Casalmaggiore, il treno dei pendolari delle 7.15 parte 70 minuti dopo: tutto come sempre
Un calvario senza fine insomma. Nonostante le promesse in regione, nonostante i cambi di governo, nonostante tutto. A pagare il disastro sono sempre e solo i viaggiatori. Sempre e solo loro

CASALMAGGIORE – Treno delle 7.15 in partenza da Casalmaggiore, direzione Parma. Treno di pendolari e studenti universitari e – tra poco – di studenti delle superiori. Arrivo con 40 minuti di ritardo a Casalmaggiore – nulla di nuovo sulla Brescia Parma – tristemente nota per i ritardi cronici (non a caso e secondo Legambiente una delle 10 peggiori d’Italia).
La gente sale. E’ gente che va al lavoro, paga il biglietto o l’abbonamento. Gente che deve raggiungere il parmense nell’unica maniera in cui lo può ancora fare senza dover fare giri lunghi o sperare nel traffico. La gente sale, ma il treno non riparte. Passano dieci minuti, poi 20, poi mezz’ora. Passa il tempo con i pendolari che si chiedono il perché.
Qualcuno si sfoga sui social, qualcun altro comincia a preoccuparsi. C’è gente che ha problemi col lavoro, tanti ne registrano da un anno perché una certezza, con i treni di questa direttrice, non c’è mai. Ormai è passata un’ora. Una donna scende dal treno. Ha un diavolo per ogni capello – rosso – che porta in testa. “Almeno ci dicessero qualcosa, ci dicessero che non parte”. Ha chiamato il suo uomo per venirla a prendere, sale nervosamente sul suo mezzo e se ne va.
Sembra che il problema – a quanto ci racconta qualcuno – sia legato all’apertura e chiusura porte. Un’ora e 10 minuti dopo dell’orario previsto il treno riparte dalla stazione, tra la rassegnazione di chi è rimasto. Al volo, quel treno, lo prendono due donne arrivate ad 8.15 alla stazione di Casalmaggiore. Sono le uniche ‘fortunelle’ di giornata. Venute per quello dopo, lo prendono prima con la soddisfazione di essere pure in anticipo.
Intanto che il treno per Parma parte, viene annunciato che il treno diretto a Brescia delle 8.40 viaggia con 45 minuti di ritardo. C’è già gente che aspetta, aspetterà a lungo. La cronaca della Lombardia sud (o Emilia nord, se preferite) di questa mattina è al momento terminata. Al momento perché poi, al ritardo di un treno si assommano tutti quelli successivi. Il binario unico è come le ciliegie: ne mangi una e ti tiri dietro anche l’altra in successione.
Un calvario senza fine insomma. Nonostante le promesse in regione, nonostante i cambi di governo, nonostante tutto. A pagare il disastro sono sempre e solo i viaggiatori. Sempre e solo loro.
Nazzareno Condina