Cultura

Casalmaggiore, Palazzo delle Opere Pie, la storia di un buco nella finestra murata

A volte la storia, e la storia 'popolare' di una città, passa anche da un semplice foro su una parete di una finestra murata: la storia risalente alla seconda metà del secolo scorso e di una fiera attesa dai bambini e dagli adulti. Una fiera che - con quei connotati - non c'è più

CASALMAGGIORE – Per gli osservatori meno attenti – e quelli più giovani – è solo un buco nella muratura di una finestra murata. Il palazzo è quello della Congregazione di Carità (comunemente noto come palazzo Turati per aver ospitato in tempi più recenti il circolo omonimo) risultato della trasformazione del complesso seicentesco che era formato in origine dalla chiesa della SS. Trinità e dall’annesso Orfanotrofio Maschile, effettuata dall’architetto Carlo Visioli nel 1872.

In quella trasformazione di fine ‘800 alcuni elementi erano stati preservati. Tra questi la finestra. L’intelaiatura infatti, come ci ha raccontato Danilo Rossini, nascosta dietro ad una copertura in compensato, era ancora quella del ‘600. “L’abbiamo tolta e verrà restaurata”, ci ha spiegato il geometra che sta sovrintendendo alle operazioni di recupero funzionale della struttura. Si è mantenuta in buone condizioni, nonostante tutto.

Ma è il buco nella finestra murata ad aver acceso i ricordi dei più anziani. Da quel buco infatti, e per anni, passò il cavo d’acciaio tenuto in tensione da un argano sul quale, proprio a partire da quel punto e sino al palazzo comunale, veniva messo nel periodo della fiera per una delle attrazioni più attese. A bordo di una moto infatti un acrobata percorreva l’intero cavo sino a giungere al palazzo comunale.

Sono passati tanti anni, e la nostra ricerca negli archivi storici della Biblioteca Mortara per recuperare una foto di allora non ha dato i frutti sperati. Non resta che la memoria di chi ha passato i 60 anni, o probabilmente qualche immagine in qualche archivio privato. Le giostre poi si sono evolute. Dopo quella pericolosa quanto affascinante attrazione venne la pista in legno posta davanti all’antico palazzo, e poi le bancarelle, sino ai giorni nostri.

Ma ieri pomeriggio quel buco ha acceso più di un ricordo. A volte la storia, e la storia ‘popolare’ di una città, passa anche da un semplice foro su una parete di una finestra murata: la storia risalente alla seconda metà del secolo scorso e di una fiera attesa dai bambini e dagli adulti. Una fiera che – con quei connotati – non c’è più ma che vive nei pensieri di chi ancora ricorda.

Nazzareno Condina

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