Ambiente

Chioggia conquistata, sogno realizzato. I 4 Kayakers partiti da Casalmaggiore ce l'hanno fatta!

Paolo Scaglia, Massimiliano Pasotto, Giancarlo Dall’Olio e il cuneese Beppe Racca ce l'hanno fatta. Oggi hanno tentato di giungere a Venezia, domani vi racconteremo

CHIOGGIA – Non è stato semplice, anche se poi dalla narrazione non traspare. La Casalmaggiore Chioggia, negli ultimi due giorni, è stata faticosa. Un mix di divertimento, sudore, sorrisi ma anche preoccupazione. Lo avevano messo in previsione che non potesse andare come i primi giorni, quelli in cui il fiume è ancora lontano dal mare e la corrente aiuta. La fatica comunque si accumula, e con questa i dubbi. Ma alla fine i quattro prodi, Paolo Scaglia, Massimiliano Pasotto, Giancarlo Dall’Olio e il cuneese Beppe Racca ce l’hanno fatta. Oggi hanno tentato di giungere a Venezia, domani vi racconteremo questa appendice del viaggio.

“Paolo è distrutto!” ci ha raccontato la moglie Adriana Guarneri, con un certo orgoglio comunque. Perché nonostante la stanchezza c’è la soddisfazione di aver realizzato un sogno per il quale si era preparato. Vi narriamo i due giorni conclusivi. E’ lo stesso Paolo che ce li racconta.

PONTE LAGOSCURO – SERRAVALLE DI BERRA “La Pontelagoscuro Serravalle di Berra la ricorderemo come tappa impegnativa dal punto di vista fisico ma anche mentale. Alle 7,00 cominciamo a smontare le tende fradicie della rugiada notturna. Bisogna essere bravi e ordinati nel piegare tutto per bene il kayak è capiente ma ogni mattina sembra che le cose da stivare siano sempre di più, qualcosa rimane sempre fuori.

Inizia il Briefing su come gestire la navigazione, dopodiché partenza. Subito un rettilineo di 13 km, sembra un’autostrada : è tutto uguale senza cose da vedere per un commento alberi sponda destra, alberi sponda sinistra. Il sole fa capire bene che giornata sarà picchia duro diretto e di riflesso.

“Ragazzi come va”? Non và. Si cerca la sponda che offre più spinta… siamo lenti. Ci si mette di buona lena ma passa il tempo e i km restano quelli. Il grande fiume è lento quasi fermo e noi non siamo abituati a questa velocità, spazientiti ci siede invece confronta: chi ha motore lo accenda altrimenti si fa notte.
Giancarlo propone una vela da fissare sul kayak. “Può aiutarci”.

Diventa una sfida mentale stare calmi, testa bassa e pedalare. Meno male arriva la prima curva e cambia scenario al ventesimo km ci si ferma… nervi tesi, non è facile ma dentro di noi sapevamo bene che sarebbe arrivata una tappa così… Si cammina sulla spiaggia “la calma è la virtù dei forti” allora via si riparte”.

La tensione è poi stemperata da un piccolo episodio: “Mentre andiamo si sentono delle voci, sono uomini che giocano a carte. Noi dal fiume “Come va?” loro rispondono che non c’è male “se volete un bicchiere fermatevi, c’è il bar dell’Inps venite”. Con una risata si prosegue il fine tappa è vicino ed il clima è più rilassato”.

Ancora un po’ di fatica e poi l’arrivo per i quattro amici e l’inseparabile Gina, portafortuna del viaggio. Una notte di riposo in tenda, poi la ripartenza. Metà finale, Chioggia.

SERRAVALLE DI BERRA – CHIOGGIA “Ore 8.00 butto in fiume un bastone – racconta Paolo Scaglia – alle 8.15 il legno è ancora lì. Questo è il segnale della giornata che andremo ad affrontare. I nostri kayak iniziano a scivolare sull’acqua. Bisogna dosare le forze il Po ha già fatto il suo ora tocca a noi spingere con determinazione e pazienza. Alla prima curva notiamo un cartello: siamo al km 600. Casalmaggiore partenza al km 415, abbiamo un sussulto d’orgoglio.

Proseguendo chiedo al gruppo una pausa di riflessione: siamo ad Adria, ci fermiamo. Qui fu ritrovato il corpo di Giuseppe Stabili che perse la vita in Po a Casalmaggiore”. Giuseppe Stabili era lo zio di Paolo Scaglia. Era caduto in acqua a Casalmaggiore, inghiottito dalle acque del fiume, nel novembre del 2007 mentre stava portando la barca in rimessa. Il suo corpo fu poi recuperato proprio ad Adria.

“Si riparte, in navigazione ci si confronta in un contesto silenzioso lontano dai ritmi frenetici della vita quotidiana si ha la sensazione di aver trovato la dimensione giusta. Il “Beppone”, all’altezza di Mazzorno ci fa notare la bellezza del metanodotto che passa sopra di noi. Arriva la conclusione della navigazione in fiume, siamo alla conca di Volta Grimana si accede al Canal Bianco. Entrati nel canale facciamo sosta e ci rifocilliamo il sole scotta si sbarca cercando l’ombra di un albero.

Cambia il contesto le rive sono vicine l’acqua è ferma e all’orizzonte il cielo oscura il sole, non male. Stupefatti del buon ritmo siamo a Cavanella d’Adige dove il Paso fa notare la temperatura gelida dell’acqua. Attraversiamo il fiume per inserirci immediatamente nel canal di Valle dopo aver passato due conche.

Entrare nelle conche fa un effetto strano, particolare, emozione un po’ di ansia ma nulla di ché. Dentro di noi capiamo che la meta si sta avvicinando, arriva uno scroscio di pioggia tonificante poi torna il sole mentre Giancarlo ci intrattiene con le sue barzellette. Dopo l’Adige attraversiamo il Brenta dove troviamo l’ultima conca quella di Brondolo che ci darà l’accesso alla Laguna.

È fatta! Davanti a noi si apre uno specchio d’acqua enorme qualcuno si agita, un urlo di gioia e si comincia una navigazione più movimentata. Giancarlo ci lascia al circolo altamarea di Chioggia mentre noi tre proseguiamo in direzione Porto S.Felice. Si chiude una tappa importante, dura, piena di significati, molto intensa. Troviamo alloggio in campeggio, e dopo una doccia ci prepariamo…. stasera si festeggia! Oggi cercheremo di avvicinarci a Venezia”.

Chioggia raggiunta, Venezia un sogno. Resta il tempo di un brindisi dopo la grande fatica. E’ fatta, in ogni caso. I quattro sognatori hanno spinto le loro pagaie là sino a dove avevano immaginato di farlo. Hanno vissuto tantissime emozioni. Un’avventura straordinaria la loro. A prescindere dai dogi.

Nazzareno Condina

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