DEL TG DI CREMONA 1

CASALMAGGIORE – “E’ necessario che tutti non solo debbano ma vogliano apprendere”: parte tutto da questa frase, uscita dal Consiglio d’Europa tenutosi nel 2001 a Barcellona, il progetto di alternanza scuola-lavoro molto particolare che ha coinvolto, e coinvolgerà per le prossime due settimane e poi per l’intera estate, a turno, i ragazzi delle classi 3° di indirizzo scientifico del Polo Scolastico Romani di Casalmaggiore. Un percorso originale, che prende le mosse da un’idea di Francesco Sbolzani, artista di Rivarolo del Re, il quale ha invitato i ragazzi, tutti di 16-17 anni, a coinvolgere i propri genitori e nonni per farsi raccontare il passato di questo territorio. Da lì è iniziata una ricerca che sfocia ora in una installazione che, allestita in questi giorni, sarà visitabile dal 1° luglio al 30 agosto presso la chiesa di San Francesco, dal martedì alla domenica dalle 19 alle 23, con la suggestione notturna aggiuntiva dunque.

La dirigente del Romani Maria Luisa Caterina Spedini ha dapprima ringraziato, oltre a Sbolzani e ai ragazzi, i vari professori che hanno collaborato e il parroco don Claudio Rubagotti che ha concesso la chiesa per l’esposizione e il comune che ha patrocinato. Con lei al tavolo la professoressa Giuseppina Rosato, la professoressa Rita Pezzani, l’artista Sbolzani, gli studenti in rappresentanza dei compagni Gaia Montanaro e Yahia Khalfi e il professor Daniele Mazzini, il quale ha ricordato uno ad uno tutti i colleghi che hanno accolto questa iniziativa e l’hanno resa possibile, ossia i docenti Scazza, Gaboardi, Colangelo, Bellingeri e Orlandi, tutti del Romani.

L’installazione consiste in alcuni grandi cubi che, sistemati in un determinato percorso e in una piazza ideale con tanto di lampioni e panchine, offrono l’idea di un gioco temporale di rimandi, con scritte e messaggi anche dei ragazzi. La morale è abbastanza immediata: pensare ad un prossimo Futuro tenendo Presente il Passato. Da qui il rapporto con il territorio, il gioco intergenerazionale scaturito dal colloquio con i propri parenti, la teoria e la pratica mescolate allo sguardo alla Bassa, perché – per dirla con Yahia Khalfi – “nel paese che vive c’è sempre qualcosa di tuo e una parte di te che viene tramandata ai posteri”. Per sapere dove stiamo andando dobbiamo sapere da dove veniamo, nel segno di una cittadinanza attiva che i ragazzi hanno sposato in pieno.

Nella foto l’installazione in corso a San Francesco

Tutto parte dalla consapevolezza che la scuola deve tendere a un organico collegamento con la società civile e il mondo del lavoro. Solo in tal modo può favorire l’orientamento dei giovani e valorizzare le vocazioni personali. Il progetto di studio, che riguarda la Bassa dal 1945 ad oggi, ha visto gli studenti divisi in sette gruppi che hanno lavorato in biblioteca a non solo, approfondendo ciascuno un decennio specifico. Gli stessi ragazzi faranno da guida, a turno, ai visitatori dell’installazione nelle prossime settimane. Con una dedica, rappresentata dall’ultima slide proiettata, quella a Riccardo Visioli, ragazzo farfalla prematuramente scomparso ed ex studente del Romani, che ha sempre simboleggiato, in un magnifico ossimoro vivente, la forza della fragilità.

Giovanni Gardani

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