Si è spento 'Vanni Veloce', compagno di tanti Motoraduni dei ragazzi del Bergamonti
Gli amici centauri lo chiamavano 'Vanni Veloce' per prenderlo un po' in giro poiché non aveva, nella velocità di 'crociera' una delle sue doti

GUSSOLA – A bordo del suo ‘Vespone’ aveva girato l’Italia. Motoraduni su motoraduni, ma anche campionati regionali e nazionali da quando il Motoclub Bergamonti aveva aperto all’agonismo. Sempre con lo stesso spirito, sempre pronto a partire per una nuova avventura.
Si è spento a casa sua Ivanoe Crema, 63 anni, originario di Gussola dove aveva vissuto. Era dipendente della ditta Cantini ed erano stati proprio i suoi colleghi e datori di lavoro, non vedendolo arrivare, a capire che c’era qualcosa che non andava. Uomo preciso, non mancava mai di avvertire se qualcosa andava storto o per un qualunque motivo non avesse potuto recarsi al lavoro. Lo hanno trovato in casa, ormai esanime, i carabinieri ed un collega di lavoro giunti sul posto. Probabilmente un infarto ne ha fermato per sempre i giorni.
Gli amici centauri lo chiamavano ‘Vanni Veloce’ per prenderlo un po’ in giro poiché non aveva, nella velocità di ‘crociera’ una delle sue doti. Ma ne aveva tante altre. Sino a qualche anno fa era uno di quei motociclisti su cui potevi sempre contare. Amava la compagnia, la strada, l’amicizia, le mangiate e l’avventura. Rimane celebre – come ci racconta il suo amico Sante Granelli – la trasferta a Roma per il giubileo del 2000. 50 ore di moto e tappe, tutte su strada normale. Con lui a dirigere il gruppo, non si sbagliava ‘quasi’ mai un colpo e in quel quasi comunque resta il senso di un viaggio: la scoperta di luoghi, nuove strade e nuovi orizzonti.
“Di chilometri insieme ne abbiamo macinati tanti – racconta Sante Granelli – lui con il suo vespone e noi con i nostri 125. Noi eravamo 16enni, e lui un ragazzone con qualche anno in più che non mancava mai. Era un’amicizia nata proprio dalla passione per le moto. Abbiamo girato tutta l’alta Italia e siamo arrivati sino a Roma, ogni domenica Vanni era pronto “E alura, in dua andom?” ci diceva”.
Nessuna meta era troppo lontana erano i tempi della ‘poesia’ dei motoraduni, quelli che lo stesso Sante ricorda: “Mangiavamo nello stesso piatto, si prendeva e si partiva. Ricordo ancora quella volta in cui fummo premiati come club più numeroso e ci diedero una coppa in cristallo blu che Vanni caricò nel suo portapacchi stralegata perché a Gussola doveva arrivarci intera. Non esistevano i navigatori, ma siamo sempre arrivati a destinazione. Dal piccolo motoraduno di paese a quelli più grandi”.
Poi arrivò il tempo dell’agonismo: “Ci ritrovavamo alle 10 di sabato sera al bar per partire alle 3. Viaggiavamo di notte per arrivare alle piste, dalla velocità al motocross, dal campionato italiano alla gara mondiale. Noi c’eravamo e Vanni non mancava mai”. Campionati italiani, gare di campionato mondiale SBK, campionati regionali cross, Assoluti d’Italia, Campionato del mondo di Enduro. “E quel primo giro di pista a Monza, noi con il nostro 125 e tu con il Vespone”.
Alla domenica sera poi di ritorno già si programmava per la domenica successiva. Vanni non mancava mai. Ora lo attende l’ultimo viaggio. Non sarà in moto, non avrà il suono del motore del Vespone. Con lui aggiunge Granelli se ne va uno degli ultimi personaggi storici del Motoclub.
Gli amici come Sante però continueranno a portarselo dentro. Con quella coppa di cristallo azzurro ancorata saldamente al portapacchi, portata lentamente a casa. E con i mille ricordi di una vita chiusa nel rombo di un motore.
Nazzareno Condina