Nasce "Piadena Drizzona": bassa l'affluenza, ma il Sì vince col 61 e 66% nei due comuni
A Piadena il Sì ha ottenuto 555 voti pari al 61.66% del totale, mentre il No si è fermato al 38.11% con 343 voti (la rimanenza sono schede bianche o nulle); a Drizzona il Sì ha vinto col 66% (152) voti, con il No fermo al 32.89% (75 voti).
PIADENA/DRIZZONA – Dopo Torre dè Picenardi con Cà d’Andrea, anche Piadena e Drizzona si fondono e dal 1° gennaio 2019 diverranno un unico comune: il Casalasco così fa scuola, fornendo i primi due esempi in provincia di Cremona proprio di fusione. L’affluenza è stata molto bassa, va detto, ma il quorum non era necessario: nei tre seggi di Piadena ha votato il 32.79%, mentre nell’unico seggio a Drizzona è stato raggiunto almeno il 5o%. Poi però la vittoria del Sì è stata significativa: non netta o con percentuali bulgare come a Torre e Cà d’Andrea, ma comunque importante.
A Piadena il Sì ha ottenuto 555 voti pari al 61.66% del totale, mentre il No si è fermato al 38.11% con 343 voti (la rimanenza per arrivare al 100% sono schede bianche o nulle); a Drizzona il Sì ha vinto col 66% (152) voti, con il No fermo al 32.89% (75 voti). Ora i due consigli comunali dovranno dimettersi, dopo di che partirà l’iter che, dal 1° gennaio 2019, porterà alla formazione di un unico comune, le cui prime elezioni saranno nella primavera 2019. Il nome del nuovo municipio? Il conteggio alla fine ha visto prevalere la soluzione probabilmente più immediata ossia “Piadena Drizzona”, che ha raccolto più voti rispetto a “Piadena e Drizzona” e a “Piadena con Drizzona”. Rispetto a quella di Torre dè Picenardi con Cà d’Andrea (fusione per incorporazione del comune più piccolo), questa è infatti una fusione alla pari che manterrà entrambi i vecchi comuni nel nome dell’ente che sorgerà.
Se da un lato esprimono ovvia soddisfazione i sindaci di Piadena Ivana Cavazzini, che ha votato di prima mattina perché impegnata in un battesimo, e di Drizzona Nicola Ricci, che ha votato attorno a mezzogiorno di domenica – curiosità a parte: entrambi hanno votato a Drizzona essendo qui residenti – dall’altro non mancano visioni in contrasto con questa fusione, che del resto è stata maggiormente osteggiata rispetto a quella di Torre e Cà d’Andrea. E’ anche giusto ricordare che i due consigli comunali hanno votato l’iter pro fusione all’unanimità dunque le polemiche sono state esterne rispetto al consesso politico. A tal proposito, si registra lunedì mattina la posizione di Luigi Pagliari, cittadino piadenese che ha sostenuto in No, il quale su Facebook scrive: “Ieri sera si è conclusa definitivamente la storia di Piadena. L’indifferenza e l’astensione sono stati i veri vincitori di questo Referendum. I Piadenesi non sono andati a votare e sono bastati solo 555 voti per decidere le sorti del nostro paese”. Quel che è sicuro è che le prime due fusioni nella storia della provincia di Cremona sono casalasche: la terza potrebbe arrivare il 1° luglio con Castelleone e Fiesco al referendum.
G.G.