Cultura

Le meraviglie del nostro Creato in immagini e parole con la mostra "La Basa"

“Così intendiamo rimarcare l’attenzione al Creato, a un territorio a volte dimenticato che ha una sua poesia: siamo sempre di corsa, questo è un invito a rallentare - spiega il parroco di Bozzolo don Luigi Pisani - e goderci ciò che abbiamo”.

Nella foto da sinistra Poli, Ghezzi, Tenca e don Pisani sotto la foto di don Primo Mazzolari a Bozzolo

BOZZOLO – Potremmo partire da una poesia di Gianpietro Tenca, scritta in originale in dialetto ma che si può recitare anche in italiano. Oppure possiamo partire da una fotografia a noi familiare, ma che non sempre sappiamo apprezzare: la mostra “Scorci del Territorio – La Basa”, a Bozzolo nel salone dell’oratorio, resterà visitabile fino a domenica ed è un omaggio alla nostra terra. Come spiega, del resto, Gigi Ghezzi, casalese della frazione di Cappella, l’autore delle fotografie esposte grazie anche all’abilità organizzativa di Mauro Poli. “Ho iniziato a innamorarmi della fotografia osservando il nostro territorio e riprendendolo: il Po, l’Oglio, le cascine e le stagioni. E da allora non ho più smesso” spiega Gigi Ghezzi.

Proprio così: l’esposizione è un’ode al nostro paesaggio, alla nostra campagna, al nostro fiume. E, sotto lo sguardo di don Primo Mazzolari, pure un riferimento all’enciclica di Papa Francesco Laudato Si’, dedicata alla bellezza della Creazione. “Così intendiamo rimarcare l’attenzione al Creato, a un territorio a volte dimenticato che però ha una sua poesia: siamo sempre di corsa, questo è un invito a rallentare – spiega il parroco di Bozzolo don Luigi Pisani – e goderci quello che abbiamo”.

Il paesaggio si ritrova in immagini ma anche in parole, con le poesie di Tenca, delle quali si accennava. Poesie che nascono così, spontaneamente, e ruotano tutte attorno a un determinato tema. “Con Ghezzi – racconta Tenca – ci siamo ritrovati partendo dal minimo comune denominatore della terra e della nostra pianura, lui di Cappella e io di Motta, due frazioni di Casalmaggiore, e qui ci ritroviamo idealmente con le nostre armi: la parola e l’immagine”.

Non manca la musica d’ambiente, così come non mancano i dettagli. Uno, quello di rami e piccoli tronchi lavorati che frastagliano e incorniciano le varie fotografie e il percorso, è stato ideato da Poli, che spiega la magia di una scelta. “Gli alberi hanno sempre incorniciato i nostri paesaggi: così ho pensato che piccoli frammenti di legno potevano incorniciare queste foto e questa mostra. Sono testimoni di un’epoca che non c’è più e che tutti noi viviamo con nostalgia”.

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