Cronaca

Christian, 8 anni e i soldi per ricostruire un ponte per il fratello Marco

"Immagino - conclude Amelia - quei bimbi che attendono le mamme e i papà che per colpa di traffico o del treno che non arriva mai che dolore che provano". GUARDA IL SERVIZIO DEL TG DI CREMONA 1

CASALMAGGIORE – Tanti piccoli foglietti di carta, come fossero tutte banconote. Da 500 o da un milione di euro, messi lì, tutti in fila. Perché poi, nell’immaginario di un bambino il soldo è un pezzo di carta e se serve si può fare.

Serve, eccome se serve. Per tornare ad una vita normale per Christian Pala, 8 anni, che l’anno prossimo andrà in quarta. Serve per avere più tempo per stare con il fratello Marco, 22 anni. Per potere avere tempo da trascorrere con lui, per giocare.

La tragica vicissitudine di un ponte chiuso vista da un bimbo ha piccoli segni di speranza, tutto si può affrontare con un po’ di fantasia. La vita reale è altra, cerca senza disilluderlo troppo, di spiegarglielo mamma Amelia Marossi. E’ lei ad averci raccontato una storia, tenera e al contempo amara. Una storia tra le tante, ma questa volta filtrata dagli occhi di suo figlio.

Marco Pala lavora alla Scic Cucine a Parma, come informatico nel CED della ditta. Da quando Ponte Po è chiuso, da dieci mesi a questa parte, deve passare il Ponte di San Daniele. La Scic Cucine è dislocata nell’area industriale adiacente all’autostrada. Niente mezzi pubblici. Percorso più che duplicato rispetto a prima, quando con 30, 35 km per strade secondarie era sul luogo di lavoro. Un’ottantina di km al giorno al posto dei 35 di prima.

Marco parte alle 7.30 e rientra, quando tutto va bene, alle 19.30. Tempo di mangiare e riposarsi. Prima alle 18 era a casa, e c’era tempo per stare con Christian, per giocare e divertirsi con lui. Oggi le cose sono diverse e a soffrirne maggiormente è il piccolo coniatore della fantasiosa zecca. Nulla è impossibile ad 8 anni, nulla soprattutto se serve a ripristinare un equilibrio perduto, un equilibrio fatto di tempo, di affetti e di giochi.
“È molto dispiaciuto di questa cosa – spiega mamma Amelia – perché si vogliono molto bene e sono molto legati tra loro. Qualche giorno fa ha pensato di creare i soldi necessari per fare il ponte nuovo perché è stufo di stare da solo la sera e non vedere il fratellone. Li ha preparati in pezzi da 500 euro e da 1000000000000 chiedendomi se così erano abbastanza per il ponte visto che nessuno lo costruisce. Poi mi ha detto basteranno? Gli ho risposto si sì bastano solo che i politici li consumano tutti e non so se faranno il ponte”.
Christian non si è perso d’animo. “Mi ha detto manda la foto al sindaco così vede che ho i soldi per farlo. Quando mi diceva queste cose mi si stringeva il cuore perché un piccolo che arriva a fare una cosa del genere per poter stare qualche ora con il fratello come prima porta con se questo enorme disagio che tocca tutti noi e lo porta come tutti noi. Anche i più piccoli lo sentono e giustamente nell’aspetto dell’amore della famiglia”.
Amelia – proprio in considerazione del fatto che il problema lo vive sulla propria pelle – ha un pensiero per tutti gli altri piccoli, famiglie e vite sconvolte dall’incapacità di una intera classe politica e di burocrati ad ogni livello che si trova più spesso ad affrontare l’emergenza che ad occuparsi di prevenzione. “Immagino – conclude Amelia – quei bimbi che attendono le mamme e i papà che per colpa di traffico o del treno che non arriva mai che dolore che provano. Dolore che a volte non manifestano perché troppo piccoli… Le famiglie stanno bene insieme, non su una strada o su un treno a perdere del tempo prezioso. Sono dispiaciuta per questo disagio affettivo che sta vivendo Christian e stanno vivendo tanti altri piccoli come lui per colpa di una politica che, dieci mesi dopo, non ha ancora dato risposte. Sono orgogliosa del mio cucciolo”.
Nazzareno Condina

 

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