Salute

Mamma Alessia a difesa del Punto Nascite Oglio Po: "Qui siamo persone, non numeri"

Sono arrivata in ospedale alle 06.30 e la bambina è nata alle 07.35. Abito a 6 km dalla struttura: non oso immaginare se avessi dovuto fare più di 40 km tra il traffico di camion e gente che deve andare a lavorare

CASALMAGGIORE – Un’altra testimonianza, l’ennesima raccolta da Jessica Lazzarini e l’ennesima descrizione di quel che avviene in un punto nascite speciale, quello dell’Oglio Po che Regione Lombardia ha deciso di chiudere senza neppure opporsi (come invece sta facendo il Veneto) ad una normativa nazionale ormai superata dai tempi. La testimonianza è quella di mamma Alessia.

“Sara è nata il 3 marzo del 2010, all’Oglio Po, per fortuna all’Oglio Po! Sono arrivata in ospedale alle 06.30 e la bambina è nata alle 07.35. Abito a 6 km dalla struttura: non oso immaginare se avessi dovuto fare più di 40 km tra il traffico di camion e gente che deve andare a lavorare, semafori, passaggio a livello, ponte di barche sempre chiuso, ecc… Per non parlare dell’accoglienza in pronto soccorso: all’Oglio Po; appena scendi dall’auto c’è un infermiere che ti acoglie con la sedia a rotelle e ti accompagna fino in reparto. Ho avuto esperienza al pronto soccorso del Poma per altri motivi e le partorienti che si sono presentate all’accettazione, in diversi giorni, sono state molte e la procedura era sempre la stessa: arrivavano a piedi da sole (deduco che il marito fosse a parcheggiare) fino allo sportello con visi più o meno bianco/verdi, la dichiarazione era “sono a termine, ho le contrazioni, ho rotto le acque” e il personale dell’accettazione, tra biscotti e patatine, indicavano a tutte la porta avanti a destra. Non è questione solo di attenzione, ma anche di professionalità e sensibilità!”

Nazzareno Condina

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